Quando il trailer del film “Good Boy” è stato rilasciato a livello internazionale lo scorso 18 agosto, nell’arco di poche ore si è trasformato in un fenomeno virale, con oltre 2 milioni di visualizzazioni su YouTube e 14 milioni su X. Senza ombra di dubbio, la ragione di un tale successo è da ricercarsi in colui che presta il volto al protagonista della pellicola: non un acclamato divo di Hollywood, ma un irresistibile Nova Scotia Duck Tolling Retriever -in breve, Toller-, ovvero un cane da riporto di media taglia, dal pelo fulvo e dagli intensi occhi nocciola.
Indy, questo il nome dell’insolito personaggio principale, si trova infatti al centro di un racconto horror che si distingue per l’originale punto di vista da cui viene narrato; appartiene proprio a Indy, infatti, lo sguardo che nel film individua un’inquietante presenza orrorifica, intenzionata a insidiare l’amato umano e coprotagonista Todd (Shane Jensen): dopo un lutto che investe la sua famiglia, malauguratamente l’uomo decide di trasferirsi nella fattoria che è stata di suo nonno (Larry Fessenden), ignorando le voci circa il fatto che si tratti di una dimora maledetta e ritrovandosi di fatto ad affrontare un’inquietante minaccia.
Fin dall’arrivo nella vecchia casa, infatti, Indy appare irrequieto e scruta le tenebre come se vi scorgesse qualcosa di pericoloso; spetta proprio al coraggioso Toller, e con lui al pubblico, individuare le malevole entità che popolano la fattoria -invisibili per Todd- e comprenderne le intenzioni; quando Indy intuisce che il suo umano non ha alcuna possibilità di scampo, agisce per difenderlo e salvarlo dal pericolo, mettendo a rischio la propria vita.
Esistono molti film che hanno come protagonisti gli animali e, in particolare, i cani, ma “Good Boy” si differenzia per il ruolo preponderante di Indy rispetto al cast “umano”; la lavorazione, proprio visto il massiccio impegno “attoriale” dell’animale con un utilizzo pressoché nullo di effetti speciali in CGI (Computer-Generated Imagery), ha richiesto molto tempo, ma è stata facilitata dal fatto che Indy sia il reale, fidato, compagno canino del regista, Ben Leonberg, anche autore della sceneggiatura insieme ad Alex Cannon.
Per Leonberg si tratta del primo lungometraggio dopo una serie di corti, tra cui spicca l’horror “The Fisherman’s Wife”, mentre Cannon ha alle spalle un’importante carriera negli effetti visivi (“Avengers: Endgame”, “Spider-man: Far from Home”); per entrambi, dunque, “Good Boy” rappresenta un cambiamento di prospettiva, di cui probabilmente non immaginavano la portata. Il film è stato proiettato per la prima volta lo scorso marzo al SXSW – South by Southwest Festival di Austin (Texas) e ha ricevuto delle critiche molto positive, con l’assegnazione di un premio ad hoc -il “Howl” of Fame Award– dedicato proprio a Indy. Le proiezioni successive, in alcuni tra i più importanti festival cinematografici statunitensi e australiani, hanno confermato il riscontro positivo, fino alla diffusione mondiale del trailer in agosto.
In una manciata di minuti, Indy è stato capace di conquistare il pubblico del pianeta come protagonista di un tipico racconto di case infestate, tanto che la IFC Films, casa di distribuzione della pellicola, ha deciso di ampliare la programmazione da “Limited Release” (distribuzione limitata) a “Wide Release”, con una distribuzione in oltre 600 sale in contemporanea in tutti gli Stati Uniti a partire dal 3 ottobre; l’uscita nel Regno Unito è prevista invece per il 10 ottobre, ma non è stata ancora annunciata una data utile per l’Italia, dove le peripezie di Indy potrebbero arrivare nelle sale giusto in tempo per la ricorrenza di Halloween.
Di certo, l’empatia suscitata dal protagonista è stata capace di trasformare un film di genere a budget limitato in un probabile blockbuster, ma ha anche stimolato una serie di domande a cui, in qualche modo, la produzione è stata costretta a rispondere nonostante il rischio “spoiler”, legate in particolare alla sorte di Indy: il coraggioso Toller si salverà dalle malefiche presenze che infestano la casa del suo umano Todd?
A meno di sollevare una rivolta popolare a livello mondiale, potete immaginare quale sia la risposta a questa domanda…
































