Una moderna rilettura dell’“Otello” di William Shakespeare sarà protagonista della Stagione di Prosa 2024-2025 del CeDAC Sardegna. La traduzione e l’adattamento sono firmati da Francesco Niccolini, con la regia di Emanuele Gamba e Giuseppe Cederna nel ruolo di Jago. Completano il cast Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini ed Elisa Proietti. Lo spettacolo è una produzione Arca Azzurra.
La tournée sarda si aprirà con la prima regionale sabato 12 aprile alle 21:00 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo, per poi proseguire domenica 13 aprile alle 20:30 al Teatro Comunale di Dorgali, lunedì 14 aprile alle 21:00 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e martedì 15 aprile alle 21:00 al Cine/Teatro “Olbia” di Olbia.
La messinscena propone una riflessione attuale sul tema della gelosia, quel “mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre”, motore della tragedia che trasforma l’amore in “possesso” e conduce l’uomo alla crudeltà e alla follia, fino al delitto. Un percorso che culmina in un “femminicidio” ante litteram, in una rappresentazione che intreccia dramma e riflessione sociale.
L’opera elisabettiana è trasposta in un contesto che richiama il teatro delle marionette, secondo un’ispirazione che guarda alla sintesi cinematografica pasoliniana di “Che cosa sono le nuvole”. In quel celebre corto, Totò e Ninetto Davoli interpretano le marionette di Otello e Jago, con la presenza surreale di Domenico Modugno nei panni di un netturbino, e gli interventi di Franco e Ciccio, Adriana Asti e Laura Betti.
Nel nuovo adattamento, emerge un Jago demoniaco, quasi un custode dell’inferno, che rievoca la vicenda del Moro di Venezia e della bella Desdemona. «Una tragedia surreale e ridicola, fatta di tradimenti, sospetti e gelosie», afferma Francesco Niccolini. La visione proposta è quella di un universo oscuro, popolato non da eroi ma da piccoli infami, approfittatori e personaggi incapaci di resistere alle tentazioni».
In questo spazio narrativo, Jago costruisce il suo personale teatro: «in cui finte parole accendono passioni vere che portano dritte ad epiloghi di morte». Una lettura inedita di uno dei capolavori shakespeariani, che pone al centro la manipolazione e la fragilità umana, tra illusioni e tragiche verità.
































