Claudio Ranieri come Leonardo Semplici, il trio uruguagio Herrera-Francescoli-Fonseca come Godin- Nandez-Joao Pedro, il 1991 come il 2021. Trent’anni e non sentirli. Oggi come allora: il Cagliari si lascia (quasi) definitivamente alle spalle la zona calda della classifica e un incubo retrocessione al momento scongiurato con la pesantissima vittoria di Benevento.
Il trionfo del “Ciro Vigorito”, oltre a suggellare una rimonta salvezza incredibile, riporta alla mente un’altra impresa storica: quella dei rossoblù di Claudio Ranieri edizione 1990/1991. Presieduto dalla famiglia Orrù e guidato in campo da un interprete di livello qual è Gianfranco Matteoli, oltre a giovani di sicuro affidamento come Festa e Cappioli, il Cagliari ritorna in Serie A nell’estate di Italia ’90 dopo la mesta retrocessione del 1983.
Il doppio salto dalla Serie C all’élite pallonara lascia inevitabilmente degli strascichi soprattutto sul versante esperienza: nel girone di andata – era la Serie A dei due punti a vittoria – il Cagliari chiude al penultimo posto con 10 punti in cascina e un preoccupante ritardo di cinque lunghezze dalla zona comfort, occupata dal trio Lecce-Napoli-Roma.
Trenta stagioni dopo il copione sembra non cambiare di una virgola: partito con ambizioni europee il percorso del Cagliari di Eusebio Di Francesco è a dir poco disastroso. Solo 14 i punti raccolti nelle 19 giornate del girone di andata. Un magro bottino a cui fa seguito un punto in quattro partite al giro di boa che costa la panchina al tecnico abruzzese. Gli subentra Leonardo Semplici che, nella conferenza stampa di presentazione del 23 febbraio scorso, galvanizza una piazza depressa e una squadra vicina ad alzare bandiera bianca: “Credo nella salvezza. Da ora in poi saranno 15 finali. È una sfida che dovremo vincere insieme”. Cagliari si scuote e inizia a pregustare un epilogo in salsa epica.
“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. È esercizio di disarmante semplicità applicare l’assunto di Agatha Christie, regina dei romanzi gialli d’Oltremanica, alla liaison Cagliari vintage e attuale sodalizio rossoblù.
Il primo indizio sulla via che porta alla salvezza fa rima con Sampdoria: nell’aprile 1991 il Cagliari strappa ai futuri campioni d’Italia un punto d’oro. Finisce 2-2: ai gemelli del gol Vialli e Mancini risponde una doppietta di Daniel Fonseca (celebre la rovesciata da antologia al tramonto del match) che ammutolisce Marassi. Identico risultato il 7 aprile 2021: vantaggio rossoblù con Joao Pedro, rimonta blucerchiata con Bereszynski e Gabbiadini e pareggio a tempo scaduto di Nainggolan. Stavolta, ironia del destino, è proprio il tecnico doriano Claudio Ranieri a masticare amaro.
Le sliding doors della storia non si esauriscono sul manto erboso dello stadio genovese: il secondo indizio che diventa coincidenza si chiama Parma. Il 30 marzo 1991 in un Sant’Elia ribollente di passione, il Cagliari passa in vantaggio con il solito Fonseca, abile nel trasformare in gol un’illuminante pennellata di Matteoli. I rossoblù controllano la gara ma un calcio di punizione di Marco Osio sorprende Mario Ielpo e riporta in equilibrio il match. L’1-1 sembra il risultato finale ma l’estremo difensore del Parma Taffarel non ha fatto i conti con Enzo “El Principe” Francescoli che al minuto 94 pesca al centro dell’area parmense “Pepe” Herrera: destro all’incrocio dei pali e Sant’Elia in visibilio per una vittoria di chiara matrice sudamericana.
Cambiano gli interpreti ma non la sostanza: il 17 aprile 2021 Cagliari-Parma è un vero e proprio spareggio salvezza. I gialloblù vanno sul 2-0 con Pezzella e Kucka ma Pavoletti accorcia le distanze al 39’ della prima frazione. Il 3-1 parmense del rumeno Man è una doccia gelata ma gli ultimi venticinque minuti di gara sono sconsigliati ai deboli di cuore. Razvan Marin accorcia le distanze al minuto 66 e il forcing cagliaritano viene premiato poco dopo il novantesimo quando Gastón Pereiro trova l’angolo lontano con il mancino. L’estremo difensore del Parma Sepe può solo raccogliere il pallone dalla rete. Il 3-3 è cosa fatta ma il pareggio serve a poco a entrambe. La partita vive di continui capovolgimenti di fronte fino al minuto 94: traversone di Pereiro, colpo di testa vincente di Alberto Cerri.
Il Cagliari è a un passo dalla rimonta e il terzo indizio diventa prova. Il 14 aprile 1991, dopo una rimonta epica, la diretta concorrente per la permanenza in A, il Lecce di Zbigniew Boniek, soccombe al Sant’Elia. 2-0 senza appello firmato dal duo Herrera-Francescoli.
Trent’anni dopo il Lecce, ecco il Benevento. Il 3-1 in terra sannita nello scontro diretto significa zona salvezza, quattro punti di margine sulla zona retrocessione e soprattutto il vantaggio negli scontri diretti sui giallorossi campani. Più “Semplici” di così…