Amore e Tempo: un binomio che spesso ha caratterizzato grandi storie, sia nella letteratura che nel cinema, ma che di rado è stato declinato con la stessa perizia e originalità dimostrate dalla scrittrice americana Audrey Niffenegger, che nel 2003 ha esordito con il romanzo “The Time Traveler’s Wife” riscuotendo un immediato successo. Come spesso accade per i “casi letterari”, anche il mondo del cinema si è interessato a questa storia d’amore sci-fi, in cui i viaggi nel tempo determinano il destino dei protagonisti: nel 2009, dopo che Brad Pitt ha acquisito i diritti sul romanzo, è infatti uscito nelle sale cinematografiche il film “Un amore all’improvviso”, con Eric Bana e Rachel McAdams, mentre nel 2018 è stata la HBO a decidere di mettere in cantiere una serie che raccontasse le vicende di Henry DeTamble e Clare Abshire, interpretati rispettivamente da Theo James (The Divergent Series) e Rose Leslie (Downton Abbey, Game of Thrones).
I 6 episodi di “Un amore senza tempo” -questo il titolo italiano dello show, disponibile dal 13 giugno su Sky Serie e su Now– sono stati scritti da Steven Moffat, co-sceneggiatore della serie “Sherlock” e show-runner di “Doctor Who”, e diretti da David Nutter, già regista di “The X-Files”, “Band of Brothers” e “Game of Thrones”, solo per citare alcuni titoli; senza dubbio, dunque, dietro questo nuovo adattamento del romanzo della Niffenegger c’è un team creativo di grande valore, la cui esperienza in ambito fantascientifico e fantasy lascia presagire un’appropriata valorizzazione della materia letteraria.
La vicenda vede il protagonista Henry, affetto da una singolare anomalia genetica, viaggiare nel passato e più raramente nel futuro, senza alcuna possibilità di controllare l’evento: Henry non sa quando gli accadrà di muoversi nel tempo, non sa dove e quando si ritroverà, né quanto durerà la sua permanenza nel luogo d’arrivo; col ripetersi del fenomeno, ha compreso che particolari condizioni di stress possono essere la causa dei suoi viaggi, perciò utilizza diversi stratagemmi per esercitare l’autocontrollo. Questa vita “disordinata” ha indotto Henry ad acquisire una serie di abilità: poiché quando viaggia non riesce a portare niente con sé, nemmeno i vestiti, e si ritrova alla destinazione d’arrivo completamente nudo, è molto abile nella fuga, nel furto e nello scasso, che gli consentono di trovare rapidamente un riparo. La complicata esistenza di Henry coinvolge anche il suo grande amore, Clare; i due si incontrano per la prima volta quando lei ha solo 6 anni, poi, dopo oltre un decennio, si incrociano ancora nella biblioteca dove lui lavora e Clare gli rivela di essere la sua futura moglie: peccato che quel particolare “Henry” non abbia ancora viaggiato nel passato di Clare e quindi non la conosca.
Quali conseguenze può avere su un rapporto amoroso una vita tanto intricata? La serie, così come il libro, risponde a questa domanda con un approccio originale e, allo stesso tempo, più semplice di quanto ci si potrebbe aspettare, perché la Niffenegger, così come Moffat, si affidano al libero arbitrio esercitato di volta in volta dai personaggi, che ne determina il destino, e non all’incertezza, talvolta poco “onesta” da parte degli sceneggiatori, dei paradossi temporali; non di rado, infatti, quando nelle storie la dimensione lineare del racconto viene per qualche motivo stravolta, il paradosso temporale, le cui regole vengono decise per lo più arbitrariamente, rende tutto possibile e rimediabile o, al contrario, rischia di creare delle pericolose sovrapposizioni, se un determinato “io” del passato dovesse incontrarne uno proveniente dal futuro, per esempio.
Niente di tutto ciò avviene nella vicenda di Henry e Clare: Henry incontra il se stesso più giovane, così come quello più anziano, senza conseguenze fatali; al contrario, intesse la sua esistenza attraverso l’esperienza, proprio come qualunque essere umano, ma lo fa balzando avanti e indietro nella sua stessa storia. Questo non significa, però, che abbia la possibilità di cambiarla: pur avendo provato a modificare alcuni eventi della sua vita, Henry capisce ben presto che il destino è già scritto e si ritrova a vivere e ricomporre la sua esistenza come fosse un puzzle, fatto questo che ne rende il decorso malinconicamente ineluttabile; le scelte fatte dai personaggi sono tali perché frutto di una libera decisione che non potrebbe essere diversa, perché Henry sta leggendo il libro della sua vita come se i capitoli fossero stati mescolati e impaginati senza un ordine preciso, ma il volume fosse stato comunque stampato e rilegato.
Il romanzo di Audrey Niffenegger cambia le regole della storia d’amore classica, intesa come un percorso da compiere insieme, condividendo il presente, e prova a disgiungere l’intensità del sentimento dalla mera dimensione temporale, così come la si intende convenzionalmente; l’elemento sci-fi della vicenda assume un significato poetico, in cui l’amore è un elemento assoluto, capace di travalicare le dimensioni del tempo e dello spazio: riuscirà lo show di HBO a replicare questa “magia” letteraria, frutto di una sapiente contaminazione di generi, e a tradurla nel linguaggio della serialità moderna? La risposta a questa domanda, probabilmente, è già scritta tra le pieghe del tempo.