Compie tredici anni l’iniziativa “Primavere sarde”, progetto ideato dal Teatro S’Arza per commemorare la Sarda Rivolutzione. Nel tempo ha coinvolto nuove realtà come Sa Domo de Totus, diventando un appuntamento ricorrente che, in occasione di Sa die de sa Sardigna, propone un percorso di riflessione sulle radici storiche e culturali della Sardegna. Da quattro anni, l’evento si intreccia con la scuola, trasformandosi in un’esperienza formativa che quest’anno coinvolgerà circa 400 studenti provenienti da una rete di istituti sardi, attraverso laboratori, momenti di studio e approfondimenti sui protagonisti e le cause della lotta per l’autodeterminazione.
Mercoledì 23 aprile, presso l’auditorium provinciale di via Monte Grappa a Sassari, si terrà l’apertura del programma con l’intervento delle autorità comunali. A seguire, Cristiano Sabino e Federico Francioni accompagneranno gli studenti in un percorso di contestualizzazione storica dei moti rivoluzionari sardi. La narrazione sarà ripresa nella rappresentazione teatrale “Sa Sarda Rivolutzione in carrela”, messa in scena dal Teatro S’Arza con la regia di Romano Foddai.
“Questa iniziativa – spiega il regista Romano Foddai – non è solo una commemorazione, ma un atto di resistenza culturale. Per questo ci rivolgiamo ai giovani a cui è stata tagliata la memoria. Questa ferita va a detrimento della loro intera formazione, perché senza memoria non c’è futuro”.
Sul valore didattico dell’iniziativa interviene Cristiano Sabino, docente del Liceo Figari, capofila della parte formativa del progetto: “Il filosofo Croce sosteneva che ogni storia è storia contemporanea, ciò vale anche a proposito di Sa Die. Nonostante le differenze tra due periodi storici assai diversi, alcuni dei meccanismi che stroncarono la voglia di libertà di quella generazione rivivono nei nostri giorni ed esserne consapevoli può fare la differenza”. Sabino sottolinea anche l’importanza della collaborazione tra scuole: “lavorare a stretto contatto con altri istituti scolastici ci consente di costruire una rete di consapevolezza preziosa, si semina oggi perché raccolgano le generazioni future. È a questo che servono scuola e reti culturali”.
Federico Francioni, invece, si concentrerà sul ruolo di Sassari nei moti del 1793-96.
Il progetto intreccia il percorso scolastico con la dimensione cittadina e associativa. Ne parla Fabrizio Cossu, presidente di Sa Domo de Totus: “la partecipazione a Sa Die de sa Sardigna è fondamentale per costruire una comunità che sia realmente consapevole delle sue radici. Per questo motivo abbiamo organizzato, insieme a Plastic Free, la pulizia del giardino dove sorge il monumento. Puntiamo ad una cittadinanza consapevole che si prende cura, insieme al decoro urbano, degli aspetti fondamentali della nostra identità”.
Sabato 26 aprile, dalle ore 18, le strade del centro storico di Sassari si trasformeranno in un palcoscenico a cielo aperto con la messa in scena di “Sa Sarda Rivolutzione in carrela”. Lo spettacolo itinerante attraverserà piazza Tola, piazza Azuni, via Luzzati e piazza Rosario, dando vita alle figure di Cillocco, Angioy, Mundula e degli altri protagonisti della rivoluzione. In scena Paola Dessì, Stefano Petretto, Francesco Petretto, Giovanni Trudu, Nicolino Murru, Fabio Uleri e i giovani del laboratorio teatrale del Teatro S’Arza. L’evento sarà accompagnato dal coro “Amici del Canto Sardo” diretto da Salvatore Bulla e dal gruppo Monte Alma di Nulvi.
La mattina del 28 aprile sarà dedicata alla memoria dei “martiri della Sarda Rivolutzione” con la deposizione di una corona ai piedi del monumento ai patrioti presso l’ex Carmine Vecchio, luogo delle antiche forche. Il monumento, inaugurato lo scorso anno, è frutto di una raccolta fondi popolare promossa dagli studenti del corso di Grafica del Liceo Figari. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Mascia, interverranno ancora Federico Francioni e Antonello Nasone. Chiuderà il calendario, alle ore 17 nella sala Angioy della Provincia, la presentazione del volume “Rivoluzionari sardi in Francia. Personaggi e documenti” di Adriana Valenti Sabouret, pubblicato da Arkadia nel dicembre 2024. L’autrice ricostruisce, anche attraverso fonti inedite, le vicende degli esuli sardi in Francia, con particolare attenzione alla figura di Giovanni Maria Angioy.