“Paradigmi della complessità” è la nuova raccolta poetica di Silvia Elena Di Donato, autrice di origini pescaresi che, oltre alla carriera letteraria, ha scelto anche l’insegnamento in un liceo classico abruzzese, per trasmettere alle nuove generazioni il suo amore sconfinato per le lettere. Curatrice di interventi di carattere storico e letterario sia su periodici locali che nell’ambito di rassegne e manifestazioni culturali, ha già pubblicato nel 2018 per Masciulli Edizioni la silloge poetica “La maschera di Euridice”, vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti.
La sua nuova opera è invece edita nel 2024 da Di Felice Edizioni, casa editrice specializzata in poesia e in narrativa sul e del Mediterraneo, la quale pone particolare attenzione all’attività di traduzione come strumento strategico per avvicinare culture, tessere relazioni e incoraggiare il confronto tra orizzonti conoscitivi diversi.
Silvia Elena Di Donato mette al centro di tutto il nostro sentire, la nostra interiorità, che lotta per emergere in questo mondo duro, arido, e senza apparenti speranze. Eppure di speranza l’autrice ne ravvisa: la vita è una continua sorpresa, e se noi sappiamo cogliere le opportunità possiamo davvero connetterci con quello che c’è al di fuori, e trarne energia salvifica per la nostra anima. Nelle liriche c’è l’amore raccontato nelle sue tante sfumature: non sempre è un sentimento positivo ma è comunque potente abbastanza per aprire porte essenziali per la nostra evoluzione. L’autrice ridelinea i contorni dell’essere umano, ampliandolo oltre la mortale carne, mostrandolo in relazione attiva con l’infinito, di cui è parte: l’uomo partecipa della complessità della vita, e ogni esistenza è preziosa ed è materia privilegiata su cui poetare.
“Paradigmi della complessità” è un dono per chi è alla ricerca della verità delle cose, in un momento storico in cui sono poche le certezze, l’autrice ci ricorda inoltre che va bene sentirsi in bilico, l’importante è avere la forza di non cadere, di resistere alle intemperie e di puntare sempre a salire, a migliorarsi. Come affermato dal critico letterario, poeta e traduttore Vincenzo Guarracino, prefatore della raccolta: «C’è in chi scrive piena la coscienza del “mondo fuori dalle sue stanze”, con la sensazione di ritrovarsi su un promontorio estremo con la propria dolente solitudine “a picco sul mare lontano” e le “sconnesse geografie” della sua anima flagellate dalle onde di un “oceano”, risorsa troppo disattesa, ancorché con la fiera determinazione a non perdere di vista, costi quel che costi, la “vetta” dove tutte le attese e le promesse si avverano e “le parole si fanno mondo”».
































