Stintino. Cinema e archeologia, un connubio che, fin dai primi titoli del muto, ha sempre affascinato registi e produttori cinematografici e che nel tempo ha prodotto pellicole in molti casi divenute delle icone della cultura popolare, quali quelle con protagonisti Indiana Jones, Lara Croft, Daniel Jackson, e tante altre ancora.
Francesco Bellu, autore del volume “L’archeologo sul grande schermo. Dall’era del muto a Indiana Jones, un viaggio alla scoperta della figura dell’archeologo al cinema”, in dialogo con il giornalista Giovanni Dessole, accompagnerà domani, sabato 2 settembre, a partire dalle ore 19:30, il pubblico del MuT in un viaggio alla scoperta della figura dell’archeologo attraverso le numerose declinazioni in cui è apparso al cinema.
Scopritori sprezzanti del pericolo, mummie e misteri, donne bellissime, amori e perdite hanno alimentato un filone cinematografico talmente vantaggioso da essere reiterato sino ad oggi attraverso film di genere come le varie versioni de “La mummia”, horror come “L’esorcista” e personaggi iconici come Indiana Jones o Lara Croft, giusto per citare i più noti. Non mancano derive curiose, come il cinema erotico soft e hardcore e opere d’autore. Se da un lato queste pellicole hanno influito profondamente sull’immaginario popolare, creando un’aura quasi eroica intorno alla figura dell’archeologo, dall’altro ne hanno veicolato storture e condizionamenti.
Francesco Bellu guida lettori e lettrici, attraverso un’analisi attenta e solidamente documentata, alla scoperta di questo fenomeno, trattando sia la storia del cinema sia quella dell’archeologia, e passando in rassegna tutte le opere di genere all’interno di un discorso prima cinematografico e poi di rilettura culturale. L’autore mette in luce similitudini, differenze e criticità della rappresentazione di un mestiere che è decisamente ben diverso da ciò che vediamo sul grande schermo ma che, paradossalmente, proprio grazie al cinema, ha acquistato un fascino che dura ancora oggi.