Con i suoi numeri imponenti e la partecipazione corale dell’intera Sardegna, la 369esima Festa di Sant’Efisio si prepara a uno dei momenti più intensi e sentiti: la processione del 1° maggio. Un evento religioso e popolare che richiama ogni anno migliaia di fedeli e visitatori a Cagliari, pronti a seguire il cocchio dorato che trasporta il simulacro del Santo lungo il percorso del pellegrinaggio.
La processione, cuore della celebrazione, vedrà sfilare 17 traccas, i tradizionali carri decorati, accompagnate da 70 gruppi di devoti a piedi, per un totale di 2.800 persone in abito tradizionale. A loro si uniranno 32 gruppi di cavalieri, con oltre 200 cavalli, e 56 miliziani suddivisi in quattro plotoni. Presenti anche 4 binomi dell’esercito in uniforme d’epoca e 80 suonatori di launeddas organizzati in cinque gruppi, a sottolineare il valore musicale e simbolico del rito.
Il sindaco Massimo Zedda, intervenuto durante la conferenza stampa di presentazione a Palazzo Bacaredda, ha sottolineato l’impegno organizzativo che coinvolge l’intero Comune da mesi. La Festa, ha evidenziato, ha una forte valenza religiosa, ma rappresenta anche un’occasione per mostrare la ricchezza culturale dell’Isola a chi assiste per la prima volta a questo appuntamento.
Alla conferenza hanno preso parte anche rappresentanti delle istituzioni civili e religiose, tra cui i sindaci di Capoterra, Villa San Pietro e Pula, il presidente dell’Arciconfraternita di Sant’Efisio Andrea Loi, il direttore artistico Ottavio Nieddu, l’assessora alla Cultura Maria Francesca Chiappe e il vicario generale della Diocesi di Cagliari, monsignor Ferdinando Caschili, che ha richiamato il significato del pellegrinaggio come cammino di speranza, in linea con il messaggio del Giubileo 2025 voluto da Papa Francesco.
Il coinvolgimento territoriale è ampio: saranno rappresentate moltissime subregioni della Sardegna, dai centri dell’Oristanese e della Barbagia a quelli della Gallura, del Sulcis, dell’Ogliastra, della Marmilla e del Logudoro, in una pluralità di voci, costumi e pratiche devozionali che trovano nel 1° maggio un momento di sintesi.
Accanto alla processione, un articolato programma di eventi culturali e musicali accompagna l’attesa e i giorni successivi, fino al rientro del Santo a Stampace il 4 maggio, entro la mezzanotte, per lo scioglimento del voto.
Le celebrazioni iniziano già il 26 aprile, con l’apertura di due mostre etnografiche al Museo Etnografico Sardo in piazza Arsenale: una dedicata agli strumenti musicali della collezione Don Giovanni Dore, l’altra alla gioielleria sacra della Collezione Luigi Cocco. Durante l’inaugurazione, il professor Marco Lutzu terrà una lezione aperta sui generi della musica tradizionale sarda che saranno protagonisti nei giorni della festa.
Il 30 aprile, in piazza del Carmine, spazio alla musica con il concerto dei Ratapignata, band storica della scena sarda che torna sul palco dopo anni di assenza con il suo repertorio in lingua sarda e un mix di stili musicali che ha trovato riconoscimento anche a livello internazionale.
Il 1° maggio, nel pomeriggio, la stessa piazza ospiterà la “Festa della tradizione”, dedicata ai balli rituali e alle danze di corteggiamento. Ventiquattro gruppi folkloristici, il maestro Luigi Lai e altri musicisti animeranno la serata. In apertura, la consegna del Toson d’oro di Sant’Efisio al professor Marco Lutzu.
Dal 2 al 4 maggio, il Palazzo Civico di via Roma diventa il centro degli eventi serali: la prima serata sarà dedicata al canto popolare femminile della tradizione orale, la seconda al canto a tenore e a cuncordu, mentre il 4 maggio, giorno del rientro, è previsto un concerto corale con otto formazioni che intoneranno canti sacri e profani in attesa del passaggio del Santo, per poi salutarlo con i tradizionali goccius.
Una festa che conferma il suo carattere di incontro tra devozione religiosa e patrimonio culturale, in una cornice cittadina che accoglie la Sardegna intera. Da questo link è possibile consultare il programma dettagliato degli appuntamenti.