Feste, aperitivi, partite, film, momenti di relax. Questi e tanti altri attimi della vita di tutti sono accompagnati dall’abitudine di sgranocchiare quello che è lo snack più popolare e diffuso nel mondo: le patatine fritte in busta, chiamate anche chips o crisps rispettivamente dagli americani e dagli inglesi. Considerate da sempre un peccato di gola, queste ghiottonerie hanno origini incerte. Si racconta che nacquero in America nel 1853. L’idea fu del cuoco americano George Crum, che lavorava in un ristorante a Saratoga Springs, nello Stato di New York, mosso dalla volontà di accontentare un cliente abituale ma molto esigente, il magnate delle ferrovie Cornelius Vanderbilt, il quale pretendeva patate fritte più sottili e croccanti.
C’è chi dice, tuttavia, che questa sia solo una leggenda metropolitana e che già nel 1849 il giornale “New York Herald” raccontasse di una popolare cuoca di nome Eliza, nota per le sue patatine fritte. Acuni storici parlano invece di un libro di ricette del medico britannico William Kitchiner, “The Cook’s Oracle”, pubblicato negli Stati Uniti nel 1829, che conteneva una ricetta delle patate fritte fatte a fettine. Infine, c’è chi sostiene che fu Catherine Adkins Wicks, sorella di George Crum e sua assistente in cucina, a creare nel 1917, alla veneranda età di 103 anni, le patatine fritte.
Certo è che questa ricetta, mai brevettata e forse tramandata già da centinaia di anni, dall’Atlantico arrivò a conquistare il Vecchio continente quando, intorno al 1930, due compagnie, la Lay’s e la Fritos, decisero di vendere le patatine fritte all’interno di accattivanti sacchetti.
Oltre alle classiche patatine salate tagliate a sfoglia, col tempo sono state proposte ai consumatori altre varietà come le stick, con la tipica forma di un fiammifero, e le rustiche, leggermente più spesse e con un taglio ondulato. Sono nate poi altre patatine con gusti e aromi più particolari, alla pizza, alla paprika, al formaggio, al rosmarino, alla salsa barbecue e altre ancora. Ma il comune denominatore di tutte queste tipologie è sempre stato l’olio di semi di girasole utilizzato per la loro frittura, ormai ritenuto poco salutare e fonte di grassi saturi.
Considerate il junk food per definizione, ossia il cosiddetto “cibo spazzatura”, acerrime nemiche delle diete dei salutisti, il mercato delle patatine fritte in busta è stato pian piano influenzato dalla progressiva evoluzione delle abitudini culinarie verso altre tipologie di spuntini sempre gustosi ma più sani, andando dunque incontro ad un miglioramento qualitativo. Anche questa tendenza è cominciata negli Stati Uniti una decina di anni fa. Oggi questi snack meno calorici e con inferiori quantità di sale si sono ormai guadagnati uno scaffale preciso nei supermercati, in genere quello degli alimenti dietetici o bio, oltre che nei negozi di prodotti biologici.
Ecco allora che, al posto delle patatine fritte, all’interno dei mitici sacchetti si trovano sempre più spesso patatine cotte al forno, meno salate e con un basso contenuto calorico. Non mancano nemmeno le patatine biologiche, più leggere, croccanti e con pochissimi grassi, grazie soprattutto ad una preparazione basata su tecniche innovative, come quella ad aria, già utilizzata per la cottura dei popcorn, oltre che sull’utilizzo di materie prime di origine naturale, in particolare l’olio extravergine di oliva, decisamente più sano di quello di semi di girasole.
Sempre croccanti, variopinte e gustose sono le chips vegetali, snack di verdure a base di ortaggi, tuberi o radici fritte o infornate. Molto diffuse quelle a base di barbabietola, di zucca e di carota, ricche di fibre, antiossidanti, vitamine e minerali.
Da annoverare tra gli spuntini alternativi sono anche gli snack al tofu, leggeri, ipocalorici ma ricchi di proteine, e quelli di frutta o verdura disidratata ed essiccata, preparati riponendo le fette di frutta o verdura in un ambiente asciutto, in modo da rimuovere l’acqua fino a quando non diventano croccanti, realizzando dunque un prodotto totalmente sano e privo di grassi.
Ma gli spezza fame sicuramente più ricercati sono i legumi fatti a snack, tostati, non fritti ma super croccanti, come i triangolini, le sfogliatine e i fiorentini soprattutto di lenticchie o di ceci. E per chi è abituato a mangiare sano già di primo mattino con una buona colazione a base di cereali, niente paura, anche lo spuntino può non essere da meno grazie agli snack ai cereali, come i nachos o tortillas di mais, e le chips di riso croccante, talmente appetitose che una tira l’altra.
Proprio a proposito del riso, è dalla Sardegna che arriva una sfiziosa novità: “Le Nuvole d’Angelo”, nate dall’idea dell’azienda risicola sarda iFerrari di Angelo Maria Ferrari, situata nella tenuta agricola Pinna Manna di Oristano e già nota per la sua produzione del riso “I Chicchi d’Angelo”.
Semplici ingredienti, quali riso, acqua e sale, danno vita a questo snack dalla forma triangolare, non fritto, gluten free e 100% vegetale, da assaggiare nelle sue due versioni con il riso Apollo, bianco e aromatico, e con il riso Ermes, rosso, integrale ed aromatico. Un prodotto adatto ad ogni occasione, dalla colazione agli aperitivi, da solo o abbinato a varie salse, leggero e gustoso, in grado di rispondere perfettamente alle esigenze di chi non vuole rinunciare a mangiare qualcosa di goloso ma, allo stesso tempo, sano.