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Successo e impegno per il Life After Oil International Film Festival: i vincitori della X edizione

Il documentario “Lagunaria” di Giovanni Pellegrini e il lungometraggio “Sarura” di Nicola Zambelli si aggiudicano i premi principali della decima edizione del festival dedicato all'ambiente e ai diritti umani

di Redazione
12 Giugno 2023
in Cinema & Serie TV, Sardegna
🕓 2 MINUTI DI LETTURA
49 1
X edizione del Life After Oil International Film Festival, documentario “Lagunaria”. 📷 Gigi Cabiddu

X edizione del Life After Oil International Film Festival, documentario “Lagunaria”. 📷 Gigi Cabiddu

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Si è chiusa la X edizione del Life After Oil International Film Festival, concorso cinematografico dedicato in modo specifico ad ambiente e diritti umani. Il paese della Marmilla, provincia Sud Sardegna, ha ospitato con successo le cinque intense giornate in cui quest’anno era articolato il programma della manifestazione fondata e diretta da Massimiliano Mazzotta.

Sei le categorie premiate, a cominciare da quella di lungometraggi e mediometraggi ambiente con il riconoscimento intitolato a Giuseppe Ferrara. A vincere il documentario “Lagunaria” di Giovanni Pellegrini, girato nella laguna di Venezia, scelto dalla giuria della sezione composta dall’attrice Marianne Borgo e dalla regista Mathilde Cusin, entrambe francesi, e dal critico cinematografico indiano Ajit Rai.

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Il premio Valentina Pedicini per i lungometraggi sui diritti umani è andato invece a “Sarura – The Future is an Unknown Place” di Nicola Zambelli che si concentra su un gruppo di giovani palestinesi in lotta contro l’occupazione militare israeliana con azioni non violente. Un racconto che più delle altre opere selezionate ha coinvolto la giuria formata dalla scrittrice e giornalista Marina Forti, il regista Niccolò Bruna e il tedesco Till Dietsche, direttore del Cinemare International Ocean Film Festival di Kiel.

Per quanto riguarda i cortometraggi ambiente il vincitore arriva dalla Francia, anche se le riprese sono state realizzate in un villaggio del Ghana, di cui è originario il regista Amar Amartei, ai margini di una grande discarica che si riversa nell’oceano: “Tsutsué” il titolo del breve film premiato dai giurati Joe Juanne Piras, direttore artistico di Andaras Traveling Film Festival, Alice Arecco, coordinatrice del Milano Film Network, e dallo spagnolo Marko Montana, direttore dell’Almagro International Film Festival, che hanno inoltre assegnato una menzione speciale a “Donde los ninos no suenan” di Stefano Sbrulli.

Per i cortometraggi diritti umani la giuria formata da Tekla Taidelli, regista, Federica Masin, produttrice creativa ed esecutiva, Francesca Casula, scrittrice e giornalista, ha voluto premiare “Dad, Shall We Sing Something?” della kazaka Aidana Baurjanqyzy che affronta il tema della violenza domestica e assegnare due menzioni speciali: a “Not Go Gentle” della slovena Sasha Ihnatovich e “In cinema” del kirghizo Azamat Sharshenov.

Tra i lavori di animazione, con la giuria composta da una rappresentanza di studenti dell’Istituto d’istruzione superiore G.B. Tuveri di Villamar, l’ha spuntata “98M3” realizzato da un team francese composto da Juliette Costes, Joanna Charpentier, Mélanie Hyvert, Lisa Perez e Victoria Ward.

Infine, nella categoria a tema libero World Panorama il premio, assegnato da un gruppo di migranti richiedenti asilo presenti nel centro di accoglienza di Villanovaforru, è andato al cambogiano “Bamnol – The Debt” diretto da Robin Dudfield. Come sempre sono state anche assegnate delle menzioni da associazioni che collaborano con il festival: Emergency Sassari ha premiato “La terra dei padri” di Francesco Di Gioia; Italia Nostra ha puntato su “Una nuova voce” di Peter Marcias; Isde Medici per l’ambiente “Hide and Seek” dell’indonesiano Rian Apriansyah; Medicina Democratica ha scelto “The Iron Digger” del nepalese Anil Budha Magar e Wwf Sassari, sempre dal Nepal, “Wildfire” di Shyam Karki.

Tags: ambientecinemadiritti umaniLife After Oil IFFVillanovaforru
Redazione

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  • 🌊 Immaginate di camminare tra una fitta vegetazione mediterranea, accarezzati dalla brezza marina e con il mare verde smeraldo di fronte a voi. Benvenuti a Cala Dragunara, una delle gemme nascoste dell
  • 🌀 Sardegna, terra di misteri e tradizioni.

A Mamoiada, nel cuore della Barbagia di Ollolai, si trova una pietra che cela un affascinante enigma: Sa Perda Pintà, la pietra decorata.

Alta quasi 3 metri e con uno spessore di mezzo metro circa, la lastra granitica è costellata da una serie di decorazioni concentriche, lineari e a coppella.

Le sue origini risalgono al Neolitico recente, quando forse faceva da guardiana ad un’area atta al compimento di riti sacri.

Il significato delle misteriose incisioni è ancora sconosciuto, ma si ipotizza che siano legate a culti della fertilità, del ciclo vita e morte o alla Dea Madre.

Sa Perda Pintà è un simbolo affascinante e misterioso, che ci riporta alle origini della Sardegna.

Clicca sul link in bio per leggere l’articolo di @medinolasss 

📷 Complimenti a @peraloss per questo Reel.

