(Adnkronos) – Meno di 48 ore alla nuova tornata elettorale in Veneto, Campania e Puglia, dove domenica 23 e lunedì 24 novembre si voterà per scegliere i nuovi governatori delle tre Regioni e i componenti del Consiglio regionale. Sono quasi 12 milioni in totale i cittadini chiamati alle urne, migliaia le sezioni coinvolte. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 di domenica e quindi lunedì dalle 7 alle 15. Ma quali sono i candidati e come si vota? Ecco un vademecum regione per regione.
Sono 4.296.562 gli elettori che in Veneto domenica e lunedì saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente della Regione che, con il suo avversario diretto e altri 49 nuovi consiglieri regionali eletti tra gli 845 candidati delle 16 liste che si presentano al voto, andranno a comporre il nuovo consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini.
Sono 5 i candidati alla presidenza: Alberto Stefani per il centrodestra (Lega, Fdi, Fi, Udc, Noi Moderati, Liga Veneta Repubblica); Giovanni Manildo per il campo largo (Pd, M5s, Avs, Il Veneto che Vogliamo, Rete delle Civiche Progressiste, +Europa, Volt Italia, Psi, Movimento Socialista Liberale); Fabio Bui per i Popolari per il Veneto; Marco Rizzo per Democrazia sovrana popolare; Riccardo Szumski per la lista Resistere.
Rispetto a cinque anni fa saranno chiamati a votare complessivamente 140mila elettori in più, tra i quali ci sono 252.238 ragazzi e ragazze al loro primo voto regionale – il 5,87% del totale – e 22.076 neo-diciottenni al loro primo voto in assoluto.
Le sette circoscrizioni elettorali corrispondono alle province, tra le quali è Treviso quella con più elettori. Ne conta quasi 830mila (19,3% del totale), seguita da Padova (18,4%), Vicenza (18%), Verona (17,7%), Venezia (16,6%) a chiudere Belluno e Rovigo co poco più di 200mila elettori. Dal computo degli elettori vanno però tolti i veneti iscritti all’Aire che non votano alle regionali, a meno che non tornino appositamente per farlo. Attualmente sono 524.000, il 12% degli aventi diritto, e anche in questo caso la provincia che ne conta di più in assoluto è Treviso (28,6%), seguita da Vicenza (20,4%), Padova (13%), Venezia, Verona, Belluno e Rovigo (solo il 4,4%). Ed è inoltre da considerare che il 76% degli elettori veneti iscritti all’Aire risiede al di fuori dell’Unione europea. Una singolarità è però la loro incidenza sul totale degli elettori di ogni singola provincia che fa cambiare il quadro complessivo. In questo caso, la percentuale più elevata si registra a Belluno (25,7%), seguita da Treviso (18,1%), Vicenza (13,8%) e Rovigo (11,3%) e le restanti tre con valori inferiori al 10%. Una circostanza che fa sì che in 115 comuni (il 21% del totale) il numero degli iscritti alle liste elettorali superi quello della popolazione residente. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di piccoli comuni della fascia pedemontana e di montagna.
In Veneto le donne rappresentano il 50,9% del corpo elettorale chiamato al voto, con Venezia (51,34%), Padova (51,07%) e Rovigo (51,02%) che registrano una presenza femminile superiore alla media regionale, ma il divario con gli elettori maschi si è progressivamente ridotto negli ultimi dieci anni. Urne aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
Circa 5 milioni di elettori in Campania saranno chiamati a scegliere il nuovo governatore della Regione e i 50 componenti del Consiglio regionale. Domenica 23 e lunedì 24 novembre, i cittadini campani sceglieranno il successore di Vincenzo De Luca, che conclude il suo secondo mandato. Il 20 e 21 settembre 2020, l’ex sindaco di Salerno stravinse le elezioni sfiorando il 70% dei consensi, in piena emergenza Covid. Il dato più significativo, però, fu quello dell’astensione: alle urne si recò solo il 55% degli aventi diritto.
Sono 5825 le sezioni in cui si vota, delle quali la metà – 2896 – a Napoli. La soglia di sbarramento per tutte le liste è passata dal 3% al 2,5%, che sarà sufficiente per assegnare uno dei 50 seggi. La ripartizione per la composizione del Consiglio regionale della Campania prevede 27 seggi assegnati a Napoli e provincia, 9 a Salerno, 8 a Caserta, 4 ad Avellino e 2 a Benevento.
Sono 20 le liste a sostegno dei 6 candidati alla presidenza: 8 ciascuno per il candidato di centrosinistra Roberto Fico e di centrodestra Edmondo Cirielli, ed una ciascuna a sostegno degli altri 4 candidati indipendenti Nicola Campanile (Per – per le persone e la comunità), Giuliano Granato (Campania popolare), Carlo Arnese (Forza del popolo) e Stefano Bandecchi (Dimensione Bandecchi).
Devono scegliere tra quattro candidati alla presidenza e 13 liste gli oltre 3 milioni e 500 mila elettori pugliesi che domenica e lunedì 23 e 24 novembre sono chiamati alle urne per designare il governatore, che subentrerà a Michele Emiliano (in carica per 10 anni), e per rinnovare il Consiglio regionale.
Sono sei le circoscrizioni elettorali per cinque province (Foggia, Bat, Taranto, Brindisi e Lecce) e un’area metropolitana (Bari). I seggi sono 4.032, distribuiti nei 258 comuni della regione. Si vota domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Rispetto al 2020 sono diminuiti i candidati alla presidenza: allora furono 8. E anche il numero di liste è sensibilmente calato: sono 13 e all’epoca furono addirittura 29.
Gli aspiranti alla guida della Regione sono Ada Donno, per Puglia pacifista e popolare (con una unica lista che raggruppa Partito comunista italiano, Potere al Popolo, Risorgimento socialista); Sabino Mangano per l’Alleanza civica della Puglia, con una unica lista che mette insieme i movimenti Marziani e Next Italia; Antonio Decaro, candidato dei Progressisti con sei liste: Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Decaro presidente, Per la Puglia–Decaro Presidente, Avanti Popolari con Decaro (dove c’è anche il Psi che presenta alcune candidature in Salento); Luigi Lobuono candidato della coalizione di centrodestra con cinque liste: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega (insieme a esponenti di Udc, Nuovo Psi e Puglia popolare), Noi Moderati-Civici per Lobuono, La Puglia con Noi (solo nelle circoscrizioni Bat, Lecce, Taranto).
In Puglia è consentito il voto disgiunto tra la lista e il candidato presidente. Cinquanta i seggi in palio in Consiglio regionale più il presidente eletto. La legge elettorale prevede una soglia di sbarramento più abbordabile, il 4%, per le liste che si presentano in coalizione, più ostica, l’8% , per quelle che si presentano da sole a sostegno del candidato. Sono al massimo due le preferenze che gli elettori possono esprimere ma soltanto se sono a favore di candidati di sesso diverso e che facciano parte della stessa lista. Se si indicano candidati dello stesso sesso o di liste diverse la scheda viene annullata.
