Il canto seducente e le raffinate invenzioni polifoniche de Le Balentes – in concerto mercoledì 28 dicembre alle 21 (invece che martedì 20 dicembre, come precedentemente annunciato) al Teatro Comunale di San Gavino Monreale – sulle tracce del nuovo album, “Inghirios”, prodotto da Michele Palmas per S’ardmusic e distribuito da EgeaMusic per un nuovo appuntamento con la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa, Musica, Danza e Circo Contemporaneo organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del Comune di San Gavino Monreale, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Sotto i riflettori le cantanti Stefania Liori, Pamela Lorico e Federica Putzolu intrecciano melodie e racconti, in un ideale viaggio alla (ri)scoperta delle storie e delle leggende della Sardegna, accompagnate dall’affiatato ensemble che schiera Fabrizio Lai (chitarre e bouzouki), Fabio Useli (basso e chitarra), Antonio Pisano (batteria e percussioni) e Pierpaolo Liori (fisarmonica e chitarra), tra sonorità antiche e contemporanee.
Il nuovo progetto del trio femminile che sposa una tecnica virtuosistica alla conoscenza della musica popolare e alla ricerca e la sperimentazione a partire dai ritmi e dagli accenti, dalle modalità e dalle varie forme di canto elaborate nel corso dei secoli, pur così denso di rimandi alle tradizioni e alla cultura della terra antica nel cuore del Mediterraneo, si apre al dialogo con il mondo, attraverso la narrazione di saperi e di consuetudini, patrimonio di una civiltà millenaria, per ritrovare le proprie radici e insieme guardare al futuro. Le voci delle Balentes disegnano un intrigante affresco dell’Isola con le sue molte anime, tra la civiltà agropastorale e il legame con il mare e gli stagni dei paesi e delle città d’acqua, accanto alla memoria dell’età nuragica e prenuragica, tra creature leggendarie e misteriose come le janas, le minuscole fate che abitano le cavità della roccia e i “giganti”, custodi d’Ichnusa, e in epoche più recenti l’eco di rivolte contro i soprusi e epopee di banditi, attingendo al ricco immaginario ma anche e soprattutto alle usanze e i riti della vita paesana.
“Inghirios” si ispira a quel patrimonio prezioso che appartiene alla coscienza collettiva per descrivere la Sardegna di ieri e di oggi, con un’antologia di canzoni originali – accanto agli antichi successi e brani diventati ormai “classici” del repertorio dell’ensemble: da “Sa Prima Pandela” che rompe con la tradizione, attraverso la rivendicazione di una donna alla guida della corsa equestre, con una inedita affermazione della parità di genere, alla figura enigmatica e inquietante della “Surbile”, accanto a “Narami”, la splendida “Niña Unde” e il ritratto di un “Piciocus de Crobi”. Il sentimento di un’antica solidarietà emerge in “A Manu Tenta” e lo spirito del nuovo disco si riassume nell’emblematica “Inghirios”, e c’è poi lo spazio per “Contuleddu” e “Sorammala” accanto alla struggente “Lagrimas”.

Un concerto avvincente e sorprendente, che fonde gli accenti de sa limba sarda nelle sue varianti alle molteplici suggestioni sonore, per condurre gli ascoltatori nelle atmosfere dell’Isola tra la dimensione del quotidiano, con la “semplicità” e insieme la forza icastica dei gesti e la preziosa umanità della sua gente, pur così riservata e schiva, ma insieme generosa e ospitale e la dimensione onirica e fantastica di antichi miti e leggende.
«Ogni luogo ha la sua storia. Poco importa l’angolo del mondo in cui si trova o il tipo di vita che i suoi abitanti conducono; è certo che, dai bambini che muovono i primi passi nelle strade polverose, agli anziani che li seguono con sguardi profondi, tutti si sentono legati da sottili trame di vita e tradizioni» – si legge nella presentazione -. «Da questa consapevolezza nasce “Inghirios”: una necessità, un desiderio estremo di custodire le leggende e le magie della Sardegna. È così che raccontiamo la storia della nostra terra: una storia viva, tangibile, che emerge ogni volta che ascoltiamo i racconti dei suoi abitanti, di certo più intensi di quelli dei libri di storia. Ogni brano è una narrazione, un’onda di voci e di gesti, un insieme coeso di suoni e armonie.
Condividiamo storie popolari racchiuse in un unico grande racconto, che cambia voce e ambientazione intrecciando tradizioni e lingue diverse (tabarchino, barbaricino, campidanese…) che rivelano la magia dell’isola di Sardegna».
Un’antologia preziosa in cui si riflette lo spirito di un popolo, con le sue usanze e i suoi riti, tra i canti che accompagnano lo scorrere dei giorni e il ciclo dei mesi e delle stagioni, e che raccontano le umane passioni e gli eventi dell’esistenza, trasfigurandoli in musica e in poesia ma anche melodie nuove in cui affiorano le istanze della modernità e l’eco dei mutamenti culturali e sociali, in particolare per quel riguarda la condizione e il ruolo delle donne. “Inghirios” è metafora di un cammino alla riscoperta delle origini, dei mille volti della Sardegna, delle sue molteplici sfaccettature, tra paesi e città, dimensione rurale o urbana, nel contrasto tra le aree più interne e le zone costiere, in una sinfonia di colori e luci, voci e suoni simbolo di un’identità. Quelle storie particolari e insieme universali superano mari e oceani, diventano parte di un’unica narrazione, simile eppure sempre diversa, con il mutare delle geografie, in cui è possibile riconoscersi in quanto appartenenti alla stessa specie umana.
Biglietti e abbonamenti resteranno validi anche per la nuova data. Biglietti: intero €15, ridotto €12. Info e prenotazioni: cell 340.4041567 – [email protected].
































