Il recente concorso per l’ammissione al Corso di Formazione in Medicina Generale ha evidenziato una situazione allarmante per il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Nonostante le 115 domande presentate, solo 43 candidati hanno superato la prova, lasciando vacanti ben 17 borse di studio. Una cifra che preoccupa non solo per il mancato sfruttamento delle risorse, ma anche per il chiaro segnale di disaffezione dei giovani medici verso questa specializzazione.
Nicola Addis, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari, ha espresso profondo rammarico riguardo ai risultati del concorso, sottolineando come questo fenomeno sia emblematico di una crisi più ampia. “Se le 115 domande di partecipazione potevano far sperare in un’inversione di tendenza rispetto all’edizione precedente, i risultati sono stati molto deludenti”, ha dichiarato il dottor Addis, riferendosi al basso numero di partecipanti che hanno superato la prova. Il dato preoccupante, infatti, è che molti dei candidati idonei potrebbero anche non accettare di frequentare il corso, complicando ulteriormente la situazione.
Il presidente dell’Ordine ha anche evidenziato come la Medicina Generale sembri aver perso appeal tra i giovani medici, che preferiscono indirizzarsi verso altre specializzazioni, percepite come più prestigiose e remunerative. “Ricordo con nostalgia il numero elevato di concorrenti degli anni precedenti”, ha affermato il dottor Addis, sottolineando la distanza rispetto al passato.
Uno dei temi centrali della riflessione riguarda il trattamento economico e il valore formativo della Medicina Generale rispetto alle altre branche mediche. Sin dai primi giorni del suo mandato, il Presidente si è battuto per ottenere l’equiparazione economica con le Scuole di Specializzazione Nazionali, le quali offrono borse di studio più consistenti senza la necessità di integrazioni da parte delle Regioni. “Sarebbe preferibile poter vantare il possesso di una vera specializzazione a tutti gli effetti”, ha dichiarato il dottor Addis, evidenziando come questa disparità indebolisca ulteriormente l’attrattiva di una carriera in Medicina Generale.
La preoccupazione espressa dal presidente dell’Ordine va oltre i numeri del concorso. La mancanza di medici di base è particolarmente sentita nelle zone periferiche e nei Comuni a rischio spopolamento, dove la popolazione è più anziana e bisognosa di cure continue. “Troppe sedi di Continuità Assistenziale e troppi Comuni sono senza Medico”, denuncia il dottor Addis, sottolineando come questa carenza stia colpendo le fasce più fragili della popolazione.
In un sistema sanitario già sotto pressione, la figura del medico di famiglia rappresenta il primo filtro per evitare il sovraccarico dei Pronto Soccorso e degli Ospedali. Senza un’adeguata copertura di questo servizio fondamentale, “la battaglia per una sanità migliore è perduta”.
Alla luce di ciò sembra chiaro che sia urgente trovare soluzioni per affrontare questa crisi. La carenza di medici di famiglia, infatti, non solo mette a rischio l’efficienza del sistema sanitario, ma colpisce direttamente il diritto dei cittadini all’assistenza primaria. In mancanza di interventi immediati, il rischio è di lasciare ampie porzioni del territorio senza il necessario supporto medico, con conseguenze potenzialmente drammatiche.
































