La rassegna “Torre delle storie“ ha visto ieri protagonista Vittorio Sanna, storica voce del Cagliari, con il suo libro intitolato “Leggende rossoblu”, edito da Grafiche Ghiani nel 2017.
Le memorie di un cronista smemorato (come recita il sottotitolo, n.d.r.) ricostruiscono i ricordi di un cronista calcistico che racconta la sua squadra del cuore: il Cagliari. Il libro racchiude quasi cinquant’anni di Storia (e di storie) targate rossoblù.
«Questo libro si apre con una data: 9 settembre 2057. Ci troviamo al reparto di neurologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari: qui un uomo, Raffaele Osana, viene studiato – spiega Matteo Porru –. Tramite un macchinario, che funziona per associazione di parole, si cerca di far riemergere ciò che aleggia nella sua mente.»
Un modo un po’ insolito per aprire un libro di un cronista ma che, a detta di Porru, rispecchia il carattere di Vittorio Sanna, essendo scritto in maniera molto semplice e scorrevole. Nel testo, che ha la prefazione di Massimiliano Medda, l’autore racconta il “processo di stagionatura”, così lo definisce, che avviene tra cronaca e storia. «Mi piace analizzare il rapporto che esiste tra esse – dice l’autore − , la trasformazione con la quale si ottiene, dalla cronaca, il dettaglio storico, il fatto nudo e crudo.»
Vittorio Sanna, oltre ad essere giornalista, è anche un insegnante della scuola primaria. «Sono due mondi inscindibili – racconta – ciò che faccio a scuola mi serve per leggere la realtà, per capire i cambiamenti sociali. Leggere il mondo che varia. Questo è molto importante per evitare di rimanere fossilizzati su delle posizioni. Avere davanti i bambini è fondamentale per il mio aggiornamento. Per contro, utilizzo molto lo sport per costruire delle metafore della società, è un modello che mi permette di riportare a scuola valori quali il rispetto delle regole e il sacrificio. Sono due mondi che vanno in parallelo e che hanno la costante dell’emotività.»
Dalla presentazione si evince che non si sta parlando di un mero diario di cronaca calcistica, e ciò che rende interessante la discussione sono le considerazioni sul valore di questo sport, e su quale strada stia percorrendo. «Dal libro sembra che il calcio sia finito – afferma il giornalista –; questo è frutto di una mia visione catastrofica, presente a causa dell’andazzo che questo sport ha preso nell’ultimo decennio. Il mondo dei tifosi è fatto di sentimenti e il mondo del calcio industriale è fatto invece di interessi: è in atto un processo di allontanamento tra le due componenti. Se ripenso a molti personaggi degli anni Novanta e li paragono a quelli attuali mi rendo conto che c’è stata una perdita di valori devastante.»
Una visione catastrofica che viene contrastata dalla speranza poiché «Il Cagliari è sempre stato il motore di speranza dei sardi. Tutto quello che i sardi pessimisti non osavano pensare per la società lo osavano pensare per il Cagliari», afferma l’autore.
Il terzultimo appuntamento della rassegna si chiude con la consapevolezza dell’alto valore dei libri scelti da Matteo Porru per questa prima edizione, i quali, anche quando trattano argomenti all’apparenza “leggeri” come in questo caso, si rivelano degli ottimi strumenti per analizzare e per capire la società dei nostri giorni. Il prossimo appuntamento del festival, il 19 agosto, ospiterà gli autori di “Giallo sardo” (Edizioni Piemme, 2020): Ciro Auriemma, Eleonora Carta, Carlo Augusto Melis Costa e Ilenia Zedda. Tutte le presentazioni cominceranno alle ore 19:00.