Vent’anni di libri, incontri, letture, musica e teatro, vent’anni di storie e una platea di spettatori che nel tempo si è fatta comunità. Dal 15 al 17 dicembre torna il Marina Cafè Noir, per una ventesima edizione che nella sua veste invernale porta a Cagliari le autrici e gli autori capaci di raccontare questi nostri tempi mutevoli.
Transizioni è il tema di questa edizione dalla cifra tonda e piena, che fa del Marina Cafè Noir il primo e più longevo festival letterario della Sardegna. «Transizioni intime e collettive, – spiegano Giacomo Casti, Donatella Mendolia e Francesco Scanu dell’associazione culturale Chourmo – che spingono ognuno di noi a riflettere su dove stiamo andando e dove vogliamo andare. Mai come in questo momento l’umanità sta vivendo il passaggio da una condizione data a una nuova e diversa. Le transizioni oggi sono climatiche, geopolitiche, economico-sociali o relative all’identità di genere. E in transizione è anche un progetto come il nostro, perché MCN compie 20 anni e dalla sua nascita a oggi molte cose sono cambiate, molte esigenze si sono trasformate e molte cose sono successe. Per questo anche il festival affronta la sua personale transizione, che lo porterà a essere inevitabilmente qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso».
Tre anteprime a Su Tzirculu, in via Molise, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre con la formula collaudata dell’Accademia Popolare, un appuntamento pensato in collaborazione con l’Università di Cagliari che propone al pubblico brevi lezioni informali da parte di docenti e ricercatori universitari, una condivisione dei saperi caratterizzata da un approccio divulgativo e aperto a tutti, accompagnato da letture e musica. Si comincia mercoledì 30 novembre con Valeria Deplano, Alessandra Marchi, Gianni Fresu e Roberta Ferraresi, con letture di Francesca Saba e musiche di Andrea Andrillo. Venerdì 1° dicembre protagonisti Ester Cois, Eva Garau, Gianluca Gaias e Paolo dal Molin, le musiche di Luca Marcia e le letture di Laura Fortuna. Ultimo giorno di anteprime sabato 2 dicembre con gli interventi di Myriam Mereu, Alice Salimbeni, Diego Cavallotti e Maria Cristina Secci, e con le musiche di Valucre e le letture di Elena Pau.
Il Marina Cafè Noir dedica l’apertura di ogni giornata ai bambini e alle bambine, con tre appuntamenti curati da Circo Mano a mano, tre spettacoli che a partire dalle 16:30 faranno da apripista alle giornate del festival. A seguire tre brevi set musicali che introducono gli appuntamenti per il pubblico adulto, tre sigle speciali preparate da tre voci femminili. Quella di Chiara Effe per la giornata inaugurale (giovedì 15 dicembre), quella di Stefania Secci Rosa per il secondo giorno del festival (accompagnata da Fabrizio Lai, venerdì 16 dicembre), e quella di Rossella Faa per la giornata di chiusura (sabato 17 dicembre).
Per i suoi vent’anni il Marina Cafè Noir riparte da un robusto nucleo di scrittori e scrittrici, editori, artisti, antropologi e pensatori che negli anni da ospiti sono diventati amici, alimentando il confronto e il dibattito con le loro intelligenze. Tra loro c’è senza dubbio Michela Murgia, che aprirà il festival giovedì 15 dicembre alle 18:00, per provare a rispondere a una delle grandi istanze della nostra contemporaneità: si può essere persone femministe e cattoliche nello stesso tempo? È la riflessione attorno a cui ruota “God save the queer”, il nuovo lavoro della scrittrice originaria di Cabras in libreria per Einaudi. Si prosegue poi alle 19:00 con un incontro a due voci dal titolo “Di cose, ambiente e randagismi”. Protagonisti Marco Amerighi, finalista dell’ultimo premio Strega con “Randagi” (Bollati Boringhieri), e Andrea Staid, antropologo e scrittore che ha da poco rilasciato “Essere natura” (Utet). A guidare la conversazione sarà il docente di Lettere Gianvito Distefano. Alle 20:00 appuntamento invece con Roy Jacobsen, uno dei più influenti e apprezzati scrittori norvegesi contemporanei, per la prima volta tradotto in Italia con “Gli invisibili” (Iperborea). Jacobsen dialogherà con Eva Garau, ricercatrice in Storia contemporanea all’Università di Cagliari.
Venerdì 16 dicembre si riparte, sempre alle 18:00, con un altro ritorno di peso, quello di uno degli autori più amati e letti d’Italia, Maurizio de Giovanni. Il padre del commissario Ricciardi sarà in conversazione con un altro ospite storico, anche lui fine giallista, anche lui amatissimo: Francesco Abate. Nere città di mare il titolo dell’incontro, con Napoli e Cagliari sullo sfondo. Un dialogo dentro e intorno agli ultimi libri dei due autori: “Caminito” e “Il complotto dei calafati” (entrambi editi da Einaudi Stile libero). Alle 19:00 riflettori puntati sui Wu Ming, il collettivo emiliano presente sin dalle primissime edizioni del festival. Occasione di rincontro il loro “Ufo 78” (Einaudi Stile libero), che racconta il tramonto degli anni Settanta, la musica e la politica, la repressione e la lotta armata sotto un cielo pieno di stelle e di astronavi. A guidare la conversazione sarà Valeria Deplano, docente di Storia all’Università di Cagliari. La chiusura della seconda giornata sarà segnata da un altro ritorno, quello di Serge Quadruppani, scrittore francese e libertario, uno dei più importanti noiristi d’oltralpe e grande traduttore di autori come Andrea Cammilleri e Sandrone Dazieri. Ad accompagnarlo sul palco sarà Maurizio Memoli, docente di Geografia economica-politica all’Università di Cagliari.
