Con le sue potenzialità comunicative e la sua indiscutibile forza evocativa, il fumetto è un linguaggio che permette di raccontare ogni tipo di storia e di arrivare con semplicità a tutti i lettori. Lo dimostra bene il nuovo lavoro di Stefano Obino, “Bartolomeo Salazar – L’ultimo medico della peste”.
Pubblicata da Camena Edizioni, la graphic novel verrà presentata ufficialmente dall’autore il 30 aprile 2022 alle ore 17 nella sala convegni del Lazzaretto di Cagliari. Città di cui si racconta un aspetto del passato poco conosciuto: l’epidemia di colera che la colpì nel 1816. Diffusosi rapidamente a causa della presenza di alcuni marinai inglesi sbarcati nell’isola, considerati i primi veri untori, e per la contaminazione delle acque, il mortale batterio circolò soprattutto nei quartieri popolari vicino al porto dopo che il castello fortificato venne isolato per sfuggire al sicuro contagio.
In questo contesto si muove Bartolomeo Salazar, protagonista del fumetto: «Un personaggio di mia invenzione – sottolinea Stefano Obino – che prende spunto da figure realmente esistite, i medici della peste attivi almeno sino al XVIII secolo in molte zone d’Europa e presumibilmente anche a Cagliari». Da qui il racconto di un uomo che all’inizio dell’Ottocento svolge per l’ultima volta il suo ruolo di dottore della peste, ancorato a una concezione di medicina ormai superata. A caratterizzarlo è proprio l’abbigliamento utilizzato un tempo dai medici per proteggersi dalle epidemie, a cominciare dalla maschera con il becco adunco, oggi conosciuta come uno dei simboli del carnevale veneziano, che era una sorta di respiratore al cui interno erano contenute sostanze profumate: una difesa, si credeva allora, dai miasmi e dai pericoli di essere contagiati.
Stefano Obino con le sue tavole riporta il lettore a quell’epoca. «Ho scelto la tecnica dell’acquerello – spiega il disegnatore – perché mi è sembrata quella migliore per restituire la sensazione del tempo, l’atmosfera che conosciamo attraverso i quadri di quel periodo. Per questo mi sono ispirato a grandi fumettisti come Luigi Critone, straordinario nell’uso dell’acquerello, e Gipi. Ma anche a pittori che amo come Michael Solovyev e Michele Bajona».