Un pioniere, un visionario ma soprattutto un ricercatore e antropologo che ha lasciato in eredità un patrimonio di suoni e testimonianze video inedite sui musicisti sardi, in particolare dei maestri di launeddas e sulla vita nella comunità pastorale di Nule. A cinquant’anni dalla scomparsa di Andreas Fridolin Weis Bentzon – lo studioso danese che nel 1957 girò la Sardegna dei paesi a bordo di una moto Nimbus e un registratore – l’associazione culturale Iscandula rende omaggio alla sua figura con una due giorni di eventi – venerdì 17 e sabato 18 dicembre – a Cagliari: in programma un simposio con interventi di esperti, testimonianze, concerti e l’inaugurazione della piazzetta dedicata a Bentzon.
E sarà anche l’occasione per proiettare la nuova versione del film documentario in bianco e nero appena restaurato, “Is launeddas. La musica dei Sardi”, prodotto da Iscandula e realizzato dal regista Fiorenzo Serra negli anni Novanta a partire dalle pellicole originali di Bentzon girate nel 1962 e scoperte, a distanza di venti anni, negli Archivi del folklore danese di Copenaghen. La sfida verso il digitale, per salvare e consegnare ai posteri il film nella migliore qualità possibile, è arrivata proprio da chi scoprì, un po’ per caso, quelle bobine: Dante Olianas, presidente di Iscandula, insieme al produttore Ole Søndberg. Così le pellicole sono state scannerizzate e il film è stato rieditato rispettando l’originale. C’è poi un cameo inedito, diventato un corto: circa tre minuti di frammenti, tralasciati nel primo montaggio, che immortalano la serenata crabarissa. Nello spezzone la musica di suonatori di Cabras ormai scomparsi: Giovanni Lai, Salvatore Murtas (Patata), Salvatore Manca (Gavaurru) e Francesco Castangia (Su Cau).
Si comincia con un’intera giornata al Conservatorio Pierluigi Da Palestrina (in piazza Porrino) dedicata al simposio “Da Bentzon all’era digitale” e al gemellaggio tra Sardegna e Danimarca. Apertura dei lavori alle 09:30 con il benvenuto ai partecipanti della direttrice del Conservatorio, Aurora Cogliandro; seguiranno i saluti del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, del console di Danimarca Corrado Fois, dell’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa, del presidente dell’Isre Marcello Mele, dell’assessora comunale alla Cultura Maria Dolores Picciau e del presidente dell’associazione Campos Paolo Zedda.
Alle 12 l’attesa inaugurazione della piazzetta dedicata all’antropologo Andreas Friedolin Weis Bentzon all’interno del Parco della Musica di Cagliari, tra via Bacaredda e via Efisio Cao di San Marco. Sarà scoperta la targa nel corso di una cerimonia accompagnata dagli interventi musicali delle immancabili launeddas, suonate da Michele Deiana, e dal Tenore Nulesu con Andrea e Pierfranco Masala, Eros Manca e Salvatore Dettori.
Dopo la pausa pranzo, dalle 16:00, si entra nel vivo dei lavori, coordinati da Eva Garau, storica dell’Università di Cagliari, e da Giovanni Sanna, già giornalista della Rai. Due gli interventi di profilo internazionale: il primo di Anne Mette Marchen-Andersen, Ispettrice e Curatrice del Museo Nazionale di Danimarca che parlerà de “Le collezioni raccolte dal Bentzon e conservate nel Museo Nazionale”; il secondo del docente di Antropologia visiva alla UiT, Università artica della Norvegia, Peter Ian Crawford, dal titolo “A. F. W. Bentzon un “lupo solitario” nel mondo dell’antropologia dei paesi Nordici”.
