Cronache di Bisanzio: Anno Domini 1505. E se fosse andata diversamente?

Come sarebbe il mondo oggi, la società, la politica e il sistema economico se gli eventi più importanti della storia dell’uomo avessero preso direzioni diverse? Molti autori, nel corso degli anni, hanno provato a rispondere, ipotizzando un presente che poggi le basi sulle ceneri di un passato alternativo. Negli anni ‘60 lo scrittore Philip K. Dick, con “La svastica sul sole”, propose una realtà in cui l’irrefrenabile macchina nazista vinse sugli alleati, ampliando il proprio dominio su ogni angolo del pianeta. È dall’impostazione narrativa di questo celebre racconto (definita “ucronia”) che, come dice l’autore stesso, trae ispirazione Cronache di Bisanzio: Anno Domini 1505 (Edizioni: La città degli Dei), romanzo d’esordio del giovane sassarese Alberto Massaiu.

Il libro, difatti, ambienta le vicende, le ambizioni e gli intrighi politici a cui sarà sottoposto l’intraprendente avventuriero veneziano Cesare Rizzo, in un Rinascimento notevolmente diverso da come lo conosciamo, figlio di un Impero Turco riappropriatosi delle terre orientali e occidentali un tempo appartenute all’Impero Romano. L’Italia non fa certo eccezione: ecco quindi che molti dei geni artistici simbolo della nostra penisola, come Leonardo Da Vinci e Niccolò Machiavelli, esprimono il proprio estro creativo non più unicamente tra le botteghe del bel paese, ma Milano, Firenze e Venezia sono ora sostituiti dai palazzi degli imperatori di Costantinopoli, mentre famiglie come i Borgia non esercitano il proprio potere solo in lingua latina, ma anche in greco e turco, dall’alto di una corte che unisce la memoria della Roma classica con le esotiche influenze greco-orientali.

Un prodotto, quello di Alberto Massaiu, di certo ambizioso, ma elegante e avvincente, che sa guidare il lettore attraverso la fantasiosa rivisitazione della nostra storia, frutto di una passione per il mondo orientale, il passato, la narrazione e, soprattutto, di un’accurata ricerca durata anni. Numerosi viaggi di studio e preparazione ad Istanbul (dove ha potuto esaminare in prima persona le grandi Mura di Teodosio in cui sono ambientati i primi 4 capitoli del romanzo), in Grecia e tra gli antichi resti del mondo bizantino (la superba città di Mistrà, nel Peloponneso, ultimo avamposto a cadere in mani turche dopo la presa di Costantinopoli del 1453), oltre all’attento approfondimento tra libri, documentari e articoli tematici, hanno permesso all’autore di ricostruire un passato differente, ma storicamente accurato, immaginando i comportamenti dei romani orientali verso le scoperte del secolo XV come la stampa a caratteri mobili, la polvere da sparo e le esplorazioni geografiche.

Attraverso le pagine di “Cronache di Bisanzio” il lettore esplora un mondo concreto, realistico, ma soprattutto plausibile, che permette di far volare la fantasia e la curiosità, porsi domande sulla storia come la conosciamo, analizzandola con occhio logico, ma critico, lasciando alla sua visione interessanti spunti di riflessione.

Alberto Massaiu con l’editore Stefano Piroddi (La Città degli Dei). Foto Gianmichele Manca
Exit mobile version