Anche in Sardegna il design influenza il saper fare delle imprese attraverso la capacità di dare forma all’ingegno. Seppur in forma ridotta rispetto a ciò che succede nel resto dell’Italia, anche nell’Isola operano le imprese di mobili, moda, ceramica, carta, metalli preziosi ma anche navi e imbarcazioni da diporto, strumenti musicali e giocattoli ad elevata contaminazione del design.
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha voluto delineare la moltitudine di beni il cui design caratterizza il percorso innovativo e lo standard qualitativo, nella regione portano avanti la loro attività 2.779 imprese, di cui 2.065 artigiane. La maggior parte delle realtà opera nella lavorazione del legno (750 di cui 624 nell’artigianato), 609 nella ceramica e vetro (420 artigiane) e 553 della gioielleria, occhialeria e accessori moda (490 artigiane).
In questo perimetro la Sardegna si piazza al 17esimo posto nazionale sul totale delle imprese che hanno nel design la loro qualificazione e caratteristica.
“La maggiore presenza dell’artigianato e delle micro e piccole imprese – commenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – si riscontra nei settori del Made in Sardegna che hanno connotato la nostra storia e il patrimonio culturale: prodotti in legno, mobili, moda – tessile, abbigliamento e pelle –vetro e ceramica, gioielleria”.
“Il disegno del prodotto costituisce un fattore competitivo strategico dell’offerta manifatturiera italiana – rimarca Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – anche nell’Isola le piccole imprese sono riuscite ad intrecciare la materialità del prodotto con elementi immateriali concretizzando una ampia gamma di oggetti: dai prodotti della tessitura, tappeti e capi di abbigliamento, carta, lavorazione del vetro, realizzazioni in ceramica, prodotti in gesso per l’edilizia, metalli preziosi, coltelleria e posateria, prodotti di elettronica di consumo audio e video, orologi, lampade e apparecchi di illuminazione, macchine per l’industria alimentare e delle bevande, navi e imbarcazioni da diporto, biciclette, gioielleria e oreficeria, bigiotteria, strumenti musicali, giochi e giocattoli e mobili”.
La domanda di design determinata dalla interessante produzione di beni, venduta in tutto il mondo, vede 9.313 addetti impegnati nelle imprese specializzate nell’attività di design, di cui 4.507 nelle realtà artigiane: si tratta di realtà legate al fashion design principalmente connesse a moda, gioielli, mobili e arredamento e di design industriale comprensivo delle attività di ideazione e sviluppo di progetti e specifiche tecniche necessarie per facilitare l’uso, accrescere il valore, migliorare l’estetica dei prodotti nonché della definizione e scelta di materiali, meccanismi di funzionamento, forme, colori, rifiniture esterne, tutte attività che possono essere svolte anche tenendo conto di bisogni umani, sicurezza, interesse del mercato ed efficienza in produzione, distribuzione, utilizzo e manutenzione.
A queste “attività core” di design si affiancano le attività dei disegnatori grafici che operano nello sviluppo di pagine web, nella grafica pubblicitaria o sono illustratori, quelle dei disegnatori tecnici che riproducono cartamodelli e le altre attività di design, svolte principalmente dagli arredatori.
A confermare come i professionisti del design stiano trovando spazi creativi e interessanti opportunità anche in Sardegna c’è la testimonianza del designer d’impresa di Ozieri (SS) Gianluca Lai: “L’Isola, soprattutto negli ultimi anni, si è trasformata in un laboratorio di stile e di innovazione che non teme confronti anzi oggi, al contrario, traccia, in tutto il resto d’Europa e del Mondo, le strade da seguire”. “Ciò avviene grazie all’elevato livello di formazione che il nostro territorio offre agli studenti e, successivamente, ai professionisti del settore – continua Gianluca Lai – e, grazie alle competenze che i designer acquisiscono in giro per il Mondo, sono tantissime le idee, i progetti e i prodotti che vengono elaborati e realizzati sul nostro territorio”. “Ed è grazie alle esperienze e alle contaminazioni – continua – che le idee riescono a trasformare e modificare materiali basici come l’acciaio, il legno, la pietra, la plastica e il polistirolo in vere opere senza tempo e, cosa più importante, a elevato valore aggiunto”.
“E crescono di giorno in giorno le richieste per allestire locali commerciali come ristoranti, negozi e centri estetici, predisporre e gestire spazi pubblici oppure organizzare appartamenti privati, con la creazione anche di oggetti su misura – conclude Lai – oppure creare marchi d’impresa o predisporre campagne pubblicitarie: tutto questo è il design, tutto questo è stile, innovazione ma, soprattutto funzionalità dello spazio, del prodotto o della sensazione”.
Ma anche il settore del design risente della carenza di figure professionali altamente qualificate. Secondo l’analisi di Confartigianato, a livello nazionale sono difficili da reperire 6 disegnatori su 10. Nel 2022 le imprese italiane hanno indicato 22.280 entrate di disegnatori industriali. Per tutte le entrate hanno una elevata importanza le competenze digitali e nel 59,1% dei casi, pari a 13.160 unità, sono di difficile reperimento.
“Chi produce design, infine, si trova costretto a battagliare da un lato con la produzione su larga scala e con la commercializzazione online – concludono la Presidente Lai e il Segretario – la sfida è quella di puntare sempre a realizzazioni di eccellenza utilizzando materiali diversi e confrontandosi con aziende che lavorano in altre parti d’Italia e del mondo. La strategia vincente è la collaborazione con contaminazione”.