Compie vent’anni “Spider-Man”, il primo film dedicato al personaggio forse più amato tra i supereroi Marvel: era il 3 maggio del 2002 e la pellicola, firmata dal regista Sam Raimi con la sceneggiatura di David Koepp, usciva al cinema, conquistando il pubblico di tutto il mondo e segnando un incasso altissimo per il genere, ben 825 milioni di dollari complessivi.
All’epoca questo risultato non era affatto scontato e a raccontare le complicate condizioni in cui è venuto alla luce il progetto del film sono stati proprio alcuni rappresentanti del team produttivo, tra questi Avi Arad, Matt Tolmach e Amy Pascal, in un lungo speciale uscito per la rivista Variety: nonostante le avventure dell’Uomo Ragno -alter ego del giovane Peter Parker creato nel 1962 da Stan Lee e Steve Dikto e comparso per la prima volta su Amazing Fantasy– siano seguite da milioni di lettori in tutto il mondo infatti, dopo i risultati disastrosi di “Batman & Robin” del 1997 è difficile per “Spidey” e per i fumetti in generale trovare terreno fertile tra gli Studios di Hollywood; qualche anno dopo tuttavia, con il dipanarsi delle problematiche legate ai diritti sul personaggio, finalmente il progetto Spider-Man si concretizza.
Nel 1999 inizia quindi la ricerca di un regista, molti nomi famosi vengono presi in considerazione, come Chris Columbus, Tim Burton e James Cameron, che propone una sua sceneggiatura in cui Peter Parker è un uomo adulto e un supereroe già affermato: a questo punto si presenta il problema di individuare il regista più adatto che, insieme allo sceneggiatore, possa restituire ai milioni di appassionati del fumetto una lettura efficace e autentica del personaggio.
Sam Raimi è certamente un nome conosciuto a Hollywood, ma non ha ancora prodotto un vero e proprio blockbuster; a colloquio con i produttori, tuttavia, dimostra di avere un’idea semplice e, insieme, forte, che ben si adatta alle intenzioni dello sceneggiatore David Koepp: il film sarà la storia di un amore ancora acerbo e avrà come protagonista un giovanotto piuttosto normale, in cui chiunque si potrà riconoscere: Peter Parker è uno studente delle scuole superiori, bullizzato e escluso dai compagni, che non trova il coraggio di dichiararsi all’amata Mary Jane e vive nella sua casetta del Queens insieme alla zia May e allo zio Ben.
Il suo è un “dramma” adolescenziale reale, raccontato con la giusta dose di ironia e grande rispetto: niente ammiccamenti, niente esagerazioni per questo personaggio “vero”, attraverso cui il cinema rende giustizia al fumetto. Quando Peter acquisisce il suo super-potere, eredita anche la “grande responsabilità” -così la chiama lo zio Ben- che deriva dall’essere straordinari, con tutto ciò che comporta: sacrifici, rinunce e, purtroppo, antagonisti piuttosto sgradevoli.
Se il film è un successo mondiale, di certo il merito è anche del cast: Tobey Maguire è Peter Parker, Kirsten Dunst interpreta Mary Jane, Willem Dafoe è Green Goblin/Norman Osborne, padre di Harry (James Franco), migliore amico di Peter, mentre J.K. Simmons interpreta il direttore del Daily Bugle J. Jonah Jameson, che assume il protagonista come fotografo e detesta Spider-Man; il cast, così come il regista, viene confermato anche per “Spider-Man 2” (2004), in cui appare come antagonista il Dottor Octopus (Alfred Molina) e per il terzo capitolo della saga, “Spider-Man 3” (2007), in cui Harry Osborne (ancora James Franco) si trasforma in New Goblin.
La storia cinematografica di successo dell’Uomo Ragno prosegue con “The Amazing Spider-Man” (2012) e “The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro” (2014): le pellicole, entrambe dirette da Marc Webb, sono slegate dalla prima trilogia e propongono una nuova versione delle origini del supereroe, interpretato da Andrew Garfield. Peter Parker è un nerd appassionato di scienza e tecnologia, impegnato nella ricerca della verità sulla scomparsa dei suoi genitori e innamorato della compagna di scuola Gwen Stacy (Emma Stone); tra gli antagonisti, Lizard (Rhys Ifans), Electro (Jamie Foxx) e Goblin (Dane DeHaan).

Le avventure di Spider-Man ricominciano nel 2017 con “Homecoming”, del regista Jon Watts: Tom Holland interpreta un Peter Parker irresistibilmente simpatico, tra imbranataggine e ingenuità, e la sua storia si incrocia con quella degli Avengers, perché la prima apparizione avviene nel film “Captain America: Civil War” (2016), in cui viene reclutato da Iron Man (Robert Downey Jr.). Il reboot è un successo, Tom Holland conquista il pubblico più giovane e Spidey, oltre alle apparizioni nella saga degli Avengers, merita ben due seguiti, sempre diretti da Watts: “Far from Home” (2019) e “No Way Home” (2021). Nei film Peter è affiancato dai suoi migliori amici Ned (Jacob Batalon) e MJ (Zendaya), con cui ben presto sboccia l’amore; il trio deve affrontare lo svelamento dell’identità di Spider-Man come Peter Parker, così nell’ultima pellicola, per rimediare alle conseguenze dell’essere stato scoperto, Peter chiede aiuto al Dottor Strange (Benedict Cumberbatch), affinché faccia dimenticare a tutti chi sia l’Uomo Ragno. La magia dello Stregone Supremo apre uno squarcio nel Multiverso e i tre diversi Spider-Man, che nel corso di 20 anni hanno popolato i sogni degli appassionati, si ritrovano insieme a combattere contro i loro nemici storici, anch’essi ritrovatisi nella medesima dimensione.
L’incontro tra Tom Holland, Tobey Maguire e Andrew Garfield rappresenta senza dubbio il culmine di una pellicola che ha incassato ben 1,9 miliardi di dollari: un bel modo di festeggiare due decenni di storia, in cui, proprio a partire dal successo di Spider-Man, sono nati i Marvel Studios e, capitolo dopo capitolo, si è costruito il Marvel Cinematic Universe, impreziosito tra l’altro dall’Oscar per il Miglior Film d’Animazione a “Spider-Man – Un nuovo universo” (2018). Si può dire, dunque, che fra le trame della sua ragnatela l’Uomo Ragno custodisca davvero una grande, meravigliosa responsabilità.