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Sa Perda Pintà, la misteriosa stele di Mamoiada

Chiamata anche Stele di Boeli, la megalitica lastra di granito presenta decorazioni concentriche attestabili non solo in esemplari simili, ma anche in altre testimonianze archeologiche isolane e no

di Chiara Medinas
13 Settembre 2023
in Archeologia
🕓 3 MINUTI DI LETTURA
699 7
Sa Perda Pintà (Stele di Boeli), Mamoiada. ? Mauro Aresu

Sa Perda Pintà (Stele di Boeli), Mamoiada. ? Mauro Aresu

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Patria dei misteriosi Mamuthones e degli impavidi Issohadores, il comune di Mamoiada (NU) è uno dei centri che abitano il cuore della Barbagia di Ollolai, regione storica della Sardegna centrale. Con poco più di 2500 abitanti, il territorio si racconta costantemente con feste, tradizioni, ma soprattutto con simboli materiali attestanti tracce prenuragiche e nuragiche importanti. Il passaggio della storia è visibile ovunque, perfino alla periferia del paese, sede de Sa Perda Pintà o Stele di Boeli.

Traducibile in italiano come “La pietra decorata”, Sa Perda Pintà assume tale peculiare nome in virtù delle molteplici e distintive incisioni. Alta quasi 3 metri e con uno spessore di mezzo metro circa, la lastra granitica è difatti costellata da una serie di decorazioni – principalmente localizzate nella parte frontale più estesa – costituite da cerchi concentrici attraversati da lineari incisioni e culminanti in un prolungamento che unisce i cerchi stessi. Concentrate soprattutto nella zona superiore e inferiore sinistra, completano il suggestivo disegno anche 23 incisioni “a coppella”, ossia cavità emisferiche di diverso formato.

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Considerata per le sue dimensioni un caso unico in Sardegna, casualità volle che Sa Perda Pintà venisse scoperta negli anni ‘90 del ‘900 in un giardino privato. Durante i lavori di costruzione di un edificio la lastra fu fortuitamente rinvenuta mezza interrata e in un secondo momento risistemata nello stesso luogo del ritrovamento, sebbene non si ritenga questa la posizione originaria. Le sue radici andrebbero difatti ricercate nel Neolitico recente (3200-2800 a.C.), durante il quale forse faceva da guardiana ad un’area atta al compimento di riti sacri.

Enigmatica ed ancestrale, Sa Perda Pintà rientrerebbe quindi in un ambito rituale e sacrale rafforzato da possibili significati attribuiti nel tempo alle misteriose decorazioni. Oltre al richiamo a culti della fertilità o del ciclo vita e morte, un’ulteriore idea suggerisce che i cerchi imitino il moto concentrico dato dal lancio di una pietra nell’acqua, immagine assai legata alla celebrazione dell’elemento quale fonte essenziale di vita. Una terza ipotesi infine associa le armoniose forme al culto della Dea Madre, simbolo di fecondità e prosperità.

Malgrado le interpretazioni formulate, tutt’oggi il significato della maestosa “pietra decorata” rimane oscuro e la scoperta di esemplari simili nel territorio mamoiadino ha destato ulteriore curiosità. Di dimensioni assai inferiori e non più integre, tali lastre presentano incisioni che ricordano quelle de Sa Perda Pintà e rappresentano un fenomeno tipicamente locale, in quanto attestabile solo nel comune barbaricino. Tra le testimonianze rinvenute spicca per esempio la Stele di Garaunele – sita nell’omonima località mamoiadina e ad oggi visibile in due parti – il frammento di Su Rosariu e la lastra in zona s’Ena Manna, rinvenuta in più sezioni.

Sa Perda Pintà (Stele di Boeli), Mamoiada. ? R. Ballore
Sa Perda Pintà (Stele di Boeli), Mamoiada. ? R. Ballore

Con i loro motivi concentrici, Sa Perda Pintà e le similari lastre non solo costituiscono un caso unico nel suo genere, ma mostrano una correlazione anche con altri reperti, tra cui i vasi in terracotta del Museo Genna Maria di Villanovaforru (SU) e la cosiddetta “pintadera” di Barumini (SU). Molto diffuse in età nuragica, le “pintadere” venivano utilizzate per “pintare” il pane – ossia decorarlo grazie a matrici di forma circolare – e ogni famiglia ne possedeva una con un diverso motivo. Rinvenuta presso il sito di “Su Nuraxi”, la “pintadera” di Barumini (datata VIII-VII secolo a.C.) presenta nello specifico una foggia discoidale e disegni concentrici, pressoché vicini a quelli delle lastre granitiche mamoiadine. Andando oltre l’ambito regionale, i misteriosi segni sembrano infine legarsi anche ad aree europee in cui furono riscontrate simili decorazioni, come Scozia e Irlanda.

Sa Perda Pintà si trova in via Nuoro 33 a Mamoiada, entro il giardino dell’omonimo Bed And Breakfast. Dopo aver raggiunto il paese dall’ex Strada Statale 389 ed aver percorso via Vittorio Emanuele II per circa 700 metri, sarà necessario svoltare a sinistra in via Nuoro e proseguire per altri 350 metri fino al Bed and Breakfast. Malgrado si trovi in proprietà privata, la lastra può essere visitata liberamente e gratuitamente tutti i giorni in quanto il cancello è sempre aperto.

Tags: archeologiainstanewsMamoiadaSa Perda PintàStele di Boeli
Chiara Medinas

Chiara Medinas

Assidua frequentatrice di musei e grande amante delle pardule, la curiosità è la mia musa ispiratrice. Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, credo non ci sia sensazione migliore che provare stupore per le piccole cose.

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