Luigi Di Maio, Mario Monti, Davide Tabarelli, Federico Testa, Vittorio Emanuele Parsi e Stefano Besseghini sono tra i relatori della 19ª edizione nazionale della “Energy and Transition School” di Confartigianato Imprese Sostenibili, in programma dal 27 al 29 settembre prossimi in Sardegna nel centro congressi dell’Hotel Chia Laguna, organizzata dai Consorzi energia di Confartigianato (Caem, Cenpi, Multienergia).
Nei tre giorni di lavori, oltre 120 responsabili e operatori dei Consorzi dell’Energia di Confartigianato provenienti da tutta Italia si confronteranno con gli esperti per approfondire argomenti come la transizione energetica e il ruolo dei Paesi del Golfo e i rapporti con l’Unione Europea, la transizione, la crisi, i prezzi e quale energia per il futuro, il contesto economico e le opportunità, il nuovo mercato energetico per la transizione, il ruolo del nucleare, gli strumenti per l’efficienza energetica per le PMI, la situazione internazionale per energia elettrica, gas e materie prime, la rappresentanza nell’era delle transizioni e sostenibilità e l’Europa nella competizione strategica tra potenze continentali e i nuovi mercati della transizione energetica. Si succederanno anche testimonianze sugli aspetti che riguardano da vicino l’attività dei piccoli imprenditori: gli effetti della guerra sui prezzi dell’energia, gli scenari geopolitici e i riflessi sull’andamento delle tariffe, le opportunità offerte dalle energie rinnovabili, i modelli delle comunità energetiche, la mobilità elettrica.
“Questa crisi energetica sta avendo ripercussioni negative sull’occupazione e sull’intera economia perché quando le piccole imprese soffrono e i posti di lavoro sono a rischio, tutto si ripercuote su famiglie e comunità in tutto il Paese frenando consumi e crescita – commenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – se 12 mesi fa i dubbi e i timori erano fortissimi e le aziende impreparate ad assorbire uno shock energetico così importante, oggi la situazione non è mutata ma le attività economiche hanno preso consapevolezza che con questo tema dovranno fare i conti per parecchio tempo”.
“Infatti, continuano a incrociarsi condizioni pesantissime: la lenta uscita da una pandemia devastante, un conflitto nel cuore dell’Europa, la difficoltà di approvvigionamento energetico e la pesantissima inflazione, dovuta per altro proprio al caro energia – prosegue la Presidente – e questo aumento esponenziale di energia, materie prime e costi in generale ha avuto come risultato che molte piccole imprese sono state costrette a tagliare le ore di lavoro o a rinunciare a nuove opportunità di crescita”. “Senza un accesso affidabile ed economico all’energia le realtà imprenditoriali faticheranno sempre più a sopravvivere e a crescere – sottolinea Maria Amelia Lai –tuttavia, non tutto sarà perduto se riusciremo ad affrontare questa crisi in modo efficace e sostenibile”.
“A tutto questo dobbiamo aggiungere la povertà energetica che sta vivendo il nostro Paese – aggiunge la Presidente – secondo i dati della CGIA, sono 2,2 milioni le famiglie italiane in povertà energetica (PE). Stiamo parlando di 5 milioni di persone che nel 2021 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi. I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione”.
A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, dove il 16,7 per cento delle famiglie, composte da 304.675 individui, si trova in condizioni di PE. Seguono la Puglia (16,4 per cento), il Molise (16 per cento), la Basilicata (15 per cento) e la Sicilia (14,6 per cento). Le regioni, invece, meno interessate da questo fenomeno sono la Lombardia (5,3 per cento delle famiglie totali), la Liguria (4,8 per cento) e, in particolar modo, le Marche (4,6 per cento). Il dato medio nazionale è pari all’8,5 per cento ed è in crescita dello 0,5 per cento rispetto al 2020.
“In Sardegna, l’indice della povertà energetica è dell’11,8%, equivalente a 87mila famiglie in povertà energetica ovvero 185mila persone – conclude Maria Amelia Lai – per questo questi risultati, purtroppo, preoccupano non poco, anche perché sono certamente sottodimensionati, in quanto riferiti a prima dello shock energetico scoppiato nel nostro Paese a inizio del 2022. Le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trovano in povertà energetica sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi quando lavora lo fa come autonomo. Va infine sottolineato che le famiglie più a rischio PE, soprattutto nel Sud, sono quelle che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento”.
Sebbene la spesa delle famiglie e delle imprese per le bollette di luce e del gas sia in calo da parecchi mesi, l’incremento dei costi energetici rispetto al periodo pre-Covid rimane ancora molto elevato. Se il prezzo medio del gas naturale nel 2019 era pari a 16 euro/MWh, ad agosto di quest’anno ha toccato i 34 euro/MWh (+112 per cento). L’energia elettrica, invece, nel 2019 costava mediamente poco più di 52 euro/MWh, il mese scorso ha raggiunto i 112 euro/MWh (+115 per cento). Dopo i picchi raggiunti nell’agosto del 2022, i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono tornati a scendere. Oggi sono praticamente in linea con quelli che avevamo tra luglio e agosto del 2021.