L’ipotesi di includere la necropoli di Montalè tra i monumenti tutelati dall’Unesco, come Patrimonio Mondiale, sta riprendendo slancio grazie all’impegno del Comune di Sassari e del Cesim (Centro Studi Identità e Memoria). Archeologi ed esperti del settore hanno recentemente effettuato nuovi sopralluoghi nella domus de janas, situata ai margini dell’abitato di Li Punti, a circa sette chilometri da Sassari. L’obiettivo di questa iniziativa è ottenere il riconoscimento Unesco per il sito, un passo che potrebbe garantire le risorse necessarie per restaurare e rendere fruibile una testimonianza archeologica di grande valore storico.
La domus de janas di Montalè si distingue per la sua struttura scavata in un banco calcareo, con un pozzo che conduce a una stanza centrale quadrangolare, circondata da sette celle disposte a raggiera. Le pareti della cella principale sono decorate con bassorilievi, cornici e lesene che suddividono lo spazio in aree quadrangolari. Nelle celle secondarie, sono presenti sei protomi taurine, caratterizzate da corna semilunate e teste rettangolari o trapezoidali. Uno dei portelli della domus è sovrastato da un corno taurino che presenta un motivo a barca. Queste decorazioni, sebbene rare, contribuiscono a rendere il sito ancora più interessante sotto il profilo archeologico.
Il rilancio della candidatura della necropoli di Montalè arriva in un momento cruciale, mentre è in corso l’attesa per l’approvazione della candidatura del sito “Arte e architettura nella Preistoria della Sardegna” da parte dell’Unesco. La candidatura delle Domus de Janas, supportata dalla Rete dei Comuni delle Domus de Janas – una rete che include 60 amministrazioni locali sarde – è stata accompagnata dal Cesim. Il progetto ha ricevuto l’appoggio del Ministero della Cultura e potrebbe concretizzarsi nel 2025, con la decisione finale che verrà presa dal Comitato del Patrimonio Mondiale, previsto a Sofia nel prossimo luglio. La candidatura sarda rappresenta l’unica proposta italiana per l’anno 2025.
Oltre alle 3500 tombe catalogate, nella candidatura sono stati inclusi anche altri luoghi di grande valore storico e archeologico, tra cui il villaggio fortificato di Monte Baranta a Olmedo, il dolmen di Sa Coveccada a Mores e l’altare prenuragico di Monte d’Accoddi a Sassari. Quest’ultimo è un monumento unico nel Mediterraneo occidentale, la cui struttura richiama le ziqqurat mesopotamiche del III millennio a.C. Monte d’Accoddi fu utilizzato come luogo di culto, probabilmente per riti legati alla fertilità, e mantenne questa funzione religiosa fino al 1800 a.C.
Il Comune di Sassari sta inoltre promuovendo un progetto di didattica volto alla valorizzazione del patrimonio archeologico, in collaborazione con il Museo Nazionale “Giovanni Antonio Sanna”. Il progetto, intitolato “Raccontando la nostra preistoria, tra vetrine e monumenti”, offrirà alle scuole cittadine l’opportunità di vivere un’esperienza didattica incentrata sulla preistoria del territorio. Il percorso si snoderà tra il Museo Sanna, Monte d’Accoddi e la necropoli di Montalè, con attività didattiche adatte a diverse fasce di età e coerenti con i programmi scolastici. L’iniziativa, promossa dall’archeologa Domenica Lissia, responsabile dei servizi educativi della Rete culturale civica Thàmus, si propone di coinvolgere i giovani nella scoperta del patrimonio storico attraverso modalità ludico-operative. Per maggiori informazioni, è possibile contattare l’Infosassari al numero 079.2008072 o via email a infosassari@comune.sassari.it.
