A 25 chilometri da Olbia, la cittadina gallurese di Arzachena (SS) è punto di riferimento importante per il turismo isolano, con paradisiache spiagge, scorci suggestivi e tanti colori. Di pari passo con aree simbolo di esclusività e lusso – come la Costa Smeralda e Porto Cervo – il Comune vanta anche la presenza di siti archeologici come il complesso nuragico La Prisgiona, la cui identità storica arriva fino a noi per raccontare un remoto spaccato sociale, economico e politico.
Situato in località Capichera a circa 6 chilometri da Arzachena, il complesso nuragico La Prisgiona (“La Prigione”) è un luogo sospeso nel tempo, esistente probabilmente fin dal XIV secolo a.C. A partire da tale periodo fino all’inizio dell’VIII secolo a.C. e non solo, esso fu cuore economico, sociale e politico dell’area grazie anche alla solida conformazione strutturale, costituita dall’omonimo nuraghe e dal circostante villaggio.
Nucleo attorno al quale prese vita il resto del complesso, in passato il nuraghe La Prisgiona si stagliava con una complessa forma inglobata da un bastione triangolare e composta da un corpo centrale detto “mastio” più 2 torri secondarie. Visibile attualmente per 7 metri di altezza e accessibile da un ingresso architravato, la costruzione principale mantiene ancora una copertura “a falsa cupola” – ossia composta da filari di pietre di grandezza decrescente procedendo verso l’alto – ed era in origine dotata di 2 piani, ospitanti vani e nicchie poste a croce forse aggiunte successivamente. Una disposizione che ha fatto ipotizzare l’uso del mastio come luogo per attività quotidiane, così come suggerito anche dal ritrovamento di una piccola anfora contenente frammenti bronzei e altri oggetti.
Una volta superato il bastione, altro luogo particolarmente importante e suggestivo era la cosiddetta “Capanna delle riunioni”. Sito vicino a un pozzo per l’approvvigionamento idrico profondo circa 8 metri, tale spazio era addossato al muro perimetrale e si ipotizza che spesso accogliesse importanti personalità della comunità, che in questi momenti preparavano e consumavano presumibilmente peculiari bevande.
Un contesto solenne, al quale si affiancava anche quello più quotidiano all’interno del villaggio circostante. Posto originariamente al di fuori dell’antemurale, lo spazio abitativo si componeva di circa 100 capanne ed era suddiviso in isolati dotati di sistema idrico per raccogliere acque sotterranee. Assieme al ritrovamento di resti ceramici e alla fisionomia di alcuni ambienti, questo aspetto ha permesso agli studiosi di avere un quadro più chiaro della società nuragica del posto, dedita con molta probabilità a produrre e riparare ceramiche, nonché alla lavorazione di pane lievitato e no.
Nell’accurata organizzazione non poteva infine mancare l’area per i defunti, ad oggi perla archeologica identificabile nella tomba dei giganti di Coddu ‘Ecchju. Risalente all’Età del Bronzo, la struttura ancora in ottimo stato fu inizialmente dotata di una tomba a galleria tra XXI e XIX secolo a.C., dove i morti venivano seppelliti senza distinzione di sesso, età e classe sociale forse rimuovendo dall’alto parte della copertura.
Tra XVIII e XVII secolo a.C., il corridoio coperto da terra e pietrame fu corredato anche di un’esedra, spazio circolare posto davanti alla sepoltura. Delimitata dalla facciata della tomba formata da lastre conficcate nel terreno, tale area veniva sfruttata a scopo cerimoniale, così come attestato sia da frammenti di vasi riconducibili alla preparazione e consumazioni di cibi rituali sia dalla grande stele posta al centro dell’esedra stessa. Con un’altezza di oltre 4 metri, l’enorme lastra richiama il concetto di passaggio all’al di là e riempie ancora oggi lo spazio con la sua aurea di sacralità, rappresentata in particolare dal piccolo portello posto in basso al centro forse deputato ad accogliere le offerte.
L’area archeologica La Prisgiona e la tomba dei giganti di Coddu ‘Ecchju si trovano ad Arzachena, in provincia di Sassari. Entrambi i siti sono raggiungibili percorrendola Strada Provinciale per Luogosanto (SP14) e sono attualmente visitabili tutti i giorni dalle 9 alle 19, sia separatamente pagando un biglietto di 4 euro sia tramite tariffa cumulativa di 7 euro.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 393.8975528 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica archeologia@gesecoarzachena.it.
