Il movimento scout: storia, principi e scopi

Lo scautismo è un movimento molto diffuso in Italia. Vediamo come e quando è nato, chi era Baden-Powell, su cosa si fonda, come funziona, qual è il suo scopo, le associazioni più conosciute in Italia e in Sardegna

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Imparare a stare in gruppo, a vivere all’aria aperta, a esplorare la natura, ad accendere il fuoco e cucinare, a montare la tenda, a cavarsela da soli nelle situazioni più svariate, ad essere sempre pronti per aiutare gli altri. Si tratta di abilità che si possono apprendere fin da ragazzi facendo parte di un gruppo scout. Ma in cosa consiste lo scautismo?

Lo scautismo (o scoutismo) è una tra le più grandi organizzazioni giovanili a livello internazionale. Si tratta di un movimento educativo costituito dai giovani e per i giovani che si pone come obiettivo la realizzazione di una grande fratellanza, grazie alla quale i ragazzi possono crescere, sviluppare competenze e diventare protagonisti del proprio futuro.

Il metodo scout si fonda su un modello che riprende quello formulato dal generale inglese Robert Baden-Powell che durante la guerra angloboera aveva utilizzato alcuni ragazzi per compiti ausiliari di staffetta, postino, sentinella e vedetta. In quella circostanza Baden-Powell si era reso conto di quanto fosse importante responsabilizzare i ragazzi con incarichi precisi puntando sul loro spirito di avventura. Così B.P. (come viene chiamato ancora oggi affettuosamente dagli scout di tutto il mondo) agli inizi del Novecento decise di raccogliere un gruppo di giovani e organizzare il primo campo scout della storia sull’isola inglese di Brownsea. Quel campo segnò la nascita dell’organizzazione dei “boy scouts” (“giovani esploratori”).

Oggi gli scout in Italia sono suddivisi per fasce d’età in quattro branche: i castorini, ovvero i bambini tra i 5 e i 7 anni; i lupetti (o coccinelle) che sono i bambini dagli 8 agli 12 anni; gli esploratori, cioè i ragazzi dai 12 ai 16 anni di età; e i rover, dai 16 ai 20 anni. Ogni branca ha una propria ambientazione fantastica: i castorini, ad esempio, svolgono le proprie attività all’interno di un immaginario “bosco incantato” mentre i lupetti vengono catapultati in un mondo ispirato al romanzo “Il libro della giungla” di Rudyard Kipling, dove Akela (il lupo capo del branco), Bagheera (la pantera nera) e Baloo (l’orso saggio), impersonati da adulti educatori, diventano i loro “capi” e punti di riferimento nel corso di tutte le attività. Ogni branca possiede anche una propria organizzazione e delle proprie regole con tanto di saluto, motto, promessa, massime e uniforme.

Caratteristica fondamentale della vita scout è l’originalità, dall’organizzazione dei bambini e ragazzi in piccoli gruppi (le “capanne” nei castorini, le “mute” nei lupetti, le “pattuglie” o “squadriglie” negli esploratori), al gioco, lo sport, le attività all’aria aperta, fino all’avventura dei campi. Questi solitamente sono almeno due: il campo invernale di pochi giorni e quello estivo che può durare anche dieci giorni.

Attraverso esperienze attrattive e interessanti il movimento scout cerca di dare a bambini, ragazzi e giovani adulti la possibilità di sviluppare tutte le loro potenzialità, di impegnarsi nella società e di partecipare in modo responsabile alla costruzione della propria personalità. Sono fondamentali per lo scautismo anche i principi di solidarietà, antirazzismo, altruismo e democrazia. Le associazioni scautistiche, infatti, lavorano a complemento della scuola e della famiglia e mediante il loro metodo educativo cercano di crescere dei buoni cittadini, impegnati a migliorare la società e a “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo hanno trovato” (Baden-Powell, dal libro “Scautismo per ragazzi”).

Altro importante elemento fondante il metodo dello scautismo è la vita in mezzo alla natura: le gite nei boschi, il campeggio, l’osservazione e lo studio delle specie vegetali e animali e l’interazione con l’ambiente naturale circostante diventano tutte occasioni per esperienze educative nel corso delle quali i ragazzi sono chiamati a misurare le proprie forze e la propria intelligenza.

In Italia la Federazione Italiana dello Scautismo (F.I.S.) riunisce tutte le associazioni che adottano il metodo educativo scout. Le principali associazioni italiane sono l’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), che ha un’impronta cattolica e i gruppi sono solitamente collegati ad una parrocchia, e il CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratrici ed Esploratori Italiani), che ha invece carattere aconfessionale.

L’associazione scautistica più sviluppata in Sardegna, invece, si chiama AGES (Associazione Giovani Esploratori Sardi) ed è stata fondata nel 1979 a Cagliari con lo scopo di valorizzare lo scautismo, la cultura sarda e di promuovere il carattere pluriconfessionale del movimento scout. Tra i suoi meriti anche quello di essere stata tra i pionieri della branca dei castorini in Italia. Grazie all’impegno di alcuni capi dell’AGES, il metodo scout è stato adattato anche ai bambini più piccoli e poi insegnato e diffuso anche alle altre associazioni.

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