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Stop al Campus Universitario di Sassari: nell’area di San Lorenzo i resti della “mansio Ad Herculem” romana

Nuova battuta d’arresto per la nascita del Campus Universitario a seguito delle indagini della Soprintendenza. Ersu, Uniss, Comune di Sassari e Regione allo studio di nuove soluzioni per conservare il finanziamento di oltre 26 milioni di euro

di Redazione
20 Luglio 2021
in Sassari
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Sassari. Nuova battuta d’arresto al progetto per la realizzazione del Campus Universitario nell’area di San Lorenzo. Questo pomeriggio il Presidente di Ersu Sassari Massimo Sechi, alla presenza del Direttore Generale Antonello Arghittu e del CdA dell’ente, ha incontrato il Soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro Bruno Billeci, in collegamento da remoto il Rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti, il Direttore Generale dell’Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione Giorgio Cicalò (il Sindaco di Sassari Nanni Campus non ha potuto presenziare personalmente ma tramite un suo delegato): tema della riunione il confronto per individuare soluzioni alternative  immediate per non mettere a repentaglio il finanziamento di 26,3 milioni di euro per la realizzazione del Campus Universitario a Sassari.

L’area individuata per l’intervento, quest’ultimo volto sin da principio alla realizzazione di alloggi e servizi accessori (incluse strutture sportive) per 280 posti letto in totale in un fazzoletto di terra di circa 2,5 ettari, nel tempo ha rivelato la presenza di numerosi vincoli di tipo urbanistico, paesaggistico, idrogeologico (via via superati in fase di progettazione preliminare): ma a bloccare la prosecuzione dell’intervento è quello maggiormente restrittivo, il vincolo di tipo archeologico, emerso a seguito degli scavi esplorativi da parte della Soprintendenza, così come previsto dalla legge.

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Le indagini di scavo, preliminari rispetto all’avvio vero e proprio dei lavori, sono state concordate a seguito dell’esito positivo della VIARCH, cioè la verifica preventiva di interesse archeologico, una procedura che riguarda tutti i lavori pubblici che prevedano attività di scavo, e che consiste nella verifica di tutta la documentazione disponibile, comprese le ricerche bibliografiche e d’archivio e le ricognizioni sul campo, per stabilire se i lavori in progetto possono avere interferenze con beni archeologici ancora sepolti.

Nel caso di San Lorenzo i ritrovamenti che si sono succeduti nel corso dei decenni sono stati numerosi, specie durante le fasi di realizzazione del complesso dell’Orto Botanico e degli Uffici Giudiziari: da qui si sviluppava uno dei rami dell’acquedotto romano che dall’area di Sassari, e in questo caso dalle fonte delle Conce, portava l’acqua alla più importante città romana del nord Sardegna, ovvero Turris Libisonis (Porto Torres); nel corso delle precedenti indagini, condotte a partire dagli anni ‘70, erano state rilevate un complesso di canalizzazioni, vasche e cisterne impiantate in età romana e ancora oggi in parte utilizzate; strutture murarie di non chiara interpretazione, tra cui una absidata con pavimentazione in cocciopesto, forse da identificare con la chiesa di San Lorenzo; tombe di età romana e tardo antica, sia in sarcofago sia in dolii, cioè grandi contenitori di terracotta, e abbondanti materiali archeologici che testimoniano una massiccia presenza umana a partire dall’età romana.

Per questo motivo, nell’ambito dei lavori dello studentato, si è concordato di eseguire 5 saggi archeologici, dell’ampiezza di 100 mq ciascuno. In questo fase le indagini si sono concentrate su un saggio in particolare, il numero 4, che ha riportato alla luce strutture ad andamento rettilineo e altre ad andamento circolare, con abbondanti materiali archeologici. Nel corso dell’autunno 2020 si è proceduto con l’analisi dell’area tramite georadar, individuando anomalie diffuse su tutta l’area indagata. È stato quindi necessario intraprendere una seconda campagna di scavo, ampliando l’area sottoposta a scotico superficiale (la rimozione del primo strato di terra) e approfondendo lo scavo nel saggio 4.

Tutti i saggi di scotico e gli approfondimenti effettuati, seppure a differenti profondità, hanno dato riscontro positivo dal punto di vista archeologico, confermando le risultanze della prima campagna di scavo e delle indagini non invasive effettuate nel corso dell’autunno 2020, cioè la presenza di un insediamento di grandi dimensioni e pluristratificato, con fasi particolarmente rilevanti per il periodo romano imperiale, quando vengono realizzate nell’area strutture di particolare pregio, con pavimentazioni in mosaico e rivestimenti in affresco; da alcuni indicatori si rileva anche la probabile presenza di ambienti termali.

