Un aprile a dir poco da incubo: non può essere descritto in maniera migliore il mese vissuto dal Cagliari. I rossoblù in 6 partite hanno conquistato soltanto quattro punti, grazie alla vittoria alla Sardegna Arena contro l’Udinese e al pari, sempre tra le mura amiche, contro il Bologna. Tutto è iniziato il 4 aprile, con la sconfitta per 2-1 sul campo del Genoa. Un ko sfortunato e arrivato dopo una prestazione tutto sommato positiva e confortante. Ma è da qui che la squadra di Diego Lopez ha iniziato a smarrirsi e a perdere la bussola, come se il gol di Medeiros, arrivato nei minuti finali, sia stata una sorta di mazzata psicologica difficile da digerire e da metabolizzare. E la sconfitta per 1-0 di 4 giorni dopo in quel di Verona è la conferma perfetta di una barca che ha perso irrimediabilmente il suo timone. Gli isolani, senza alcun dubbio, non sono assistiti dalla fortuna, ma se, come si dice, la fortuna aiuta gli audaci, di audace nella squadra sarda c’è davvero ben poco. E questo è fin troppo chiaro ed evidente.
Ma ecco che, quando tutto sembra far incredibilmente paura e trasformarsi in un’inesorabile discesa, arriva il successo casalingo con l’Udinese. Un 2-1 in rimonta in cui c’è la firma in calce di Luca Ceppitelli. Il difensore è una delle poche note positive di un momento a dir poco nero. Il suo perfetto e perentorio colpo di testa riporta una vittoria che mancava da ben due mesi. Ma è solo un’illusione, perché quattro giorni dopo arriva il tonfo di San Siro contro l’Inter. A colpire non è tanto il 4-0, risultato senza alcun dubbio pesante, ma il modo in cui questo è maturato. Nella sfida contro i nerazzurri infatti il Cagliari non ha mai tirato, non accennando nemmeno un sussulto di orgoglio e di reazione. Ed è il segnale principale di una squadra che mentalmente sembra aver staccato la spina e non esser più sul pezzo. Lo scialbo e soporifero 0-0 della giornata successiva con il Bologna non fa altro che confermare queste sensazioni. E quando anche il pubblico, che, di solito, non ha mai fatto mancare il suo apporto alla squadra, inizia a contestare e a criticare pesantemente vuol dire che c’è davvero qualcosa che non va. La pesante sconfitta con la Sampdoria sembra quasi la naturale conclusione di quanto accaduto nelle precedenti settimane. Un 4-1 che non ammette repliche e che, sotto alcuni aspetti, sembra ricordare quanto accaduto contro l’Inter. Una prestazione scialba, deludente e a tratti quasi imbarazzante. Inutile la reazione, più che altro nervosa, del secondo tempo. Sul banco degli imputati non può non salire Diego Lopez, apparso in totale confusione tecnica e tattica, come dimostrato dai continui e inspiegabili cambiamenti di modulo a partita in corso. La squadra sembra non seguirlo più, ma intervenire ora potrebbe essere controproducente.
E adesso che succede? Difficile dirlo. Ciò che è certo è che la situazione è terribilmente delicata. I due punti di vantaggio sul Chievo, terzultimo in classifica, permettono al Cagliari di essere ancora artefice e padrone del proprio destino. Ma a essere a sfavore dei rossoblù è il calendario. Roma, Fiorentina e Atalanta: saranno queste le ultime tre avversarie, tutte con qualcosa ancora da conquistare. I giallorossi sono in corsa Champions con Lazio e Inter, mentre toscani e orobici sono in lotta per un posto in Europa League. Insomma, sembra davvero piovere sul bagnato. Gli isolani devono assolutamente ritrovare loro stessi. A mancare sono solidità difensiva e lucidità offensiva. A dirlo sono i numeri del mese di aprile: 12 gol subiti e soltanto 4 realizzati. Mai come in questo caso servono davvero poche altre spiegazioni. Ora però è inutile perdersi in polemiche e nella costante e continua ricerca di un colpevole e di un capro espiatorio. In ballo c’è la permanenza in Serie A. Quello della squadra sarda sembra una sorta di incubo senza fine. La retrocessione però trasformerebbe in tutto in una tremenda realtà.