Il sabato del Marina Cafè Noir, 17 dicembre a partire dalle 18:00, si apre sotto il segno della stringente attualità grazie a un grande autore di graphic novel come Igort, e a una delle più autorevoli reporter di guerra come Francesca Mannocchi, che da molti anni porta nelle nostre case la cronaca di ciò che accade nelle regioni più calde del pianeta. Igort ha da poco riportato alle stampe i suoi “Quaderni Ucraini”, in una versione aggiornata dal titolo “Diario di un’invasione” (Oblomov). Mannocchi è invece in libreria con “Lo sguardo oltre il confine” (De Agostini), un viaggio nei territori di guerra fatto di luoghi, culture e tradizioni antiche, ma soprattutto di persone. I due ospiti dialogheranno con il giornalista dell’Unione Sarda Celestino Tabasso. Alle 19:00 si prosegue poi con Alessandro Bertante, in dozzina al premio Strega 2022 con “Mordi e fuggi” (Baldini+Castoldi), un romanzo che intreccia fiction e cronaca nell’Italia degli anni di piombo, aprendo nuove domande su uno dei periodi più drammatici della storia italiana. Al suo fianco Alberto Ibba, consulente editoriale per varie case editrici e docente di marketing editoriale.
Ultimo incontro letterario di questa ventesima edizione, a partire dalle 20:00, è quello con Jennifer Guerra, giornalista e scrittrice, esperta di tematiche femministe. Nel suo ultimo libro, “Il capitale amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario” (Bompiani), Guerra riflette sull’amore come una delle più potenti forze antisistema.
Le storie fuori dai libri, le parole che incontrano la musica e si fanno materia. Anche quest’anno il Marina Cafè Noir propone una serie di reading tratti dai romanzi degli autori ospiti, da sempre marchio di fabbrica del festival cagliaritano. Si comincia giovedì 15 dicembre con “Tagliando la corda” (ore 20:30), tratto dal romanzo di Marco Amerighi con Daniel Dwerryhouse e le musiche di Matteo Leone. Alle 21:30 si prosegue con Femminismi, in cui Lia Careddu presta la voce alle parole di Michela Murgia, accompagnata da un grande duo composto da Arrogalla e Gavino Murgia.
Venerdì 16 dicembre tocca invece a Jacopo Cullin portare in scena il lavoro di Maurizio De Giovanni (ore 20:30). L’amatissimo e poliedrico attore cagliaritano sarà accompagnato da Matteo Sau e Ivana Busu. A seguire riflettori puntati su Felice Montervino, che interpreta il testo dei Wu Ming musicato da una band dal grande tiro, La città di notte (Diego Pani, Andrea Schirru, Edoardo Meledina e Frank Stara).
Sabato 17 dicembre si chiude con Emilia Agensa, attrice solare e brillante drammaturga, che presterà la voce alle parole di Igort e Francesca Mannocchi (ore 20:30). Ad accompagnarla la delicatezza di Stefano Guzzetti al piano e la tromba di Luca Fadda, uno degli storici fondatori del Marina Cafè Noir. Si chiude poi alle 21:30 con le atmosfere anni Settanta dei Dancefloor Stompers (Gianmarco Deiana, Andrea Schirru, Danilo Salis, Frank Stara), ad accompagnare Pierpaolo Piludu negli anni di piombo di Alessandro Bertante.
Dalle 22:30 il festival si sposta poi a Su Tzirculu, nella vicina via Molise, in uno spazio dal sapore più informale dedicato alla leggerezza delle parole, alla musica, alla festa. Ogni sera un’apertura letteraria, ironica o semiseria che ripesca dalla memoria alcuni dei tanti momenti di questi vent’anni. L’esordio giovedì 15 dicembre è a cura di Nicola Muscas, giornalista e scrittore, con “Tutta mia la città”; il giorno seguente tocca a Marco Cassini, editore di Sur e amico di lungo corso del MCN, con “Nella vita ci vuole un po’ di Julio”; per chiudere sabato 17 con “Al Marina, così impari” di Celestino Tabasso, brillante protagonista di molte edizioni del festival.
Dalle 22:45 le serate si chiudono in musica con i concerti di tre storiche band della scena isolana, protagoniste negli anni di memorabili feste di fine festival. Tre concerti e tre reunion, dopo lunghi periodi di inattività, per festeggiare i vent’anni del Marina Cafè Noir. Giovedì 15 il jazz manouche intriso d’ironia de L’Armeria dei briganti; venerdì 16 la Contrabbanda e il suo carosello musicale, fatto di atmosfere swing brillanti e scanzonate; sabato 17 chiusura affidata al travolgente reggae campidanese dei Ratapignata, a oltre quattro anni dal loro ultimo concerto (proprio sul palco del MCN).