Dopo una pausa caffè, intorno alle 17:00, si apre la seconda parte del simposio: Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia Università di Cagliari, si concentrerà su “A. F. W. Bentzon nel panorama degli studi etno-antropologici della Sardegna”; a seguire Felice Tiragallo, docente di Antropologia Università di Cagliari, che presenterà “Il lavoro etnografico di Bentzon nei suoi materiali cinematografici”. Chiuderà, con uno sguardo al futuro, Dante Olianas facendo il punto su “Lo stato delle ricerche e delle pubblicazioni dei materiali di A. F. W. Bentzon”. Ma in particolare, il presidente di Iscandula lancerà l’idea di realizzare una Fondazione dedicata allo studioso danese, con una sede adatta in grado di ospitare, e soprattutto rendere accessibili a studenti, appassionati e curiosi, l’enorme eredità di documenti lasciati da Bentzon.
Sabato 18 dicembre, alle 18:00, la manifestazione si sposta al Teatro Nanni Loy, in via Trentino al civico 13, per la presentazione e la proiezione della versione restaurata del film “Is launeddas. La musica dei Sardi”, di Andreas Bentzon e Fiorenzo Serra. Nell’occasione si potrà assistere anche alla prima del corto “Sa serenada Crabarissa” con immagini girate da Bentzon nel 1962, curato da Eleonora Olianas in questo 2021.
Intervengono, sempre moderati da Eva Garau e Giovanni Sanna, lo scopritore delle immagini di Bentzon, Dante Olianas, il presidente dell’Associazione Campos, Paolo Zedda, il Professore di Visual Anthropology alla UiT The Arctic University of Norway, Peter Ian Crawford, e infine Eleonora Olianas, curatrice della nuova versione del film e regista del montaggio del documentario dedicato ai suonatori di Cabras. Interventi e dialoghi saranno accompagnati dalle letture dell’attore Tino Petilli che proporràalcune brevi lettere spedite da Bentzon alla mamma durante il suo primo viaggio in Sardegna tra il 1952 e il 1953. Gli accompagnamenti musicali saranno a cura di Franco Melis con le sue launeddas.
A cornice della due giorni, sia nell’atrio del Conservatorio che nel foyer della Sala Nanni Loy sarà allestita una mostra fotografica con le stampe delle foto di Bentzon e pannelli informativi dedicati allo studioso danese. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito con green pass, e saranno trasmessi in diretta streaming sulla pagina Facebook di Iscandula.
Andreas Fridolin Weis Bentzon (1936-1971) nasce a Copenaghen da una famiglia di compositori e giuristi di lunga tradizione. A sedici anni è già musicista professionista nella Jazz Band del fratello Adrian. Sempre alla stessa età, nel 1952, da solo, a piedi, gira la Sardegna. Ha pochi soldi, si nutre di pane e pomodori e dorme in campagna o vicino ai cimiteri. Per sopravvivere lavora come garzone nel mitico Circo Zanfretta. Rimane affascinato dallo stile di vita dei sardi e dalla sua musica e, rientrato a casa, dirà alla famiglia: “I have found the subject for my life” (“Ho trovato il tema della mia vita“).
Si iscrive in antropologia e nell’inverno del 1957, a cavallo di una moto Nimbus con side-car, attraversa l’Europa per intraprendere una lunga spedizione di ricerca in Sardegna. Raccoglie una quantità immensa di registrazioni, filmati e attrezzi etnografici. Nel 1959, nel Museo Nazionale di Danimarca organizza un’esposizione dedicata alla vita e alla cultura sarda. Nel 1969, la sua tesi di dottorato diventerà l’opera più importante e tutt’ora insuperata sulle launeddas. Scompare il 20 dicembre 1971, a soli trentacinque anni, una delle più fulgide figure della cultura sarda.
Il direttore del Museo di Danimarca, Per Kristian Madsen ha scritto: “Il contributo di A. F. W. Bentzon alla raccolta e divulgazione della cultura musicale della Sardegna, difficilmente può essere sovrastimato.” Quest’anno ricorre il 50° anniversario della sua scomparsa e l’Associazione Iscandula, titolare dei diritti sulle opere del Bentzon e fiduciaria degli eredi, con questa manifestazione, vuole rendere omaggio ad uno dei personaggi più importanti della cultura sarda che ha speso la sua, sfortunatamente troppo breve esistenza, per celebrare, esaltare e divulgare la musica e la cultura sarda in generale.