Il giornalismo d’inchiesta sarà al centro di due appuntamenti con Sigfrido Ranucci nell’ambito del festival “Dall’altra parte del mare”. Il giornalista e conduttore televisivo sarà in Sardegna giovedì 31 luglio e sabato 2 agosto per presentare il suo ultimo lavoro editoriale e incontrare il pubblico.
Il primo incontro si terrà giovedì 31 luglio, alle ore 21:00, in Piazza Boyl a Putifigari. Ranucci dialogherà con Elias Vacca sul libro “La Scelta” (Bompiani), in cui racconta il percorso professionale e personale che lo ha portato a diventare uno dei principali protagonisti del giornalismo investigativo in Italia.
Sabato 2 agosto, sempre alle 21:00, Ranucci sarà invece ad Alghero, nel giardino di Villa Mosca, in un evento organizzato in collaborazione con il festival Genera. Nel corso della serata Antonio Mannironi gli consegnerà il premio per il giornalismo di inchiesta “Piero Mannironi”.
In Rai dal 1990, Sigfrido Ranucci ha iniziato come inviato per le rubriche del Tg3, per poi passare a Rai News 24, dove ha condotto numerose inchieste sul traffico illecito di rifiuti e sulla mafia. È stato autore dell’ultima intervista al giudice Paolo Borsellino e ha seguito eventi di portata mondiale, tra cui l’attentato alle Torri gemelle a New York nel 2001 e lo tsunami di Sumatra nel 2004.
Ha lavorato in aree di conflitto nei Balcani e in Medio Oriente, documentando violazioni dei diritti umani. Dal marzo 2017 conduce su Rai3 Report, programma ereditato da Milena Gabanelli e considerato un punto di riferimento per il giornalismo investigativo italiano. Ranucci ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua attività e, insieme a Nicola Biondo, ha pubblicato nel 2010 il libro Il patto (Chiarelettere).
Nel suo ultimo libro, Ranucci riflette sul significato del fare giornalismo investigativo e sulle decisioni che ogni giorno devono essere prese per raccontare fatti spesso scomodi. Il volume alterna il racconto delle inchieste più importanti a ricordi personali, tra cui le figure del padre, atleta e finanziere, e di Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24, che hanno influenzato profondamente la sua visione del mestiere.
“Fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo”, scrive Ranucci, che si interroga costantemente su quale sia “la scelta giusta”, fedele alla promessa di un’informazione che mantenga vivo il legame con la legalità e la giustizia sociale.
































