Feste mascherate, sfilate di carri allegorici, cascate di coriandoli e stelle filanti, l’invitante profumo delle zeppole. È già tempo di Carnevale, festa che scatena la fantasia dei più piccoli e fa tornare persino gli adulti, per qualche attimo, un po’ bambini.
Finalmente, dopo i due anni di pausa imposti dalla pandemia, l’inverno del 2023 vedrà il ritorno, nelle piazze di tutta Italia, dei tradizionali eventi del Carnevale, tra i più belli al mondo. In Sardegna c’è grande attesa, in particolare, per il ritorno del Carnevale di Santu Lussurgiu: “Sa Carrela ‘e Nanti”, caratterizzato da una delle corse a cavallo più antiche, spettacolari e spericolate. Riconosciuta come Carnevale storico d’Italia dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si tratta di una delle manifestazioni di maggior interesse turistico per l’Isola.
In questo antico borgo di montagna, situato ai piedi del Montiferru, in provincia di Oristano, caratterizzato da strette vie acciottolate e antiche case dai muri in pietra e dai portoni dove spiccano gli antichi batacchi, le tradizioni equestri affondano le loro radici nel tardo Medioevo e si sono poi sviluppate grazie ai giudici di Arborea e ai viceré spagnoli che favorirono l’allevamento di razze speciali di cavalli dedite alla corsa, divenute poi il simbolo per eccellenza delle feste di Santu Lussurgiu. Ecco dunque che, in concomitanza col Carnevale, si svolge qui la manifestazione di Sa Carrela ‘e Nanti, che letteralmente significa “strada che si trova davanti”, in quanto prende il nome dalla storica strada dove si svolge l’evento, via Roma, la via principale del paese che, per l’occasione, si trasforma in una strada sterrata.
Lo spettacolo, organizzato dalla Pro Loco locale, dal Circolo Ippico Lussurgese e dall’amministrazione comunale, vede come protagonisti assoluti i cavalieri, tutti obbligatoriamente lussurgesi, che, formando le cosiddette pariglie, si esibiscono effettuando acrobazie su due, tre o addirittura quattro cavalli mentre partecipano a una corsa a tutta velocità, sfidandosi in bravura, audacia e dando prova delle loro raffinate doti equestri. Ma partecipante attivo è anche il pubblico. Gli spettatori, infatti, non sono seduti sugli spalti ma restano in piedi lungo la strada, senza la presenza di transenne, attendendo l’arrivo dei cavalieri e formando due ali di folla che, coraggiosamente, si aprono solo al passaggio dei cavalli, per poi richiudersi subito dopo.






Un assaggio dell’evento si ha già la domenica prima del Carnevale, la cosiddetta domenica delle prove, in cui i cavalieri, in abiti semplici, fanno conoscere il percorso ai loro cavalli in vista della tre giorni carnevalesca che prende poi il via la successiva domenica di Carnevale e si conclude il Martedì Grasso.
La tradizione vuole che i cavalieri abbiano il volto dipinto, oppure portino una maschera, e che indossino un abbigliamento particolare, dai colori accesi e dai richiami storici, risalente alla tradizione popolare lussurgese o di origine spagnola: dalla camicia bianca (zughittu) con sopra il corsetto di pelle (cossu ‘e pedde), al giubbotto di lana grezza con cui i pastori sardi si riparavano dal freddo (capotinu ‘e fresi), senza dimenticare il berretto (berretta longa). Ma anche i cavalli sono strigliati e addobbati a festa grazie ad eleganti bardature composte da rosette di vari colori, campanelle e selle.
Mentre la domenica di Carnevale e il Martedì Grasso sono dominati dalle corse dei cavalli che prendono il via dal punto di partenza, chiamato s’incappadorzu, il lunedì viene definito Su Lunisi de sa Pudda (il lunedì della gallina), perché ad essere protagonista è proprio l’oviparo. In passato, infatti, a metà del percorso, in via Roma veniva appesa ad un filo una gallina a testa in giù che doveva essere sgozzata dai cavalieri, che sfrecciavano a tutta velocità, con un bastone chiamato su fuste ‘e ortzastru. Tale pratica si svolge ancora oggi anche se, al posto di una gallina in carne ed ossa, si utilizza un fantoccio di pezza con le stesse sembianze dell’animale.
Sa Carrela ‘e Nanti si conclude con la premiazione dei cavalieri che hanno buttato giù più galline, delle tre migliori pariglie e di tutti gli altri partecipanti. La festa, in tutto il suo folklore, è arricchita da balli in costume sardo, dalla presenza di alcuni dei migliori cori dell’Isola e da degustazioni di prodotti locali, come vino, acquavite (filu e’ ferru) e dolci tipici sardi.
Dopo due edizioni speciali, – quella del 2021, che si è svolta in modalità virtuale con una rievocazione dell’evento, e quella del 2022, celebrata in estate, nella frazione di San Leonardo di Siete Fuentes, con “Parezas de Sa Carrela ‘e Nanti”, – finalmente nel 2023 si ritorna a celebrare l’evento in grande stile. Si comincerà il 12 febbraio con la prima domenica di prove generali, mentre tra domenica 19 febbraio, la domenica di Carnevale, e il 21 febbraio, giorno di Martedì Grasso, si svolgerà la giostra equestre.
“Sarà il grande ritorno dopo due anni di stop, finalmente riabbracciamo la normalità – ha affermato con entusiasmo il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi -. Faremo di tutto perché Sa Carrela ‘e Nanti torni nel suo massimo splendore”.
Manca davvero poco dunque, non resta che fare il conto alla rovescia e prepararsi a rivivere, dopo tanta attesa, il periodo più divertente e colorato dell’anno con una delle feste più suggestive del Carnevale sardo.