Oggi, 26 dicembre, si celebra Santo Stefano, una ricorrenza che segue immediatamente il Natale e che ha un significato profondo nella tradizione cristiana. La figura di Santo Stefano è venerata come il primo martire cristiano, simbolo di fede e coraggio nel difendere i propri ideali spirituali.
Stefano è menzionato negli Atti degli Apostoli, nel Nuovo Testamento, come uno dei primi sette diaconi scelti dalla comunità cristiana di Gerusalemme. Questi uomini avevano il compito di occuparsi dei bisognosi, in particolare delle vedove e degli orfani, affinché nessuno venisse trascurato. Dotato di grande eloquenza e sapienza, Stefano si distinse presto per la sua predicazione fervente e per la capacità di dimostrare con le Scritture l’identità di Gesù come Messia.
Tuttavia, le sue parole suscitarono l’ostilità delle autorità religiose. Accusato ingiustamente di blasfemia, Stefano fu trascinato davanti al Sinedrio, dove pronunciò un lungo discorso di testimonianza. Questo atto di fede gli costò la vita: fu lapidato fuori dalle mura di Gerusalemme, diventando così il primo martire cristiano.
La data del 26 dicembre è strettamente legata al significato del Natale. Dopo aver celebrato la nascita di Gesù, la Chiesa ricorda Stefano come il primo che, con la sua vita, testimonia la fede nel Redentore appena nato. La sua celebrazione il giorno successivo al Natale sottolinea il legame tra la gioia della venuta di Cristo e il sacrificio che la fede può richiedere.
In Italia la festività venne introdotta nel 1947, questa giornata è anche un’occasione per trascorrere del tempo con la famiglia, prolungando lo spirito natalizio. Santo Stefano ci invita a riflettere sul coraggio della fede e sull’importanza della solidarietà verso i più deboli, valori ancora oggi fondamentali nella nostra società.