A partire dal 1° gennaio 2025, la ricetta elettronica (o ricetta dematerializzata) è diventata obbligatoria anche per i farmaci a completo carico del cittadino, segnando la fine delle tradizionali “ricette rosse” e “bianche”. Questo cambiamento fa parte della manovra di bilancio e rappresenta un passo ulteriore nell’evoluzione della sanità digitale in Italia, che già oggi si avvale di sistemi informatici per la gestione delle prescrizioni mediche e per il ritiro dei farmaci in farmacia.
La ricetta elettronica sostituisce il tradizionale formato cartaceo, che fino a pochi anni fa veniva redatto manualmente dal medico. Con l’introduzione di questo sistema digitale, il medico compila la prescrizione direttamente su una piattaforma informatica, e il paziente non riceve più una ricetta cartacea, ma un documento digitale che può essere consultato e utilizzato per ritirare i farmaci. La ricetta elettronica può essere utilizzata non solo per i farmaci, ma anche per la prescrizione di visite ed esami medici.
L’introduzione di questo sistema ha avuto un’accelerazione durante la pandemia di COVID-19, periodo in cui sono stati adottati anche strumenti non ufficiali, come l’invio tramite WhatsApp delle ricette. Ora, però, l’uso di questi metodi informali sarà ridotto, e la gestione delle ricette passerà esclusivamente attraverso canali ufficiali e digitali.
Un aspetto fondamentale della ricetta elettronica è la sua identificazione unica. Ogni prescrizione digitale è associata a un numero chiamato “Numero di Ricetta Elettronica” (NRE) per i farmaci del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), e a un “Numero di Ricetta Bianca Elettronica” (NRBE) per i medicinali a carico del cittadino. Questi numeri, che possono essere letti anche come codici a barre, sono essenziali per il ritiro del farmaco in farmacia. Il paziente può visualizzare e scaricare la propria ricetta elettronica accedendo al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) o ricevendo un promemoria via e-mail o SMS, che contiene i dettagli della prescrizione.
Una volta in possesso della ricetta elettronica, il paziente ha diverse opzioni per ottenere il farmaco in farmacia. Può presentare una copia cartacea del promemoria, dettare il numero della ricetta e il proprio codice fiscale al farmacista, o ancora mostrare il promemoria direttamente tramite smartphone o tablet. In alcune regioni, è possibile anche utilizzare la tessera sanitaria per accedere direttamente alle ricette tramite il FSE.
Nonostante l’introduzione della ricetta elettronica, ci sono ancora alcune eccezioni. Ad esempio, alcuni farmaci contenenti sostanze stupefacenti e psicotrope, come il metadone o il Ritalin, non possono ancora essere prescritti tramite ricetta elettronica e richiedono una ricetta cartacea speciale. Lo stesso vale per l’ossigeno, che deve ancora essere prescritto su ricetta cartacea. Queste eccezioni creano un’area grigia nella normativa, che al momento è in fase di chiarimento, e i medici possono continuare a utilizzare la ricetta cartacea per questi farmaci fino a quando non saranno definiti i nuovi regolamenti.
Un altro punto importante riguarda la validità delle ricette elettroniche. La ricetta elettronica per farmaci del SSN avrà una validità di 30 giorni, e il medico potrà prescrivere al massimo due confezioni di farmaci. In alcuni casi, come per i pazienti con esenzione per patologie croniche, il medico potrà prescrivere fino a sei confezioni. La ricetta elettronica per farmaci a carico del cittadino, invece, può essere “ripetibile” o “non ripetibile” e ha una validità che può variare fino a sei mesi, a seconda del tipo di farmaco prescritto.
Un altro vantaggio significativo della ricetta elettronica è la sua validità su tutto il territorio nazionale. I pazienti potranno ritirare i farmaci prescritto in qualsiasi farmacia d’Italia, senza dover fare i conti con le differenze regionali che caratterizzavano le ricette cartacee. Tuttavia, i farmaci a carico del SSN continueranno a essere dispensati gratuitamente, mentre per quelli a pagamento il cittadino dovrà coprire il costo del farmaco, con l’eventuale differenza di prezzo tra il farmaco di marca e il generico.
