Amedeo Nazzari e Massimo Girotti sono i protagonisti del “film italiano più censurato di sempre”, Harlem, girato da Carmine Gallone nel 1943.
I Centri di Servizi Culturali della Società Umanitaria della Sardegna presentano il libro “Harlem”, che racconta la storia del film, e la proiezione del film integrale e senza censure, lunedì 22 novembre a Carbonia (ore 17:30, alla sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema in piazza Sergio Usai), il 23 novembre a Cagliari presso la Cineteca Sarda (ore 18:00, viale Trieste 126) e mercoledì 24 novembre ad Alghero presso Sala Conferenze Lo Quarter (ore 18:00, Largo San Francesco).
Il film più censurato di sempre pubblicato dalla casa editrice La Nave di Teseo, sarà presentato insieme all’autore Luca Martera, documentarista, specialista di archivi ed esperto in ricerche storico-investigative, e con gli interventi di Sergio Naitza e Nadia Rondello, che dialogheranno con l’autore.
Farà seguito la proiezione della versione integrale del film Harlem, di Carmine Gallone (1943, 113’), in collaborazione con la Cineteca Nazionale che ha digitalizzato il film da una copia nitrato superstite e lo ha gentilmente messo a disposizione del pubblico sardo.
L’ingresso, libero e gratuito, è riservato ai possessori di Green Pass. Ad Alghero è consigliata la prenotazione allo 079.974375 oppure alla mail alghero@umanitaria.it.
«Morte agli italiani!» è il grido di battaglia urlato a squarciagola dal capo dei tifosi abissini al Madison Square Garden ed è questa la battuta-chiave per comprendere il senso di ciò che fu “Harlem”, il film italiano più censurato di sempre. Uscito alla fine di aprile del 1943 – due mesi prima dello sbarco degli alleati in Sicilia e tre mesi prima della caduta del fascismo – il film di Carmine Gallone fu una delle più plateali opere di mistificazione del regime fascista, pensata e realizzata quasi 80 anni fa per illustrare alle masse il “razzismo di Stato” e sancire così la superiorità della stirpe ariana attraverso un incontro di boxe tra un italo-americano e un pugile nero, trent’anni prima di Rocky. Interpretato dai divi più famosi dell’epoca, dal “buono” Amedeo Nazzari al “cattivo” Osvaldo Valenti, dall’“americanina” Vivi Gioi al “littorio” Massimo Girotti, e firmato da un incredibile (con la lente della distanza) plotone di giornalisti-intellettuali di prim’ordine, tra cui l’anti-americano Emilio Cecchi, il fascistone Paolo Monelli, l’ebreo Giacomo Debenedetti (che non poté comparire a causa delle leggi razziali), il direttore antisemita de «Il Littoriale» Pietro Petroselli e il futuro padre del neorealismo Sergio Amidei, Harlem fu l’ultimo kolossal in costume fortissimamente voluto da Luigi Freddi, fondatore di Cinecittà, gran sacerdote del culto censorio e figura sui generis di gerarca sopravvissuto miracolosamente al 25 luglio e al 25 aprile. Sequestrato nel 1944 dall’ebreo torinese Pilade Levi, capo della PWB Film Section della divisione degli alleati specializzata in comunicazione e propaganda, il film viene trasformato nel dopoguerra dalla neonata censura repubblicana in innocuo film sportivo, con tagli e modifiche ai dialoghi per quasi 40 minuti. La nuova versione, senza più alcun riferimento alla guerra d’Etiopia, non convinse comunque alcuni sedicenti partigiani di Reggio Emilia che nel 1947 bruciarono nella pubblica piazza le pizze del film. Questo libro, documentato e ampiamente illustrato, racconta la vicenda appassionante, drammatica e piena di sorprese del film più censurato della storia del cinema italiano.
Luca Martera è documentarista, specialista di archivi ed esperto in ricerche storico-investigative, giornalistiche e audiovisive tra Italia e Stati Uniti. Come autore televisivo, ha realizzato oltre un centinaio tra speciali, servizi e monografie per Rai, Mediaset e La7, firmando collaborazioni anche con Antonio Ricci, Giovanni Minoli, Pier Francesco Pingitore, Enrico Mentana, Roberto Faenza e Franco Maresco. Come saggista, ha scritto diversi articoli e approfondimenti su temi legati ai mass-media, tra cui Una mappa della comicità italiana (su «Link», 2017) e Lo spettacolo in tv (2000) con prefazione di Aldo Grasso. Per enti istituzionali e università, ha curato e presentato rassegne, conferenze e retrospettive, tra cui l’evento Sordi, l’anti-americano a Roma tenuto alla Camera dei Deputati nel 2017. Nel 2018 ha ricevuto la Honorable Mention per il documentario da lui scritto, diretto, prodotto e narrato In the Mood in Our Own Way dalla NIAF di Washington DC, nell’ambito del Russo Brothers Italian American Film Forum. Nel 2020 ha creato per finalità storico-didattiche l’Italian American Media Crossroads Archive (IAMCA), la più grande raccolta di video su come l’Italia ha raccontato gli Stati Uniti e viceversa.