Il credito alle micro, piccole e medie imprese sarde continua a ridursi mentre il costo del denaro rimane tra i più alti del Paese. È quanto emerge dall’ultima analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, realizzata su dati della Banca d’Italia, che fotografa una situazione di persistente difficoltà nell’accesso ai finanziamenti per il tessuto produttivo dell’isola.
A giugno 2025 i prestiti alle imprese con meno di 20 dipendenti sono diminuiti del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di un incremento dell’1,6% registrato dal resto delle attività produttive. I finanziamenti si concentrano per il 54,6% nei Servizi, per il 31,6% nel Manifatturiero, per l’8% nelle Costruzioni e per il 5,7% nell’Agricoltura. Crescono in particolare gli impieghi nei settori dell’innovazione digitale (+25%), dell’energia (+16%), della raffinazione del petrolio (+10%) e delle attività professionali (+5,9%), mentre arretrano estrazione mineraria (-9%), fabbricazione di macchinari (-8%), moda (-6%) e costruzioni (-6%).
Il quadro è aggravato dall’aumento dei tassi di interesse, che collocano la Sardegna ai vertici nazionali per costo del credito. Il Tasso Annuo Effettivo applicato alle micro e piccole imprese raggiunge l’11,37%, contro il 6,61% riservato alle realtà di medie e grandi dimensioni, con un divario di 476 punti base. Seguono la Calabria (10,83%) e la Provincia di Bolzano, dove le condizioni risultano più vantaggiose (7,89%). Considerando l’insieme delle imprese, il TAE medio in Sardegna è del 6,80%, rispetto al 5,22% nazionale, dato che colloca l’isola al terzo posto dopo Calabria e Molise.
Nel dettaglio dei settori, i tassi più elevati colpiscono le Costruzioni, con un 7,68% medio annuo, seguite dai Servizi con il 7,33%. Il credito è relativamente meno oneroso per il Manifatturiero, che paga un 5,48%, pur restando sopra la media italiana del 4,82%.
Di fronte a condizioni creditizie così sfavorevoli, oltre l’83% delle imprese sarde ha scelto l’autofinanziamento come principale fonte di sostegno economico, soluzione in crescita del 5% rispetto al 2018. Il credito bancario rimane comunque fondamentale: il 50,7% delle piccole e medie imprese dipende ancora da prestiti, seppur in calo del 4,3% rispetto a cinque anni fa. Cresce invece l’utilizzo dei finanziamenti per investimenti in digitale (64,1%) e in progetti green (25,5%), mentre solo il 6,4% delle imprese fa ricorso a incentivi o agevolazioni pubbliche.
Dai dati emerge dunque un sistema produttivo che, pur cercando soluzioni interne e percorsi di innovazione, continua a scontare il peso di un credito costoso e difficile da ottenere, con effetti diretti sulla capacità di crescita e competitività delle imprese sarde.
































