Oristano: alla scoperta del suo centro storico tra storia, arte e cultura

Itinerario a piedi tra chiese, palazzi e monumenti, per conoscere la città regia ricca di fascino e tradizione

Municipio di Oristano con statua di Eleonora d'Arborea. 📷 Depositphotos

Municipio di Oristano con statua di Eleonora d'Arborea. 📷 Depositphotos

Oristano dista, in linea d’aria, 5 km dal mare, ed è situata in una pianura, a sud del fiume Tirso; in passato fu un centro agricolo (VI secolo d.C.) situato su un preesistente borgo romano. La cittadina attuale fu fondata dagli abitanti di Tharros (1070) che si spostarono nell’entroterra, per evitare gli attacchi saraceni, infatti, molti materiali di spoglio furono riutilizzati per la costruzione dei palazzi di Oristano.

Per il suo importante ruolo in periodo giudicale, Oristano è Città Regia insieme a Bosa, Alghero, Cagliari, Iglesias, Sassari e Castelsardo.

La passeggiata nel centro storico, alla scoperta di vicoli e scorci suggestivi, inizia da Piazza Manno, slargo alberato in cui si apriva una delle porte della città, Porta a Mari, oggi scomparsa. Nella stessa piazza c’è da osservare il Palazzo delle carceri, un tempo palazzo giudicale.

Da Piazza Manno proseguiamo per Via Vittorio Emanuele dove, nel palazzo Parpaglia, troviamo l’Antiquarium Arborense (1938), che conserva numerosi reperti archeologici dal neolitico al medioevo e una pinacoteca con dipinti di A. Mainas (sec.XVI), pale d’altare (1400/1500) e le quattro tavole dello smembrato retablo di P. Cavaro.

In Via Vittorio Emanuele c’è anche il palazzo Arcivescovile edificato dai Piemontesi sulle antiche carceri vescovili e al fianco di questo, una scalinata porta in Piazza Cattedrale, dov’è sita la Cattedrale di Santa Maria Assunta (1200), con un grande campanile quattrocentesco a pianta ottagonale. È primo edificio sacro sorto ad Oristano, gli elementi dell’impianto originale sono due importanti lastre marmoree con bassorilievi bizzantineggianti (sec. XI), di un artista pisano, raffiguranti “Daniele nella fossa dei leoni” e “Due leoni che abbattono due cerbiatti”. All’interno della chiesa statue in legno policromo, altorilievi e tele di pregevole fattura. L’ambiente superstite del tempio duecentesco è la cappella del Rimedio, che conserva lo stile gotico nella volta a crociera gemmata.

Di fronte sta la chiesa della Santissima Trinità (XVIII-XIX sec.) e a destra, la chiesa di San Francesco (1841/47), annessa al convento dei frati Minori, con facciata neoclassica di G. Cima (1841/47). Ricostruita dopo la distruzione del preesistente edificio romanico, nella chiesa è interessante visitare una cappella a sinistra dove si trova il Crocifisso di Nicodemo (1400) realizzato in arte lignea catatalano-renana. Nella sagrestia sono conservate opere di pregio: “S. Francesco che riceve le stimmate” di P. Cavaro (1533), che formava un retablo, le cui restanti parti si trovano attualmente presso l’Antiquarium Arborense.

Sul sagrato del Duomo si affaccia il Seminario Tridentino (XVIII sec.), interessante perché le colonne in granito probabilmente appartenevano alla cattedrale originaria duecentesca. Sulla sinistra, dopo la chiesa di San Francesco, si trova la Pinacoteca Comunale Carlo Contini un tempo chiesa di Sant’Antonio.

Continuando la passeggiata nel centro storico, svoltando in via De Castro, si incontra l’antico palazzo De Castro, risalente al XVI secolo. Passando poi, per la via Garibaldi si raggiunge la chiesa di S. Chiara: ricostruita in stile gotico (1343) su un precedente edificio; è in arenaria e presenta nella facciata due monofore e un rosone sovrastato da un campanile a vela. Nell’abside quadrata ornata da una bella bifora c’è l’interessante raffigurazione dei giudici fondatori (Mariano II, Pietro III, sua moglie Costanza e Mariano IV) qui sepolti.