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  • Esplorando il complesso di Seruci a #Gonnesa, un monumento straordinario che ci svela la grandezza della civiltà nuragica. Questo sito di sei ettari racchiude un nuraghe complesso, un villaggio di capanne e persino una tomba di Giganti.

Il mastio centrale, con un diametro di 60 metri, ci trasporta indietro nel tempo fino al Bronzo recente, con le sue tre celle sovrapposte. Le torri circostanti, alcune ancora in buono stato, celano segreti millenari. 

All’interno delle celle, puoi ammirare pavimenti forse rivestiti di sughero e toccare la pietra totemica di fondazione. Uscendo verso nord, troverai una vasca per abluzioni e uno spettacolare teatro gradonato. 

Questo luogo, risalente al Bronzo finale, è uno dei più grandi “quartieri” nuragici in Sardegna, con oltre cento capanne circolari. Il villaggio si sviluppa su pendici circostanti, ed è stato un centro di ritrovo e di scambio commerciale. 

Non lontano, una tomba di Giganti testimonia il servizio funerario della comunità. 

Dalla collina circostante, ammirerai il panorama e noterai altri insediamenti nuragici coevi, collegando così Seruci a una storia millenaria. 

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  • La Festa del Redentore, uno tra i più significativi e seguiti appuntamenti dell’estate di #Nuoro.

La ricorrenza viene celebrata, con cadenza annuale, per ricordare la collocazione, avvenuta nel 1901, della statua bronzea del Cristo Redentore sulla cima del Monte Ortobene e la conseguente benedizione di quest’ultimo.

Connubio perfetto tra cerimonia religiosa e manifestazione civile, essa rappresenta una delle festività maggiormente radicate nella Sardegna centrale e rappresenta, assieme alla Festa di Sant’Efisio a Cagliari e alla Cavalcata Sarda sassarese, uno dei più grandi raduni folkloristici dell’isola.

📷 Complimenti a @naty_curreli per questo Reel.

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  • 💛❤ Alghero, città di mare e di cultura, si racconta in due video promozionali realizzati dall’Amministrazione comunale con l’assessorato alla Cultura e Turismo, in collaborazione con la Fondazione Alghero e il Parco Regionale di Porto Conte.

I video sono accompagnati dalla canzone “Domo Mea” dei Tazenda, cantata in cinque lingue diverse.

Le immagini del primo video mostrano le bellezze naturali e architettoniche di Alghero, dal molo di sottoflutto alla spiaggia di Mugoni, dal nuraghe Palmavera al bastione Marco Polo, dall’Isola Foradada alla torre del Museo Antoine De Saint-Exupéry di Porto Conte.

Oltre ai Tazenda, alla realizzazione dei video hanno contribuito numerosi artisti e musicisti algheresi e sardi, tra cui Salvatore Maiore, Paolo Zuddas, Enzo Favata, Gavino Murgia, Denise Gueye, Claudia Crabuzza, Davide Casu e Claudette.

👆🏻 Clicca sul link in bio per leggere l’articolo completo
  • 💋 Immersa nella costa più selvaggia di Sant’Antioco, la fantastica insenatura di “Is Praneddas” è un autentico gioiello dell’Isola. 

Per arrivarci dovrai percorrere un sentiero breve e affascinante, che attraversa pini e macchia mediterranea per poi lasciare spazio alle rocce e alla scogliera e, infine, al profondo blu di un mare sconfinato. 

Resterai meravigliato dalle splendide forme scolpite dalla natura e dal tempo, dal maestoso Arco dei Baci: un monumento naturale di incredibile bellezza, romantico e dalle mille suggestioni, che si apre sul mare incantando i visitatori. 

A Is Praneddas potrai immergerti nella piccola piscina naturale che fa da cornice all’Arco dei Baci e nuotare nelle sue acque placide e poco profonde.

Ma con qualche bracciata in più, potrai superare idealmente le “Colonne D’Ercole” dell’arco roccioso che sovrasta la piscina per proseguire verso il blu intenso del mare aperto: un vero spettacolo per gli amanti della natura selvaggia, in grado di regalare emozioni indelebili.

📷 Grazie a @travelinthewildsardinia per lo scatto.

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  • Le donne chiudono i festeggiamenti per San Salvatore. A dieci giorni dalla prima processione che ha visto trecento donne di tutte le età accompagnare scalze, tra preghiere e canti, la piccola statua di Santu Srabadoeddu da Cabras al villaggio, questa mattina si è compiuto il percorso inverso e si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San Salvatore, organizzati dal Comune di #Cabras, dal Comitato dei festeggiamenti di San Salvatore e con la collaborazione dell’Associazione Is Curridoris, dell’Associazione Santu Srabadoeddu e dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo.

Questa mattina, all’alba, il novenario di San Salvatore ha vissuto gli ultimi istanti di una festa attesa per tutto l’anno a Cabras. Le trecento fedeli si sono radunate attorno al piccolo santuario e da lì, dopo aver partecipato alla messa, si sono dirette verso il paese. 

Sono stati sette chilometri ricchi di passione e di sensazioni contrastanti. Gioia, commozione, fatica, dolore, orgoglio erano percepibili sui volti delle scalze di Cabras.
  • ⛵️ Sulle rive di uno dei mari più suggestivi del sud della #Sardegna, c
  • 🌑 La caletta vicino alla famosa piscina naturale di Cane Malu a #Bosa, una bellissima insenatura a forma di cuore… o è una testa di gatto?

Ci siete mai stati?

📷 Grazie a @dani____m per gli scatti.

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  • 🛥️ Buona serata da Castelsardo

📷 Grazie a @simone_ro80 per lo scatto.

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