La startup cinese di intelligenza artificiale DeepSeek è balzata agli onori della cronaca mondiale sconvolgendo i mercati finanziari e suscitando un dibattito acceso sulle potenzialità e i rischi dell’IA. Ma cosa si cela dietro questa app che ha mandato in tilt il Nasdaq?
L’azienda fondata nel 2023 da Liang Wenfeng ha rapidamente guadagnato attenzione internazionale grazie al suo modello DeepSeek-V3, che offre prestazioni paragonabili ai leader del settore come OpenAI, ma con un utilizzo significativamente inferiore di risorse computazionali.
Il modello DeepSeek-V3 è stato addestrato utilizzando circa 2.000 chip specializzati della serie H800 di Nvidia, con un costo stimato di 5,58 milioni di dollari. Questo approccio efficiente ha sollevato interrogativi sull’efficacia delle restrizioni all’esportazione imposte dagli Stati Uniti sulle tecnologie avanzate destinate alla Cina
Il successo di DeepSeek ha innescato una reazione a catena sui mercati finanziari. Le azioni di giganti tecnologici come Nvidia, Microsoft e Alphabet hanno registrato cali sostanziali, con una perdita complessiva di valore di mercato stimata in oltre 1 trilione di dollari. Questo evento è stato paragonato al “momento Sputnik” della Guerra Fredda, evidenziando un potenziale punto di svolta nella competizione tecnologica globale
Il 27 gennaio 2025, DeepSeek ha annunciato che avrebbe temporaneamente limitato le nuove registrazioni a causa di “attacchi malevoli su larga scala” che stavano compromettendo i suoi servizi. Gli hacker, sfruttando una vulnerabilità nel sistema, sono riusciti a penetrare nei server di DeepSeek e a sottrarre dati sensibili.
L’hackeraggio di DeepSeek rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore dell’intelligenza artificiale. La corsa allo sviluppo di nuove tecnologie sempre più sofisticate rischia di oscurare la necessità di garantire la sicurezza e la privacy degli utenti. È fondamentale che le aziende che operano in questo settore investano in misure di sicurezza adeguate a prevenire attacchi informatici e proteggere i dati dei propri utenti.
Nonostante il successo, DeepSeek ha affrontato critiche riguardo alla censura dei contenuti. Gli utenti hanno segnalato che l’assistente AI evita di rispondere a domande su argomenti politicamente sensibili in Cina, come il massacro di Piazza Tienanmen o il Partito Comunista Cinese. Questo solleva interrogativi sull’imparzialità e sull’etica dei modelli di intelligenza artificiale sviluppati sotto regimi autoritari.
Nella giornata di giovedì 30 gennaio, il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco immediato del servizio di chatbot DeepSeek in Italia, adottando una misura d’urgenza per tutelare il trattamento dei dati degli utenti italiani. La decisione è stata presa a seguito della comunicazione ricevuta dalle società fornitrici del servizio, ritenuta insufficiente a garantire la conformità alla normativa sulla privacy.
Le aziende coinvolte, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, hanno dichiarato di non operare in Italia e di non essere soggette alla normativa europea. Tuttavia, il Garante ha ritenuto necessario limitare il trattamento dei dati e avviare un’istruttoria per verificare le modalità di raccolta, le finalità e la base giuridica del trattamento.
L’Autorità ha richiesto chiarimenti sulle fonti dei dati personali, sulla loro eventuale conservazione in server cinesi e sulle tecniche di addestramento dell’intelligenza artificiale, con particolare attenzione all’uso di dati ottenuti tramite web scraping.
































