Coronavirus, da questa settimana in vigore il “Green Pass”: che cos’è e come funziona

È entrata ufficialmente in vigore la “Certificazione verde Covid-19” che consente gli spostamenti tra regioni

📷 Adobe Stock | ronstik

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Favorire la circolazione sicura delle persone in tempi di pandemia, incentivando così anche la ripresa del turismo e di una buona parte dell’economia, è una delle questioni prioritarie su cui si dibatte da ormai oltre un anno, unitamente al tema fondamentale dell’emergenza sanitaria.

Era l’aprile del 2020 quando, durante il primo rigido lockdown che l’Italia stava attraversando, il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, aveva provato, per primo, a proporre al Governo italiano di istituire una sorta di passaporto sanitario, un certificato che attestasse la negatività al virus per chi arrivava in Sardegna. Esigenza avvertita in modo particolarmente forte nell’Isola a causa della stagione turistica che era ormai alle porte, durante la quale si prevedevano migliaia di turisti pronti ad arrivare per le vacanze estive.

La proposta era stata però non solo criticata da più parti, ma subito giudicata incostituzionale da Francesco Boccia, l’allora Ministro agli Affari regionali, col risultato che la Sardegna lo scorso agosto registrò un numero notevole di positivi e, di conseguenza, fu definita il “focolaio d’Italia”. Nemmeno l’immediata reazione di Solinas agli eventi ebbe esito positivo. L’ordinanza che firmò nel settembre del 2020, per imporre un certificato di negatività o il tampone entro 48 ore a chi arrivava sull’Isola, fu sospesa dal Tar con la motivazione che solo il Governo nazionale può stabilire limitazioni alla libertà di circolazione dei cittadini.

Il tempo e l’Unione Europea hanno finito, tuttavia, per dare ragione al Presidente della Regione Sardegna. Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, lo scorso 24 marzo ha dichiarato: “Il 17 marzo 2021 la Commissione europea ha presentato una proposta volta a creare un ‘certificato verde digitale’ per permettere una libera e sicura circolazione dei cittadini nell’Ue. (…) “La Commissione dovrà presentare delle linee guida dettagliate, e gli Stati membri dovranno essere in grado di renderlo operativo”.

La risposta del Governo italiano non si è fatta attendere. 

Il “Decreto Riaperture”, entrato in vigore questo lunedì, 26 aprile 2021, con cui sono state stabilite importanti misure per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali e la reintroduzione delle zone gialle, ha previsto un nuovo metodo che consente lo spostamento, in entrata e in uscita, tra regioni che si trovano in zona rossa o arancione. Si tratta della “Certificazione verde Covid-19”, o “Green Pass”, che può essere rilasciata, in formato cartaceo o digitale, ai cittadini in possesso di determinati requisiti. In primo luogo, in caso di avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2. Tale certificazione viene compilata dalla struttura sanitaria presso cui è stato effettuato il vaccino, al termine del ciclo prescritto. Un altro motivo per cui può essere concessa è l’avvenuta guarigione da Covid-19. Questa certificazione viene fornita dalla struttura clinica, dal medico di medicina generale, o dal pediatra di libera scelta da cui si è stati in cura. Entrambe hanno una validità di sei mesi. Infine, la certificazione verde può essere rilasciata anche dopo l’effettuazione di un tampone negativo presso le strutture sanitarie pubbliche o private autorizzate, o presso le farmacie, sarà valida per 48 ore.

Si tratta di un’ottima opportunità, in particolare per la Sardegna, unica regione d’Italia ad essere ancora in zona rossa. La certificazione verde consente infatti gli spostamenti da o per l’Isola, anche per fini turistici.

Gravi criticità per i pass vaccinali, tuttavia, sono state evidenziate dal Garante della privacy, che ritiene che il decreto riaperture sia “gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali”. L’Autorità ha perciò offerto la propria collaborazione al Governo. Le problematiche da risolvere riguarderebbero la mancata precisazione delle finalità per il trattamento dei dati sulla salute degli italiani, l’utilizzo eccessivo dei dati su certificati che dovrebbero essere esibiti in caso di controllo, e l’assenza di una previsione dei tempi di conservazione dei dati e di misure che ne garantiscano l’integrità e la riservatezza.

Oltre alla maggiore libertà di movimento, di cui gli italiani avvertono ancora di più l’esigenza con l’avvicinarsi delle tanto attese vacanze estive, un’altra buona notizia è rappresentata dal fatto che grazie al Green Pass si potrà dire addio alla ormai onnipresente autocertificazione che, da più di un anno, accompagna tutti gli spostamenti per motivi di lavoro, salute o necessità dei cittadini.

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