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L’albero di Natale: storia, tradizioni e curiosità sul simbolo delle festività per eccellenza

Un viaggio nel tempo per scoprire le radici storiche e l’evoluzione di quello che è l’emblema del periodo più magico dell’anno, dalle sue origini fino ai maestosi alberi che illuminano le piazze, con uno sguardo alla tradizione sarda de “su truncu ‘e xena”

di Raffaella Piras
8 Dicembre 2024
in Costume & Società
🕓 4 MINUTI DI LETTURA
50 4
L'Albero di Natale di Rockefeller Center a New York. ? Depositphotos

L'Albero di Natale di Rockefeller Center a New York. ? Depositphotos

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Le città che si illuminano a festa, l’atmosfera di magia e incanto che si respira nell’aria. È finalmente arrivato il periodo più bello dell’anno, è arrivato il Natale.

Ma che Natale sarebbe senza albero?

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La preparazione dell’albero di Natale segna ufficialmente l’inizio delle tanto attese festività. Sempre più persone scelgono di decorarlo già a novembre, anticipando la consueta data dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione. In realtà, questa tradizione, così cara a grandi e piccini, ha origini antiche che si perdono tra riti e leggende.

Gli alberi sempreverdi sono da sempre considerati un simbolo di vita e buon auspicio, sia nelle culture pagane che cristiane. Sembra infatti che la consuetudine di scambiarsene un rametto risalga agli antichi Romani o addirittura ai Druidi, i sacerdoti celti. Tuttavia, i primi documenti ufficiali che attestano la presenza di alberi decorati per il Natale risalgono al 1521. Il 21 dicembre di quell’anno, nei registri contabili della città alsaziana di Sèlestat, furono infatti annotati i pagamenti ad alcune guardie civiche incaricate di sorvegliare i “meyen”, gli alberi votivi. Secondo altre fonti, però, il primo albero natalizio sarebbe comparso solo nel 1611, quando la duchessa di Brieg, in Germania, fece trapiantare un albero del suo giardino in un vaso, decorando così un angolo spoglio del suo salone.

In realtà, alcuni studiosi sostengono che a contendersi il primato dell’albero di Natale siano state, ancora prima, le città di Riga, in Lettonia, e di Tallinn, in Estonia. Qui, nel 1441, fu eretto un albero non a scopo decorativo, ma per una curiosa usanza: far ballare intorno i giovani scapoli della città nella speranza di trovare l’anima gemella.

Nel corso dell’Ottocento, l’usanza di decorare gli alberi di Natale si diffuse nel resto del mondo. In Italia, la prima ad addobbare un albero natalizio fu la regina Margherita di Savoia, che ispirò così tutta la Penisola. Durante lo stesso periodo, la tradizione raggiunse anche gli Stati Uniti, il Giappone e persino gli Emirati Arabi.

Anche in Sardegna le decorazioni natalizie caratterizzano da tempo immemore la vita delle famiglie. In passato, sull’Isola non si usava addobbare grandi alberi, ma le donne e i bambini decoravano con cura le pareti delle case con rametti di menta, ulivo e alloro. La sera del 24 dicembre, inoltre, era tradizione riunirsi attorno al camino e far bruciare un grosso ceppo, chiamato “su truncu ‘e xena”, che veniva mantenuto acceso fino al giorno dell’Epifania per scaldare simbolicamente il Bambin Gesù. Secondo la leggenda, dalla cura con cui la famiglia alimentava il ceppo sarebbe dipesa la fortuna di cui avrebbe goduto nell’anno successivo.

Le decorazioni utilizzate per abbellire gli alberi hanno conosciuto un’evoluzione nel corso dei secoli. Dalle fronde sempreverdi di origine romana e pagana si passò ad alberi appesi al soffitto, decorati con mele rosse e ostie non consacrate; successivamente, gli alberi furono appoggiati a terra in un vaso e adornati con frutti, dolciumi e candele. Nel corso dell’Ottocento si diffusero le palline di vetro soffiato, che vennero poi sostituite da quelle di plastica. Anche le candele utilizzate per illuminare l’albero furono soppiantate, con l’avvento dell’elettricità, da simpatiche lampadine colorate. Oggi, per un effetto scintillante e sofisticato, sono invece sempre più apprezzate le illuminazioni a fibra ottica.

Oltre agli alberi veri, dopo la Seconda Guerra Mondiale sono diventati sempre più diffusi quelli sintetici. Negli ultimi anni, con l’arrivo del periodo natalizio, si accende spesso il dibattito su quale dei due tipi di alberi sia più sostenibile dal punto di vista ambientale. Secondo la PEFC, l’ente promotore della gestione forestale sostenibile nel nostro Paese, la scelta migliore è quella di acquistare un albero di Natale vero, a patto che provenga da vivai specializzati. Gli alberi sintetici, infatti, sono realizzati in plastica o altri materiali derivati dal petrolio, difficili da smaltire e causa di una maggiore emissione di anidride carbonica.

Albero di Natale della Basilica di San Pietro a Roma. ? Depositphotos
Albero di Natale della Basilica di San Pietro a Roma. ? Depositphotos

Al di là di quale sia la scelta migliore, l’albero di Natale più grande al mondo non è un albero vero e si trova proprio in Italia. Si tratta del maestoso albero, alto 650 metri e adornato con tremila luci, che svetta sul monte Ingino, nella città di Gubbio, in Umbria.

L’albero più famoso e iconico al mondo, invece, è quello del Rockefeller Center di New York, alto tra i venti e i trenta metri. Allestito per la prima volta nel 1931, attira ogni anno milioni di visitatori.

In Europa, tra gli alberi più noti si possono annoverare quello di Trafalgar Square, a Londra, e quello di Piazza San Pietro, a Roma. Qui, l’usanza di allestire un grande albero di Natale risale al 1982, anno in cui un contadino polacco ne donò uno a Papa Giovanni Paolo II.

Pur non detenendo particolari primati, anche in Sardegna ogni anno le principali piazze cittadine, da Piazza Garibaldi a Cagliari fino a Piazza d’Italia a Sassari, vengono impreziosite con stupendi alberi di Natale, alti circa dieci metri, che contribuiscono a rendere ancora più sentito il clima natalizio per cittadini e visitatori.

Tags: albero di NataleNataleSardegnatradizioni
Raffaella Piras

Raffaella Piras

“Presentalo brevemente così che possano leggerlo, chiaramente così che possano apprezzarlo, in maniera pittoresca che lo ricordino e soprattutto accuratamente, così che possano essere guidati dalla sua luce”. (Joseph Pulitzer)

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Questi personaggi, spesso al confine tra il mondo reale e quello sovrannaturale, hanno avuto il compito di custodire l’equilibrio in famiglia, di ammonire e rassicurare, trasformando la paura in saggezza collettiva. Ogni racconto racchiude una lezione: non è solo folklore, ma la chiave per comprendere meglio la cultura sarda e il valore della parola tramandata. 📖✨ 
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