Arrivare da qui in Piazza Eleonora è semplice, e siamo nel centro simbolico della città, dov’è posta la statua di Eleonora realizzata da U. Cambi; nella stessa piazza sono da vedere il palazzo Colonna, sede di rappresentanza della Giunta comunale e il palazzo degli Scolopi (XVII), attualmente adibito a convento. All’interno del convento, la sconsacrata chiesa di San Vincenzo è oggi aula consiliare.

Proseguendo poi per piazza Martiri, più conosciuta come piazza Tre Palme, lungo via La Marmora s’incontrano la ex chiesa di San Domenico (XVII sec.), oggi adibita a sala convegni con elementi gotici; il convento delle Cappuccine e, di fronte, la chiesa di Santa Lucia.

Raggiungendo piazza Roma, vediamo la torre di Mariano II, detta di San Cristoforo o Torre di Porta Manna (1291). La costruzione fu edificata da Mariano, e con i suoi 129 metri, è l’unico esempio di rilievo dell’architettura militare medioevale oristanese, inoltre, è unica traccia della cinta muraria andata distrutta; ha tre lati massici in arenaria, e il lato interno aperto, con l’arco, che costituiva anche la porta d’accesso alla città, qui è l’iscrizione con la data di edificazione. Una grande campana (1430) la sovrasta.

Vicino alla torre sorge la cosiddetta casa di Eleonora di Arborea, un dignitoso esempio di abitazione del ‘500. A destra della torre di Porta Manna comincia il corso Umberto I, noto localmente come via Dritta, fiancheggiato da antichi e pregevoli palazzi, tra questi notevole è il palazzo Arcais, con l’alta cupola campaniforme ottagonale, ricoperta da squame maiolicate policrome. Gli apprezzabili balconi in ferro battuto (1700) sono simili a quelli presenti nelle due tribune interne del Duomo. Il palazzo è destinato ad ospitare mostre ed esposizioni temporanee. Nelle vicinanze si trova l’ex complesso conventuale dei Carmelitani, (XVIII-XIX sec.) di proprietà della provincia, è oggi sede dell’Università.

Il monumento gotico più notevole di Oristano è l’antica chiesa di San Martino, in una delle sue cappelle, i condannati a morte trascorrevano le loro ultime ore di vita. Si trova nell’omonima piazza ed è il momento conclusivo della nostra passeggiata.

Il giro turistico che vi abbiamo proposto si può fare benissimo in un ora circa se non si entra a visitare le strutture. Consigliamo sempre una giornata piena però che consenta l’ingresso in qualche complesso artistico-museale, da arricchire eventualmente con qualche momento di shopping tra le vie centrali appena visitate: Via Tirso, Piazza Roma, Via Mazzini, Via Figoli, Via De Castro, Via Dritta (Corso Umberto), Via Tharros, Via Contini.

Se poi riusciste a visitare Oristano durante il Carnevale, non perdetevi le iniziative legate alla Sartiglia, in cui culto e magia si fondono per la tradizionale corsa ad infilare la stella. La gara si svolge in prossimità della Cattedrale che in quest’occasione è sempre aperta. Su Componidori, benedice la folla e si dirige verso la Piazza Manno, punto di partenza delle discese alla stella, la galoppata termina nel piazzale dove sostano tutti i cavalieri che salutano l’atto finale della corsa. Da quel momento si ricompone il corteo dei cavalieri che percorrendo la via Duomo e passando dal corso Umberto e dalla piazza Roma, si dirige verso la via Mazzini, luogo in cui si svolgeranno le evoluzioni a pariglia.

Vale davvero la pena arricchire la passeggiata con un evento di tale portata, entusiasmante ed emozionante insieme; in tal caso consigliamo di pernottare in città.

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