Cronaca di una strage annunciata con “A Chi Esita”, lo spettacolo della Compagnia Rossolevante scritto da Juri Piroddi, che firma anche la regia insieme a Silvia Cattoi, con un titolo che rimanda a una celebre poesia di Bertolt Brecht, in cartellone sabato 1 aprile alle 21 al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri e domenica 2 aprile alle 21 al Teatro “Tonio Dei” di Lanusei sotto le insegne della Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC | Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Una pièce originale e coinvolgente ispirata a un tema di forte attualità: riflettori puntati sulla sicurezza sul lavoro, sulle norme e i protocolli che dovrebbero salvaguardare l’incolumità fisica (e psichica) dei dipendenti, con obblighi chiari ma troppo spesso disattesi nell’illusione di “risparmiare” tempo e denaro, o anche per semplice leggerezza o incurie, con conseguenze catastrofiche e spesso irrimediabili per le vittime.
Sul palco Silvia Cattoi, Cinzia Piras, Juri Piroddi e Antonio Sida interpretano i protagonisti di una serie di storie esemplari, sulla colonna sonora eseguita dal vivo da Simone Pistis (chitarra, armoniche, organetto e elettronica), in una drammaturgia ispirata purtroppo alla realtà: a volte basta poco, una disattenzione, un movimento un po’ maldestro, un piede che scivola o un macchinario non perfettamente regolato o a norma, per far precipitare la situazione e trasformare la routine in una tragedia.
La professione o il mestiere non fanno tutta la differenza, ci sono occupazioni più “a rischio” ma chiunque può avere un grave incidente mentre si reca al lavoro, specialmente se troppo affaticato o distratto da mille pensieri, e in un solo istante tutta un’esistenza con aspettative, impegni, desideri, speranze viene spazzata via. Nei cantieri caschi e calzature, tute e imbragature non sono opzionali, ma capita non di rado di vedere operai lavorare sulle impalcature senza adeguate protezioni, non sempre chi è chiamato a intervenire su un impianto ha tutte le competenze e conoscenze necessarie, per non dire delle piccole riparazioni “domestiche”, dei casi di coloro che per rimettere a posto un paio di tegole o un’antenna finiscono per cadere nel vuoto.
In Italia le leggi sulla sicurezza esistono e pure le sanzioni per chi non le rispetta, eppure gli incidenti continuano ad avvenire, le casistiche si moltiplicano, e così il numero delle “morti bianche”: un modo quasi poetico per definire le vittime di una guerra silenziosa, coloro che hanno perduto l’ultima battaglia sul fronte del rispetto della dignità e dei diritti dei lavoratori.
Il sistema delle gare d’appalto e dei successivi subappalti favorisce, non di per sé ma per l’uso che se ne fa, il verificarsi di condizioni non ottimali laddove il ridotto margine di guadagno fa sì che a eseguire materialmente i lavori siano piccole ditte non sempre adeguatamente strutturate, ma il fenomeno è largamente diffuso a tutti i livelli, e non mancano neppure in Sardegna gli esempi di grandi imprese che per aver scelto di ridurre il personale e affidarsi a operatori esterni, sottocosto, al fine di “massimizzare” i profitti già ingenti per una serie di circostanze sfortunate, ma comunque prevedibili e perfino prevenibili, hanno contribuito a incrementare il tragico tributo di sangue. In alcuni casi a causa delle tecniche altamente inquinanti e della mancata o parziale utilizzazione dei metodi di abbattimento di fumi e emissioni, gli effetti collaterali delle attività industriali sul territorio si quantificano in gravi danni alla salute della popolazione, a breve e a lungo termine.
La vicenda paradossale di coloro che dovendo lavorare per vivere, con tutti gli aspetti drammatici e grotteschi, non è affatto una eventualità rara: il fenomeno si accentua in periodi grave precarietà sociale e economica, perché alla manodopera a basso costo non specializzata e disponibile in eccesso si garantiscono minori tutele, e spesso il sottile ricatto che costringe ad accettare condizioni improponibili, nell’alternativa tra la miseria e la fame, fa sì che il miraggio di avere un’occupazione e potersi mantenere si traduca in tragedia. I costi personali e sociali sono elevatissimi: gli incidenti sul lavoro, se non fatali, lasciano spesso gravi strascichi e condizioni di invalidità permanente o temporanea, le famiglie delle vittime patiscono il trauma e il lutto e perdono una fonte di sostentamento, chi sopravvive deve rimparare a muoversi magari con l’ausilio di stampelle o sedie a rotelle, e tutto perché… qualcuno non è stato attento, chi avrebbe dovuto controllare non ha controllato, certo c’è il caso e pure la fatalità, si tratta pur sempre di “incidenti”…. ma esiste una buona dose di incoscienza, verrebbe perfino a dire di premeditazione.
I protagonisti di “A Chi Esita” offrono le loro testimonianze, affinché quell’inutile senno di poi, quel rammarico per un atto mancato, una telefonata di troppo, non debba riguardare altre persone, la conta delle vittime inutili finisca e resti semmai davvero solo la fatalità; la pièce di Rossolevante solleva soprattutto, in questo racconto a più voci, la questione della responsabilità individuale e collettiva.
«Ogni giorno nel nostro paese si combatte una guerra non dichiarata, che miete inevitabilmente i suoi morti e feriti» – sottolineano Juri Piroddi e Silvia Cattoi –. «Con numeri impressionanti. Una guerra il cui campo di battaglia è “ovunque” – sul lavoro, sulle strade, a scuola, in casa – e in cui il dolore non è solo delle vittime, di chi va in battaglia, ma anche di chi resta a casa, con un costo umano e sociale altissimo. A chi esita, a chi non si spende per la sicurezza a trecentosessanta gradi, un urlo: “non aspettarti nessuna risposta oltre la tua! Prendi posizione, schierati, agisci, non stare a guardare. Cambia ciò che va cambiato. Ognuno di noi può essere portatore di sicurezza. Ora”. Perché, oltre le statistiche e i numeri, ci sono sempre persone».
E concludono: «“A Chi Esita” scava nel profondo dei meccanismi alla base delle nostre scelte, offrendo una galleria di storie e personaggi esemplari, per mostrare che attenzione e responsabilità non sono solo un fatto di morale personale, ma un imperativo etico che tutti dobbiamo sempre tenere a mente».
Biglietti da €8. Info e prenotazioni Sanluri: cell. 340.7772995 – [email protected]. Info e prenotazioni Lanusei: cell. 338.8727641 – [email protected].