Dal 22 giugno al 29 settembre 2024 torna “Una boccata d’arte”, il progetto d’arte contemporanea promosso da Fondazione Elpis che giunge alla sua quinta edizione, con 100 borghi e 100 artisti coinvolti dal 2020.
Il borgo prescelto quest’anno in Sardegna è Sedilo, che ospiterà un intervento realizzato dall’artista Virginia Russolo, coordinato da Emanuela Manca. Virginia Russolo svilupperà un progetto inedito, concepito in dialogo con il contesto che lo ha ospitato, la storia e le tradizioni locali.
Sedilo è posizionato nel cuore dell’Isola, sull’altopiano di Abbasanta, affacciato sul suggestivo scenario del lago Omodeo. Centro agropastorale del Guilcer, al centro di rilievi coperti da lecci, querce, sughere e macchia mediterranea, offre itinerari da percorrere a piedi, in bici o a cavallo.
Prossimo al lago Omodeo, il parco archeologico di Iloi ospita al suo interno un nuraghe trilobato, un villaggio e due tombe di Giganti risalenti all’Età del bronzo. Il territorio fu tuttavia abitato già prima, come testimonia la necropoli di Ispiluncas, composta da ben 33 domus de janas, di cui 10 sono visitabili.
Sacro e profano confluiscono nel rito arcaico de S’Ardia, spettacolare corsa a cavallo per Santu Antine, che rievoca la battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.): Costantino vinse dopo che, secondo la leggenda, gli apparve una croce con scritto “In hoc signo vinces”. Al tramonto del 6 e all’alba del 7 luglio, la folla riempie la vallata, anfiteatro naturale dell’evento. Un centinaio di cavalieri discende senza freni il chilometro dal paese (da su Frontigheddu) al santuario di San Costantino, medioevale, poi ricostruito in stile gotico-catalano nel 1600.

Oltre a quella di San Costantino, si distinguono la chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista, la chiesa con architettura spagnola di Sant’Antonio Abate e quella di San Basilio, per il quale il primo settembre si svolge la corsa degli asinelli.
In Sardegna, Una Boccata d’Arte ha coinvolto, con interventi site specific, mostre e installazioni, i borghi di San Pantaleo (2020), Tratalias (2021), Aggius (2022) e Belvì (2023). In questa regione, è rimasta permanente l’opera Paphos (2022), di Ludovica Carbotta ad Aggius.
“La mia ricerca indaga come la comunicazione con il sacro sia mediata dai materiali. Cera d’api, seta, propoli, grassi animali e corna sono materiali ricorrenti nei miei quadri e sculture. Cerco una “corrispondenza” con i materiali, trattandoli come forme di intelligenza. Misticismo, mitologia e un sentimento di nostalgia archeologica informano i miei lavori”, dichiara Virginia Russolo.
Virginia Russolo (Oderzo, 1995) vive e lavora a Creta, Grecia ed è cresciuta tra Italia, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Paesi Bassi. Nel 2017 si è laureata alla Ruskin School of Art dell’Università di Oxford. La sua ricerca indaga come la comunicazione con il sacro è mediata dai materiali, quali cera d’api, seta, propoli, grassi animali e corna, che spesso ricorrono nei suoi quadri e nelle sue sculture. Esplora quella che l’antropologo Tim Ingold definisce una “corrispondenza” con i materiali, trattandoli come forme di intelligenza. Il suo lavoro è influenzato da elementi di misticismo, mitologia e un sottile senso di nostalgia archeologica.
Per informazioni unaboccatadarte.it.