Venti volti da tutta Italia, venti storie che raccontano un mestiere antico con occhi nuovi. Il progetto “APInRosa. Volti e storie dell’apicoltura femminile in Italia” accende i riflettori su un settore in cui le donne stanno portando un contributo crescente, con approcci che intrecciano sostenibilità, inclusione sociale e valorizzazione del territorio. Tra le protagoniste selezionate c’è anche Anna Maria Cabiddu, titolare dell’azienda Cuore di Mulargia, con sede a Siurgus Donigala, nella Città Metropolitana di Cagliari.
Il format, ideato dalla giornalista Valentina Calzavara e promosso dalla FAI-Federazione Apicoltori Italiani con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ha raccolto decine di candidature da tutto il Paese, selezionando venti apicoltrici in rappresentanza delle regioni italiane e delle province autonome. Il percorso di APInRosa culminerà il 19 maggio a Roma, con una mostra-evento ospitata a Palazzo della Valle, in occasione della Giornata Mondiale delle Api.
Nelle campagne che circondano il lago di Mulargia, Anna Maria Cabiddu coltiva una passione antica, tra arnie stanziali e fioriture mutevoli. Le sue api producono un miele millefiori che riflette la biodiversità della macchia mediterranea, in un territorio dove la montagna e la pianura convivono. La sua attività nasce dal desiderio di custodire un sapere che ha profonde radici femminili. In Sardegna, infatti, la tradizione apistica è da sempre legata alla figura della donna: erano le donne a recitare antiche filastrocche per richiamare gli sciami, a estrarre il miele dai bugni e a preparare l’abbamele, un decotto rurale a base di miele, buccia d’arancia essiccata, buccia di limone e mela cotogna, la cui ricetta si tramanda oralmente da generazioni. Anna Maria ne conserva ancora oggi l’uso e il significato.
Cuore di Mulargia è il frutto di un progetto costruito interamente con risorse proprie. Per Anna Maria l’apicoltura rappresenta una forma di custodia attiva del paesaggio, un’attività che intreccia identità locale e lavoro, resistenza e trasformazione. La sua storia, come quella delle altre vincitrici del concorso, è un tassello di un mosaico che mostra quanto variegato sia il contributo femminile in questo settore.
Il progetto APInRosa, sostenuto anche da Apat-Apicoltori in Veneto e da Banca della Marca, vuole raccontare proprio questo: come l’apicoltura stia diventando per molte donne uno strumento di emancipazione, di rinascita e di legame con la terra. Attraverso le voci raccolte e la diffusione delle testimonianze, APInRosa intende contribuire a una maggiore consapevolezza sull’importanza della presenza femminile in apicoltura, non solo come pratica produttiva, ma anche come scelta culturale e sociale.
































