Il 10 ottobre si celebra il World Mental Health Day, la Giornata mondiale della salute mentale, un appuntamento annuale che ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui problemi legati alla salute mentale in tutto il mondo e mobilitare sforzi per migliorare le risposte e i sostegni a chi ne ha bisogno. L’evento, promosso dalla World Federation of Mental Health e supportato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), si è tenuto per la prima volta nel 1992 e da allora ha continuato a essere un momento cruciale per affrontare temi come lo stigma e la discriminazione che colpiscono le persone affette da disturbi mentali.
Tra i disturbi mentali più rilevanti, la depressione emerge come una delle patologie con il più alto impatto in termini di incidenza, disabilità e costi a livello mondiale. Questo disturbo, che interessa oltre 322 milioni di persone nel mondo, pari al 4,4% della popolazione, è anche una delle principali cause di suicidio, con oltre un milione di vittime ogni anno. La depressione non è solo una malattia dell’umore, ma compromette in maniera significativa il benessere psicologico, la salute fisica e la qualità della vita delle persone che ne soffrono, influenzando anche le relazioni sociali e la vita professionale.
In Italia, nel biennio 2021-2022, il 6,4% degli adulti tra i 18 e i 69 anni ha riportato sintomi depressivi, equivalenti a oltre 3 milioni di persone. Tuttavia, i numeri reali potrebbero essere ancora più elevati, poiché solo una minoranza dei casi riceve una diagnosi e un trattamento adeguato. Spesso, infatti, la depressione rimane non trattata o viene affrontata con terapie inadeguate, a causa dello stigma sociale e delle difficoltà di accesso ai servizi di salute mentale.
La Sardegna, in particolare, si distingue per dati preoccupanti. Secondo le stime del biennio 2021-2022, la prevalenza di “sintomi depressivi significativi e duraturi” è la più alta d’Italia, coinvolgendo oltre 160mila persone, di cui l’11,6% della popolazione adulta e il 13,3% degli anziani. A spiegarlo è la professoressa Federica Pinna, direttrice della Psichiatria del San Giovanni di Dio di Cagliari, che individua alcuni fattori che contribuiscono all’aumento del rischio di depressione sull’isola: lo stato di povertà, la disoccupazione, gli eventi di vita stressanti e le malattie fisiche. I più colpiti sono le donne e gli anziani.
Nonostante l’allarmante prevalenza del disturbo, il ricorso ai Servizi di salute mentale pubblici in Sardegna è significativamente basso. Il “Rapporto sulla Salute Mentale” evidenzia come solo 10,5 su 10mila abitanti siano trattati per depressione presso i servizi pubblici, il dato più basso a livello nazionale. Questo paradosso, spiega la professoressa Pinna, è dovuto principalmente allo stigma che ancora oggi pesa sulle persone che richiedono cure psichiatriche. La paura di essere etichettati come “malati di mente” scoraggia molti dal rivolgersi ai servizi dedicati, preferendo invece specialisti privati o figure non specialistiche, nonostante la gratuità e la mancanza di liste d’attesa nei servizi pubblici. Questo scenario evidenzia la necessità urgente di un piano strategico per abbattere le barriere che impediscono l’accesso alle cure e per affrontare i fattori di rischio legati alla depressione.
In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze dell’ASL 3 di Nuoro organizza un Open Day con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce e di favorire l’accesso alle cure, aiutando a superare pregiudizi e paure legati ai disturbi mentali. Il programma prevede due momenti centrali: al mattino, dalle 9:00 alle 13:00, presso l’Ospedale Cesare Zonchello, sarà attivo uno sportello informativo per fornire dettagli sull’accesso alle cure per la salute mentale e le dipendenze; nel pomeriggio, dalle 15:00, presso lo spazio multifunzione ExMè, si terrà una presentazione delle attività della salute mentale sul territorio e alle 18:00 si chiuderà la giornata con un incontro della rete nazionale ÀGORAI, che promuove la salute mentale come bene comune.
A Cagliari, il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze dell’ASL 8 organizza l’evento “La mia salute, il mio diritto” presso il Centro diurno di Marina Piccola. Dalle 9:30 alle 16:30, il pubblico potrà assistere a interventi di musica dal vivo del gruppo “The Healing” e partecipare a dimostrazioni delle attività manuali, come la produzione di ceramica, svolte regolarmente presso il Centro. Anche gli studenti delle scuole superiori della città metropolitana di Cagliari saranno coinvolti nell’iniziativa, con l’obiettivo di promuovere una cultura di inclusione e contrastare lo stigma legato alla salute mentale.
A Oristano, il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze dell’ASL 5, in collaborazione con il Centro servizi culturali e con il Comune di Oristano, ha predisposto due iniziative che hanno lo scopo di accendere i riflettori sul disagio psichico e stimolare una riflessione nella comunità su un tema ancora poco conosciuto e dibattuto. La mattina, nella sala polivalente del Centro servizi culturali Unla di Oristano (via Carpaccio, 9), alle ore 10 sarà proiettato il film di Paolo Virzì “La pazza gioia”, un’attività riservata agli utenti del Centro di salute mentale e del Centro servizi culturali di Oristano. Al termine della proiezione, alle ore 12:00, ci si connetterà con altre città d’Italia per una discussione a distanza sulla salute mentale. In serata, a partire dalle 17:30, la piazza Eleonora di Oristano ospiterà l’evento “Agorà. Spazi per generare salute mentale”. Anticipato da una introduzione in musica e dalla lettura di un brano, alle 18 si aprirà il dibattito sul tema della giornata.