Nei camerini di Sanremo Ornella Muti, co-conduttrice della serata inaugurale del Festival della Canzone italiana, ha ricevuto un mazzo di cannabis inviatole dal Comitato Promotore Referendum Cannabis. A consegnarglielo Antonella Soldo di Meglio Legale, co-promotore del Referendum Cannabis Legale insieme all’Associazione Luca Coscioni, che questa estate, in una sola settimana ha raccolto oltre 600.000 firme ed ora è in attesa del vaglio della Corte Costituzionale. “Il peccato è che viene scambiato per qualcosa che non è”, ha commentato con disappunto l’attrice dopo aver saputo che Soldo era stata sottoposta a un fermo di polizia prima della consegna.
Da tempo l’attrice di Risi, Scola, Nuti, Verdone e molti altri, è vicina al tema della legalizzazione. Ha dichiarato più volte di essersi avvicinata a questa pianta in occasione della malattia della madre, che ne faceva un uso medico per contrastare forti dolori. Un’esperienza che l’ha portata alla decisione di aprire in Salento l’Ornella Muti Hemp Club, un’associazione – nata da un’idea della figlia di Muti, Naike Rivelli – che aiuta i pazienti che hanno necessità di cannabis medica e fa informazione sul tema.
Muti, insieme alla figlia Naike Rivelli, è stata tra le prime a sottoscrivere e promuovere la raccolta firme per indire un referendum sul tema. Ad accompagnare il mazzo per Ornella Muti, un biglietto e il nastro verde da allacciare al polso diventato ormai simbolo degli oltre mezzo milione di italiani che hanno firmato la richiesta di referendum e che chiedono di poter andare al voto in primavera.
La polemica per la foto con ciondolo
A macchiare la vigilia della sua prima volta al Festival, però, le polemiche per una foto pubblicata dall’attrice dal backstage delle prove. In compagnia della figlia Naike, Ornella indossa un ciondolo a forma di foglia di cannabis. In conferenza stampa, l’attrice si è difesa: “La cannabis legale è già legale. Spingo per quella, non per l’aspetto ludico della canna. Mi dispiace che ci sia questa polemica e che addirittura si pensi che io giri per il backstage donando canne, è triste”.
Poi, la Muti ha spiegato meglio: “Mi curo omeopaticamente, è una mia scelta che grazie a Dio non è vietata ma ci sono testi e persone più giuste di me per parlare di questi temi, dell’uso della cannabis per i bambini epilettici, le persone malate: non è che un bambino debba fumare una canna, la cannabis è una pianta che dà oli, estratti, è una scelta del paziente se usarla o no”.
E sul possibile referendum sul tema aggiunge: “Legalizzarla sarebbe la cosa migliore visto che girano droghe molto più pesanti e pericolose. È meglio avere delle ricette se ne è il caso”. La libertà, in ogni caso, viene prima di tutto: “Ognuno – ha concluso Muti – deve fare quello che si sente”.
Fonte «Agenzia DiRE.it»