È iniziato il conto alla rovescia per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica italiana.
Gli occhi sono sempre più rivolti al Quirinale e al 24 gennaio, giorno in cui il Parlamento in seduta comune e i delegati regionali si riuniranno a Montecitorio per l’elezione del tredicesimo Capo dello Stato.
Come stabilisce la nostra Costituzione può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto 50 anni d’età e goda dei diritti civili e politici.
Per l’elezione è richiesta la maggioranza qualificata degli aventi diritto al voto, dunque i due terzi, nei primi tre scrutini, e la maggioranza assoluta, ossia il 50% più uno, a partire dal quarto. Il voto è segreto. Una volta eletto, il Capo dello Stato entra in carica dal giorno del giuramento davanti al Parlamento in seduta comune.
Una votazione, questa, inevitabilmente condizionata dall’emergenza legata al coronavirus, ma che avverrà rigorosamente in presenza, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza, con una sola votazione al giorno, il possesso di un green pass “base” e 50 grandi elettori alla volta suddivisi in fasce orarie.
Diversi sono i nomi dei possibili candidati che si stanno susseguendo nelle ultime settimane. Primo fra tutti l’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il quale, tuttavia, ha ribadito più volte di non voler ricoprire un secondo mandato. Un’elezione auspicata da molti sarebbe anche quella dell’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ma che comporterebbe la decadenza dell’attuale Governo e il possibile voto anticipato. Tra gli altri nomi di spicco emerge sicuramente quello di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. C’è infine chi sogna di veder salire una donna al Quirinale e nel toto nomi sono rientrate diverse personalità del Governo e della politica, come la Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, Letizia Moratti, il Ministro della Giustizia Marta Cartabia, fino a Emma Bonino e la senatrice a vita Liliana Segre.
La Sardegna ha scelto i tre grandi elettori che parteciperanno a Roma all’elezione del Presidente della Repubblica, facendo ricadere l’indicazione, come da prassi, sul Presidente della Regione, il Presidente del Consiglio regionale ed il capogruppo del maggior partito dell’opposizione. Saranno dunque, rispettivamente, Christian Solinas, Michele Pais e Gianfranco Ganau a recarsi a Montecitorio.
L’elezione del nuovo Capo dello Stato è particolarmente sentita nell’Isola. La Sardegna è stata, infatti, tra le grandi protagoniste della storia del Quirinale con ben due Presidenti della Repubblica sardi che sono rimasti impressi nella memoria collettiva, Antonio Segni e Francesco Cossiga, e un terzo, Giuseppe Saragat, di origini sarde.
Nato a Sassari sul finire dell’Ottocento, Antonio Segni è stato il quarto Presidente della Repubblica italiana. Forte di una laurea in Giurisprudenza, contemporaneamente alla sua professione di docente universitario di diritto processuale civile e di diritto commerciale in vari atenei, tra cui Cagliari e Sassari, coltiva la sua passione per la politica che lo porta dapprima a iscriversi al Partito Popolare e, successivamente, dopo una pausa durante il fascismo, ad essere tra gli organizzatori in Sardegna della Democrazia Cristiana. Nel 1946 è tra gli eletti all’Assemblea Costituente che ha redatto la Costituzione italiana. Deputato, più volte Ministro, dell’Agricoltura, della Pubblica Istruzione, della Difesa e degli Esteri, ben due volte Presidente del Consiglio, nel maggio del 1962 viene eletto Presidente della Repubblica, carica che ricopre fino al 1964 quando, a causa di gravi problemi di salute, è costretto a dimettersi.
Il successore di Antonio Segni al Quirinale è stato Giuseppe Saragat. Nato a Torino e di fede socialista, partecipa alla Resistenza e ricopre la carica di Presidente dell’Assemblea Costituente. Vicepresidente del Consiglio, poi Ministro della Marina mercantile e degli Esteri, viene eletto Presidente della Repubblica nel 1964 grazie all’appoggio delle forze del centrosinistra e rimane al Colle fino alla scadenza naturale del suo mandato nel 1971. Non tutti sanno però che la figura di Saragat è cara alla nostra Isola perché, pur essendo nato in Piemonte, in realtà ha origini sarde. Suo padre era Giovanni Saragat, un avvocato di Sanluri che dopo la laurea in Giurisprudenza a Cagliari si era trasferito a Torino per esercitare la professione legale. Nel capoluogo piemontese si sposò e nacque quello che sarebbe diventato il quinto Presidente della Repubblica. Fino ai 18 anni il futuro Capo dello Stato trascorse le sue vacanze estive proprio a Sanluri, dalla nonna paterna, Maria Efisia Garau. Era orgoglioso delle sue origini sarde.
Come Segni, anche l’ottavo Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, è nato a Sassari dove, a soli vent’anni, consegue la laurea in legge e resta per insegnare diritto costituzionale. Segretario provinciale della Democrazia Cristiana, prosegue poi la sua attività politica come deputato e come senatore. Diviene Ministro per la Riforma della Pubblica Amministrazione e Ministro dell’Interno, incarico che lascia nel 1978 dopo l’uccisione di Aldo Moro. Dopo essere stato Presidente del Consiglio in due governi di coalizione e Presidente del Senato, nel 1985 viene eletto al Quirinale. Dimessosi pochi mesi prima della scadenza naturale del suo mandato, nel 1992, è divenuto senatore a vita e non ha mai smesso di essere presente sulla scena politica italiana. È ricordato soprattutto per aver accentuato il ruolo del Capo dello Stato, criticando la vita politica e istituzionale del Paese e attirando a sé sia consensi che malumori. Clima da lui stesso confermato nel suo ultimo discorso come Capo dello Stato: “Talvolta ho gridato, ma se ho gridato è perché temevo soltanto di non farmi sentire”.