Avvoltoio capovaccaio nidifica a Capo Caccia: è il primo accoppiamento documentato nel Parco di Porto Conte della rarissima specie

Grazie a una rete di videosorveglianza ad alta tecnologia il Parco registra per la prima volta in Italia tutte le fasi di accoppiamento del raro avvoltoio lungo le falesie di Capo Caccia

L'accoppiamento dell’avvoltoio capovaccaio a Porto Conte

Nel Parco naturale regionale di Porto Conte nelle scorse settimane è stato documentato per la prima volta in Italia l’intero processo di accoppiamento dell’avvoltoio capovaccaio, una delle specie più rare e minacciate del continente europeo.

L’osservazione è avvenuta grazie all’impiego di una rete di videosorveglianza ad alta tecnologia, installata lungo le falesie di Capo Caccia, che ha permesso di confermare la presenza stabile e potenzialmente nidificante della coppia all’interno dell’area protetta. Il risultato rappresenta una novità di rilievo per la conservazione della biodiversità, soprattutto perché ottenuto senza alcun impatto antropico.

La presenza dell’avvoltoio capovaccaio era già stata rilevata in modo casuale sei anni fa nell’ambito del progetto “Life Undergriffonwings”, quando i ricercatori del Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Sassari, durante l’osservazione dei grifoni, avevano notato l’apparizione della specie in collaborazione con il centro recupero fauna dell’Agenzia Forestas. Tuttavia, fino ad oggi, non era mai stato possibile osservare l’accoppiamento o raccogliere prove certe della sua nidificazione. Per questo, il Parco ha attivato, in parallelo alle attività di monitoraggio già esistenti, un protocollo di osservazione mirato e costante dedicato proprio a questa specie, in collaborazione con l’équipe guidata dalla professoressa Fiammetta Berlinguer.

Il progetto ha beneficiato di una fitta rete di collaborazioni istituzionali e scientifiche. I tecnici del Parco sottolineano come i risultati ottenuti siano il frutto di un lavoro sinergico, che ha coinvolto l’ISPRA, l’Università di Sassari, l’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, il centro di recupero fauna di Bonassai diretto dal veterinario Marco Muzzeddu, oltre a numerosi esperti ornitologi e ad altri parchi nazionali e regionali italiani. Un ruolo centrale è stato svolto anche dal tecnico faunista Vincenzo Rizzo Pinna, che ha seguito da vicino le operazioni di monitoraggio.

L’infrastruttura di videosorveglianza installata nel Parco aveva già dato i primi risultati con il monitoraggio continuo dei siti di nidificazione del falco pescatore. L’uso combinato di telecamere e dispositivi GPS ha consentito di studiare i movimenti degli individui nati nei siti costieri. Sulla base di queste esperienze, Porto Conte ha aderito al progetto nazionale “Falco Pescatore – Italia”, sviluppato in collaborazione con il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, guidato dall’ornitologo Giampiero Sammuri, oggi presidente del Parco, e con altri enti tra cui il Parco nazionale dell’Asinara, quello della Maremma e il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

Il presidente del Parco naturale regionale di Porto Conte, Emiliano Orrù, ha evidenziato come questi risultati confermino il valore dell’area per la conservazione dell’avifauna. In soli 60 chilometri di costa si registra la nidificazione di specie di interesse come il grifone, il capovaccaio, il falco pescatore, oltre ai procellariformi, tra cui l’uccello delle tempeste, con la seconda colonia più importante del Mediterraneo, e la berta maggiore.

Per rendere fruibili al pubblico questi contenuti, il Parco installerà a breve un maxischermo nel giardino di Casa Gioiosa, dove sarà possibile vedere in tempo reale le immagini del capovaccaio e del falco pescatore, offrendo ai visitatori un’occasione di osservazione diretta e continua della fauna locale.

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