Intervista ad Enrico Deiana, artista visivo contemporaneo dall’impronta classicista

Enrico Deiana ha 28 anni, è nato a Nuoro ed è un artista visivo. Laureato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, si occupa di pittura figurativa. Ha una forte passione per l’arte che lo spinge quotidianamente, con tanta disciplina e fatica, a cercare di migliorarsi e ad applicarsi per realizzare opere che comunichino al pubblico e portino un messaggio di arricchimento interiore. Ogni opera che realizza ha per lui vita propria e segue un filone narrativo che interconnette tutta la sua produzione artistica. Dietro i suoi lavori ci sono settimane o anche mesi di preparazione, riflessione e meditazione; scarta via molte idee e rende concrete solo quelle che reputa fondamentali.

Lo abbiamo raggiunto via social per porgli qualche domanda sulla sua attività artistica, e sulla mostra appena conclusa a Olbia, nella sede di “Libere Energie”, in via Bramante 55 (per chi non ha avuto modo di visitarla c’è una buona notizia: in realtà l’esposizione ha solo subito una sospensione e riaprirà al pubblico per una settimana a partire dal termine delle restrizioni di contenimento del Covid).

È appena terminata la mostra che ha visto protagoniste venti tue opere. Il riscontro del pubblico è stato buono e tu hai accompagnato personalmente i visitatori nella presentazione, quanto è importante comunicare ciò che si crea?
Reputo fondamentale spiegare le mie opere ai visitatori che sono i co-protagonisti della mostra. Ciò che realizzo è rivolto alle persone, è un dialogo visivo che creo con lo spettatore; ogni lavoro ha il suo universo e la sua morale.
È stato per me emozionante vedere come il pubblico ha compreso le opere e ne ha carpito il messaggio. L’arte è dialogo interiore ed esteriore, con ogni opera che realizzo imparo qualcosa in più sul mondo e auspico che anche lo spettatore ne possa cogliere il frutto.
Durante l’esposizione ho esposto un dipinto in fase di realizzazione in modo da permettere ai visitatori di vedermi all’opera mentre dipingo, possiamo chiamarlo “un dietro le quinte in diretta”. Penso che l’artista debba buttare giù il muro che si crea involontariamente con lo spettatore, permettere alle persone di vedere il processo che sta dietro le opere per poterle discuterne, criticare e imparare da tale procedimento; trovare insieme nuove idee e, se possibile, disegnare e dipingere insieme, in modo che la cultura possa propagarsi e diventare un atto più quotidiano.

La tua è arte contemporanea, ma i tuoi quadri rimandano al classicismo. Come riesci a far convivere questi due momenti? E come è nata, in genere, l’idea di dedicarti a questo tipo di pittura?
Sono arrivato a questa scelta dopo aver studiato approfonditamente la storia dell’arte classica, moderna e contemporanea, oltre che tutte le materie pratiche/teoriche; ho cercato di comprendere ciò che l’arte è e delinearne il suo percorso e la sua tappa ideale. Agli inizi del 1900 c’è stata una forte scissione con la tradizione artistica, diametralmente opposta e in antitesi con la classicità ma, come la filosofia ci insegna, dopo l’antitesi arriva la sintesi.
Con atteggiamento pragmatico sto cercando di prendere il meglio da entrambi i mondi, ossia la bellezza, l’etica e il rigore dal mondo classico e la ricerca esistenziale e filosofica dell’arte contemporanea; queste due realtà sembrano opposte, ma sono invece complementari e vanno oggi congiunte.
Sento che sia giunto il momento per le arti visive contemporanee di ricongiungersi con la tradizione artistica e non guardare più all’arte del passato con occhio nostalgico ma invece con sguardo pragmatico, in modo da carpirne i segreti e i metodi per poi emularla, così da creare auspicabilmente un giorno nuove opere che possano essere degne di stare di fianco ai grandi capolavori del passato.

Tu sei un insegnante e hai tenuto dei corsi in un liceo artistico in Cina e in uno studio d’arte in Turchia. Ci puoi raccontare qualcosa di queste tue esperienze? Quali sono le differenze maggiori che hai riscontrato tra gli studenti italiani e quelli dei Paesi orientali?
Da diversi anni tengo corsi d’arte presso scuole private e autonomamente con i miei gruppi di studenti (in questi mesi online).
In Turchia ho collaborato per quasi un anno presso uno studio d’arte ad Istanbul dove svolgevamo corsi d’arte figurativa, utilizzando il mio metodo d’insegnamento classico/moderno.
Nel 2019 ho insegnato per alcuni mesi a Guangzhou, Cina, presso un Liceo Artistico privato. Dal punto di vista lavorativo ed umano è stata un’esperienza interessantissima, gestivo una classe di trenta studenti, tutti preparatissimi e disciplinati: la disciplina e la tecnica sono il loro punto forte, mentre ho notato carenze nell’iniziativa e nella creatività spontanea.
Da questi viaggi ho veramente compreso quanto la cultura italiana sia unica e necessaria; gli immensi tesori culturali/artistici italiani che a noi appaiono scontati e ovvi, sono per gli altri popoli oggetto di grande ammirazione e fascinazione.
Siamo la nazione da cui è partito il Rinascimento e il nostro passato è testimone del nostro protagonismo nel mondo. Vorrei con tutto il cuore rivivere una rinascita culturale e artistica, di cui l’Italia sia oggi protagonista.

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