Trasformare la passione per la musica, coltivata fin dall’infanzia, in una professione di successo, è l’impresa in cui è riuscito Marco Azara, 33 anni, chitarrista e compositore di Olbia.
Marco, grazie ai suoi genitori, trascorre l’infanzia ascoltando musica punk, quindi Sex Pistols, The Clash, Police e, durante le scuole medie, decide di imparare a suonare uno strumento: «Inizialmente volevo suonare il basso, mia madre invece mi convinse ad optare per la chitarra elettrica perché è uno strumento più di compagnia, fu il mio regalo di promozione. Iniziai da autodidatta».
Da quel momento Marco si dedica principalmente alla musica, entrando in una band a soli 13 anni, gli E-Placid: «Passavo tutto il mio tempo in sala prove. A 13 anni e mezzo ho fatto i primi concerti con la mia band, ci esibimmo nei locali di Olbia e in altre città della Sardegna, compresa Cagliari. Crescendo la band si sciolse a causa dei vari impegni dei componenti, ma ancora oggi sono tra i miei migliori amici».
Per il chitarrista la musica continua, comunque, ad essere una priorità, lavora ma, contemporaneamente, prende parte ad alcune cover band e inizia a girare l’Italia con un trio, i Dreams Brothers, riscuotendo un certo successo. Attraversa poi un periodo di incertezza, inizia ad interrogarsi sul proprio futuro, così a 21 anni decide di partire in Spagna per fare un’esperienza lavorativa diversa, non immaginando che quel viaggio sarebbe invece stato determinante per la sua carriera musicale: «Lavoravo in un ristorante italiano e il titolare, Mauro, che ancora oggi è un mio caro amico, chitarrista e appassionato di musica blues, mi fece incontrare degli artisti grazie ai quali ho accresciuto la conoscenza del blues e del flamenco, in particolare della tecnica chitarristica del fingerpicking. Da quel momento in poi ho avuto una nuova vita musicale e quando sono tornato in Italia ho iniziato ad approfondire gli studi del mio strumento, acquistando più fiducia nelle mie capacità».
Ad Olbia negli anni ’90 i ragazzi che si interessavano di musica non erano tanti, Marco Azara stringe amicizia con Maurizio Pisciottu, oggi conosciuto come Salmo, il famoso rapper e produttore discografico, amicizia che prosegue ancora oggi: «Con Salmo ci sentivamo sempre, seguivo la sua carriera anche dalla Spagna. Nel 2014, dopo una cena insieme, andammo in un locale dove fui invitato sul palco a suonare un pezzo. Subito dopo Salmo mi annunciò che avrebbe dovuto aprire i concerti di Jovanotti negli stadi e mi chiese se mi andasse di partecipare suonando la chitarra, accettai subito. Da quel momento in poi è iniziata la nostra collaborazione».
Nel 2015 il chitarrista va in tour per promuovere il famoso disco di Salmo, “Hellvisback”: «Facemmo una cinquantina di date in tutta Italia tra maggio e ottobre, poi in Ungheria partecipammo al Sziget Festival, un evento musicale europeo incredibile, con artisti del calibro dei Muse e Rihanna. Non mi rendevo quasi conto di come questo disco stesse cambiando la mia vita».
Nel 2017, dopo la promozione del primo disco, Azara inizia a lavorare a molti pezzi del nuovo disco di Salmo, “Playlist”, realizzato quasi interamente ad Olbia e finalizzato a Los Angeles: «Quando mi chiamò per sentire Playlist ricordo che gli dissi che non pensavo riuscisse a realizzare un disco ancora migliore di Hellvisback. È stato un successo strepitoso, Salmo ha cominciato a fare il tutto esaurito nei palazzetti, luoghi di culto per i musicisti. Ho avuto inoltre la fortuna di contribuire alla composizione di alcuni tra i suoi brani di maggiore successo, in particolare il singolo “Il cielo nella stanza” che, ricordo, nacque da un riff che mandai a Maurizio su WhatsApp. Quel singolo è stato primo in diverse classifiche per tanto tempo e ha registrato oltre 500 milioni di streaming».
Marco Azara con Salmo
Marco Azara inizia a lavorare in fase compositiva anche con altri artisti: «Ho un contratto con Caterina Caselli, con la Sugar Music. Negli ultimi due anni ho lavorato tantissimo facendo otto ore di studio di registrazione al giorno. Ho suonato nel primo e unico live di Tha Supreme della penultima semifinale di X-Factor, palco che avevo già calcato un anno prima con Salmo. Quest’anno ho suonato per il giovane cantautore Alfa in un programma su Rai 2, “Magazzini Musicali”. Una bellissima esperienza è stata, inoltre, poter comporre insieme a Stabber e Denny The Cool un brano di Anastasio che ha concorso al Festival di Sanremo 2020,“Rosso di Rabbia”».
A seguito dell’emergenza coronavirus, spettacoli ed esibizioni dal vivo si sono ridotti drasticamente, causando non pochi problemi al settore, ma questo non ha fermato il musicista: «In questo momento di stallo dei concerti, gli artisti sono concentrati a produrre nuova musica, per questo ho impiegato la maggior parte del mio tempo in studio di registrazione per lavorare su tantissime canzoni, alcune delle quali già edite come “Nei casini ci vado io” di Nerone, “Hype” di Inoki, “Cicatrici” di Nitro e altre in uscita tra il 2021 e il 2022».
Nel futuro ci sono ancora tante collaborazioni e un sogno particolare per Marco: «Un giorno vorrei avere una piccola band dove poter esprimere meglio il mio chitarrismo, senza sentire la responsabilità e la pressione del lavoro, anche se, a dire la verità, suonando, per me il divertimento non manca mai».