L’area del saggio 4, che come richiesto è stata l’unica sottoposta a scavo stratigrafico sistematico, è risultata di grande complessità e pluristratificata, e seppure le strutture siano conservate solo in parte, la stratigrafia si è rivelata di eccezionale interesse scientifico. Sono stati individuati in particolare livelli di frequentazione di età romana repubblicana, con ritrovamento di numerosi reperti ricomponibili, e un battuto pavimentale al di sotto del quale sono stati rinvenuti materiali pertinenti all’età fenicio-punica e nuragica. In particolare, i materiali databili all’età del ferro sembrano indicare la sovrapposizione dell’insediamento romano a un insediamento nuragico, che resta attivo come emporio in età fenicio-punica.

È pertanto possibile che in quest’area ricada la mansio Ad Herculem citata dalle fonti e localizzata da alcuni studiosi, tra i quali Daniela Rovina, proprio nell’areale di San Lorenzo a Sassari. La procedura si è conclusa con il parere definitivo acquisito da Ersu Sassari il 7 luglio scorso, cui ha fatto seguito l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo su quasi tutta l’area.

Scavi area di San Lorenzo, Sassari
Scavi area di San Lorenzo, Sassari
Scavi area di San Lorenzo, Sassari
Scavi area di San Lorenzo, Sassari

Finanziamenti in bilico per il Campus Universitario. Ad oggi è stata sostenuta da Ersu Sassari una spesa di oltre 1,3 milioni di euro di cui circa € 934.000 per l’acquisto dell’area dall’Università di Sassari: area, lo ricordiamo, estesa in circa 2,5 ettari e, come emerso sin dalle prime battute nello sviluppo del progetto, interessata da numerosi vincoli di varia natura.

Per la realizzazione dell’opera, ad oggi al palo, l’Ersu di Sassari si è aggiudicata il Finanziamento dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (2007/2013) per 20,5 milioni di euro. Successivamente, manifestata l’esigenza di maggiori risorse, nel 2018 il finanziamento è stato traslato alla programmazione FSC 2014/2020 per un totale di 26,3 milioni di euro.

Per il mantenimento del finanziamento è necessario raggiungere l’obbligazione giuridicamente vincolata (OGV) entro il 31/12/2022. Per OGV si intende l’aggiudicazione della gara d’appalto per i lavori. Il che significa che prima dovrebbe essere approvato il progetto preliminare (quello in corso nell’ambito del quale sono stati effettuati gli studi archeologici), quello definitivo (per la conferma dei pareri già acquisiti durante la conferenza di servizi preliminari del 2019 e per l’acquisizione dei restanti, ad esempio quello dei Vigili del Fuoco) e quello esecutivo, nonché indetta la gara d’appalto comunitaria, stante l’importo a base d’asta stimato in oltre 18 milioni di euro. Per il mantenimento del finanziamento è ad oggi previsto, inoltre, un secondo vincolo temporale: la chiusura dell’intervento entro il 31/12/2025.

Il Presidente di Ersu Sassari Massimo Sechi ha dichiarato:«ammetto che quanto emerso è spiazzante sotto tanti punti di vista: l’ente ha lavorato strenuamente durante questi anni per arrivare al miglior risultato possibile non solo per la popolazione studentesca, ma per la città tutta. Questo intoppo non deve però fermarci: è necessario fare quadrato per trovare soluzioni nell’immediato che ci consentano di difendere il finanziamento ottenuto e l’idea di Campus all’americana, con servizi estesi, come ad esempio campi sportivi integrati e aree comuni, di studio e di ricerca. Sassari e il nord Sardegna non possono rischiare di perdere investimenti così cospicui, anzi meriterebbero ulteriori risorse anche per dare maggiore impulso e riconoscibilità istituzionale alle sedi gemmate».

Dello stesso avviso anche il Sindaco di Sassari Nanni Campus che ha dichiaro, appena raggiunto dalla notizia: «la città non si può permettere di perdere più neanche un euro dei finanziamenti ottenuti, dopo che sono andati in fumo già 20 milioni a causa della decisione scellerata di bocciare il primo progetto per la costruzione di un campus universitario. Per questo l’Amministrazione comunale si mette a totale e completa disposizione dell’Ersu e della Regione Sardegna, pronta a fornire anche spazi e immobili propri, perché siano realizzati i posti letto e i servizi per i nostri studenti universitari. Non può più essere perso altro tempo: i lavori devono essere conclusi entro i termini stabiliti o perderemo i finanziamenti».

Per il Magnifico Rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti «la preoccupazione maggiore è proprio quella di perdere il finanziamento e quindi la possibilità di creare nuovi servizi essenziali e necessari per rendere questo territorio a reale vocazione universitaria. L’università è disponibile a mettere in campo tutte le proprie forze per trovare la soluzione migliore che contempli anche la creazione di uno studentato centrale e vicino alle sedi universitarie».

Tags: archeologiaErsuSassariUniversità di Sassari
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