Da tempo si parlava dell’introduzione nelle tavole dei cittadini europei degli insetti, già presenti come alimento tradizionale in molte altre culture.
Il Regolamento UE n. 2283/2015 sui “novel food”, i nuovi alimenti, che includeva l’impiego a fini alimentari degli insetti e dei loro derivati, era entrato in vigore il primo gennaio 2018. Da quel momento l’EFSA, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, aveva ricevuto un gran numero di richieste di valutazione in merito.
Ermolaos Ververis, chimico ed esperto EFSA in scienze degli alimenti, che aveva coordinato l’elaborazione del primo parere sull’utilizzo degli insetti come nuovi alimenti, aveva dichiarato: “Gli insetti sono organismi complessi, e ciò rende problematica la caratterizzazione della composizione dei prodotti alimentari da essi derivati. Comprenderne la microbiologia è di fondamentale importanza, considerato anche che si consuma l’insetto intero. Le formule a base di insetti – continuava Ververis – possono essere ad elevato contenuto proteico, benché i livelli proteici utili possono risultare sovrastimati quando sia presente la chitina, una delle principali sostanze che compongono l’esoscheletro degli insetti. Un nodo fondamentale della valutazione è che molte allergie alimentari sono connesse alle proteine, per cui dobbiamo valutare anche se il consumo di insetti possa scatenare reazioni allergiche. Tali reazioni possono essere provocate dalla sensibilità individuale alle proteine di insetti, dalla reazione crociata con altri allergeni o da allergeni residuati da mangimi per insetti, ad esempio il glutine. È un lavoro impegnativo perché la qualità e la disponibilità dei dati varia, e c’è molta diversità tra una specie di insetti e l’altra”.
Un lavoro lungo tre anni ma, dopo aver analizzato il profilo tossicologico, il rischio di potenziali allergie e il processo di allevamento e trasformazione, l’EFSA, nel gennaio di quest’anno, ha dato il suo parere positivo per l’ingresso nell’alimentazione umana delle larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio, meglio note come tarme della farina, e sta valutando altre domande sull’utilizzo di insetti come i grilli e le cavallette essiccate, intere o macinate, come alimenti.
L’unica possibile controindicazione rilevata dall’EFSA potrebbe riguardare le persone con allergie ai crostacei e agli acari della polvere in quanto potrebbero risultare allergiche anche a questi insetti.
Dopo questo parere positivo, la Commissione europea aveva a disposizione sette mesi di tempo per una proposta di autorizzazione, oltre la necessaria votazione dei Paesi membri. L’approvazione è invece arrivata in questi primi giorni del mese di maggio, dunque nemmeno quattro mesi dopo il parere tecnico dell’EFSA. La proposta è stata approvata dal Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, formato dai rappresentanti di tutti e 27 i Paesi membri dell’Unione Europea e presieduto da un rappresentante della Commissione. Il nuovo alimento potrà essere messo in commercio nei supermercati e nei ristoranti come insetto essiccato intero, come farina, come ingrediente di altre preparazioni, o come snack.
La possibilità di utilizzare gli insetti nell’alimentazione umana è un argomento che divide già da molto tempo l’opinione pubblica occidentale, tra coloro che li considerano una risorsa per il futuro essendo ricchi di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali, potendo quindi rappresentare un aiuto concreto per il fabbisogno della sempre più crescente popolazione globale, e chi ne è invece disgustato. Secondo un sondaggio della Coldiretti, infatti, oltre il 54% degli italiani considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola le larve delle tarme della farina.
Il via libera al consumo alimentare delle tarme della farina ha inoltre innescato una polemica in Sardegna, visto il divieto targato UE di produzione e consumo del tradizionale formaggio con i vermi, il cosiddetto “casu marzu”. Si tratta di un formaggio dalla consistenza cremosa e dal retrogusto piccante che al suo interno presenta dei vermi in movimento, la Piophila casei, un insetto che tende a colonizzare i formaggi, e che l’Unione Europea ha definito illegale perché non rispetterebbe le norme igienico sanitarie. Un formaggio che, tuttavia, i sardi mangiano da secoli, benché adesso siano costretti a farlo clandestinamente, e che viene spesso richiesto anche dai turisti che visitano l’Isola alla ricerca dei migliori prodotti tipici.
Già nel 2005 i ricercatori dell’Università di Sassari avevano allevato larve in laboratorio e le avevano poi inserite nel pecorino, proprio per dimostrare che il processo può avvenire in modo controllato. Dal momento che ormai l’era degli insetti nei piatti è ufficialmente cominciata anche nel vecchio continente, resta l’auspicio da parte dei ricercatori e di tutti i sardi che prima o poi l’Unione Europea si pronunci anche a favore del casu marzu, pietanza di una tradizione antica che non può e non deve essere perduta.