Una miscela vibrante di stili e sonorità in cui si fondono rock, country, blues, tex-mex, surf, improvvisazioni jazz e atmosfere da western alla Morricone. Si presenta così il concerto che stamattina apre la giornata numero sei del trentaseiesimo festival Time in Jazz, in pieno corso (fino a mercoledì 16) tra Berchidda e gli altri centri del nord Sardegna che fanno parte del suo circuito.
Protagonista a Tula – alle 11, davanti alla Chiesa di Nostra Signora di Coros – il trio Guano Padano – una delle formazioni più originali della scena musicale italiana degli ultimi tre lustri.
Un’altra chiesa, quella di Madonna di Castro, nella campagna di Oschiri, farà da quinta scenica al concerto del pomeriggio: di scena, alle 18, il trio Melodrum, formazione nata nove anni fa a Torino su iniziativa del batterista Francesco Brancato insieme al pianista Salvatore Spano. L’idea di base è quella di costituire un repertorio di jazz contemporaneo che prenda spunto dal patrimonio culturale della musica europea, identificando nella tradizione del melodramma la sua summa identitaria artistica ed espressiva.
Preludio alla serata a Berchidda, il consueto appuntamento con la parata musicale per le strade della Rusty Brass Band (partenza alle 19:30) e quello con il FestivalBar, la minirassegna ospitata ogni sera da un diverso bar del paese, che oggi fa visita alle 20 al Museo del Vino: di scena Gabriele Pollina, polistrumentista e percussionista che fonde le melodie ipnotiche dell’Handpan, un particolare strumento a percussione a doppia campana di acciaio, con beat elettronici suonati dal vivo.
Alle 21:30 riflettori accesi sul “palco centrale” del festival, quello allestito in Piazza del Popolo. Il fisarmonicista francese Vincent Peirani, al centro del set di apertura, rappresenta una nuova generazione di musicisti jazz che rifiuta confini e limiti e, piuttosto che seguire i sentieri battuti, sceglie di esplorare nuovi campi, nuove strade nella musica. Il fisarmonicista francese si presenta a Time in Jazz in trio con il chitarrista Federico Casagrande e Ziv Ravitz alla batteria e alle tastiere, gli stessi musicisti che lo affiancano nel suo ultimo disco, “Jokers”, che dà il titolo al concerto: un viaggio caleidoscopico tra revival iconoclasti, la potente energia del rock (con arrangiamenti di brani di Marilyn Manson e Nine Inch Nails), ritornelli all’italiana (Nino Rota).
Il secondo tempo della serata di oggi vede il ritorno a Time in Jazz di Dhafer Youssef, cantante e suonatore di oud, il liuto tipico della musica araba; un musicista che è riuscito a liberare questo strumento dal suo ruolo tradizionale e portarlo nel jazz. Con lui sul palco di piazza del Popolo, Mario Rom (tromba), Daniel Garcia (piano e tastiere), Souaeli Mbappe (basso elettrico), Shayan Fathi (batteria) e Adriano Do Santos (percussioni).
Spenti i riflettori in Piazza del Popolo, ancora musica con Time After Time, lo spazio notturno dopoconcerto nella piazzetta adiacente il palco centrale, dove il batterista berchiddese Nanni Gaias e il suo trio, con Giuseppe Spanu alla chitarra e Pier Piras al basso, accompagnano ogni sera un diverso ospite: oggi sonorità blues, funk e afrobeat vedono il ritorno a Berchidda del cantante e chitarrista emiliano Stefano Barigazzi, già a Time in Jazz nel 2020. E poi ancora musica nel cuore della notte con il dj set di Dj Cris.
Per informazioni, la segreteria di Time in Jazz risponde al numero 320/3874963 e all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Aggiornamenti e altre notizie sul festival sono disponibili sui canali social Facebook, Instagram, Twitter e Telegram e sul sito timeinjazz.it.
































