Il MAP di Perfugas, il Museo Archeologico Paleobotanico del territorio dell’Anglona

Gestita dalla cooperativa Sa Rundine, la struttura museale porta avanti iniziative all’insegna del coinvolgimento e dell’inclusività

Pozzo Sacro Predio Canopoli (Perfugas). 📷 Bibi Pinna

Pozzo Sacro Predio Canopoli (Perfugas). 📷 Bibi Pinna

Tutelare e valorizzare i beni culturali del territorio è una necessità sempre più impellente: quotidianamente, varie istituzioni isolane si impegnano affinché ciò avvenga. Tale missione anima anche il Museo Archeologico Paleobotanico di Perfugas (MAP), in provincia di Sassari. Esso è situato nell’Anglona, regione storica del nord Sardegna: la sua collezione comprende molteplici ritrovamenti, afferenti ad un arco spazio-temporale esteso.

Il museo fu fondato nel 1988, ma non ebbe una gestione sino al 1997: fino ad allora, l’apertura era prevista su prenotazione per scolaresche e gruppi organizzati. Successivamente subentrò la cooperativa Sa Rundine, gruppo di 5 donne appassionate di archeologia e formatesi in ambito turistico-museale.

L’area si articola in 2 sezioni: paleobotanica ed archeologica. La prima è visibile nei resti di una foresta pietrificata datata 18 milioni di anni fa: si tratta di una rarità, poiché in tutto il mondo ne esistono solo 4 o 5 esemplari. Entro il percorso museale vi è una zona dedicata, dove sono esposti campionari di fossili vegetali; inoltre, nel giardino esterno è possibile ammirare alcuni tronchi. La parte archeologica va dal paleolitico inferiore – 450-500.000 anni fa – fino all’epoca medievale. Nella fattispecie, la “Dea Madre con bambino” trovata a Perfugas appare un caso unico: generalmente scolpita con fianchi e seni sporgenti, ivi il soggetto è rappresentato mentre tiene un pargolo in braccio.

Oltre a testimonianze del posto, vi sono pezzi provenienti da altri paesi dell’Anglona: interessanti sono un pugnaletto bronzeo di Erula (SS) – risalente all’epoca nuragica (800-700 a.C.) – e una testa di guerriero proveniente da Bulzi (SS). Quest’ultima precederebbe cronologicamente la statuaria di Mont’e Prama e potrebbe essere punto di partenza per un relativo studio. Per l’eterogeneità territoriale dei propri reperti, il MAP può essere definito anche “Museo del Territorio”: al suo interno, confluiscono i risultati di scavo più importanti.

Il Museo Archeologico Paleobotanico cerca di trasmettere il patrimonio attraverso vari strumenti: tra i principali, l’attività didattica. Nel 2005 presero avvio i laboratori didattico-educativi, per introdurre i bambini all’archeologia in modo istruttivo e giocoso. Spesso realizzate in collaborazione con le scuole, tali iniziative hanno avuto un notevole riscontro: con il servizio DAD e il canale YouTube – nati entrambi durante la pandemia e tutt’ora attivi – è stato possibile giungere anche al di fuori della Sardegna.

Parallelamente al settore scolastico, il museo appoggia altre proposte collaterali. Di particolare rilevanza, il concorso nazionale “Adotta un monumento” e “Famiglie al Museo” (FAMu), evento che annualmente accoglie tanti bambini con le proprie famiglie. Ad ogni modo, il centro culturale non si rivolge solo ai più giovani, ma tenta di abbracciare pubblici più ampi. Ciò viene fatto tramite i social network e con appositi supporti: per esempio, il percorso espositivo prevede anche una sezione tattile. L’obiettivo è creare un ambiente inclusivo e vivo, dove ogni tipologia di utente possa soddisfare le proprie esigenze.

Il Museo Archeologico Paleobotanico si trova in via Nazario Sauro a Perfugas (SS). È raggiungibile attraverso la strada a scorrimento veloce per Sassari e Tempio Pausania o prendendo la Strada Statale 127 per Sassari e Olbia. Le visite sono consentite dal martedì alla domenica dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00. Chiusi il lunedì oppure apertura solo su prenotazione. Contatti ed ulteriori informazioni sono disponibili sul sito sarundine.com.

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