“Just Forever” del Teatro Tragodia in scena domani al Civico Teatro “Gavì Ballero” di Alghero

Alla rassegna “Teatri di Prima Necessità” 2021 una divertente commedia musicale scritta e diretta da Virginia Garau, anche protagonista insieme con Nigeria Floris, Daniela Melis e Carmen Porcu di un vivace affresco del Belpaese dagli Anni Quaranta ad oggi

Teatro Tragodia

Teatro Tragodia

Un viaggio nell’Italia di oggi e di ieri, con “Just Forever (semplicemente per sempre)”, originale commedia musicale con drammaturgia e regia di Virginia Garau (anche protagonista sulla scena con Nigeria Floris, Daniela Melis e Carmen Porcu) e Siparietti Finali a cura di Marco Nateri, in cartellone domani (domenica 18 luglio) alle 20:30 al Civico Teatro “Gavì Ballero” di Alghero per un nuovo appuntamento con Teatri di Prima Necessità 2021 / Festival Intersezioni 2021 a cura del Teatro d’Inverno con la direzione artistica di Giuseppe Ligios – nell’ambito della ricca programmazione di #FINALMENTEALGHERO con il patrocinio del Comune di Alghero e il sostegno della Fondazione Alghero.

La pièce del Teatro Tragodia descrive – tra dialoghi e canzoni – l’evoluzione della società e la progressiva emancipazione femminile, come i cambiamenti nella cultura e nel costume, in particolare per quel che riguarda il matrimonio, in un vivace affresco del Belpaese dagli Anni Quaranta ad oggi. Tra i preparativi per le nozze di una giovane donna, «una mamma spregiudicata e libertina, una nonna disincantata, una zia zitella e timorata di Dio (ma con qualche scheletro nell’armadio) e un’amica della sposa» formano un “gineceo impazzito” in cui tra i pettegolezzi di rito emergono le differenti visioni e interpretazioni del “giorno più bello”.

“Just Forever (semplicemente per sempre)” ripercorre la storia dell’Italia dalla metà del Novecento fino alle soglie del Terzo Millennio soffermandosi con humour e brio sul significato del rito nuziale, come momento cruciale per la vita di una donna, un rito di passaggio (quasi) obbligato per l’ingresso nell’età adulta, che ne definiva il futuro status sociale consacrandola nella funzione di “angelo del focolare”. Negli Anni Quaranta, con la fine della Seconda guerra mondiale e l’estensione del voto alle donne, si afferma almeno idealmente il principio della parità di genere, con il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto non solo tra le mura domestiche, nella cura e nell’educazione dei figli oltre che accanto al consorte nelle relazioni mondane, ma nelle professioni da scienziate, mediche, insegnanti, politiche, operaie, artiste nello sviluppo della società.

Il matrimonio diventa così sempre più una scelta individuale invece che un obbligo sociale, da conciliare con la carriera e con l’autoaffermazione di sé, per poi risultare quasi una convenzione, in parte superata, ovvero la semplice celebrazione e ufficializzazione formale (ma con significativi effetti pratici) di una relazione sentimentale.

La recente pandemia, con le regole del lockdown e la reinterpretazione del significato della parola “congiunti” e in generale dei rapporti di parentela e dei legami (oltre alla grave crisi, in parte superata, del comparto del wedding planning) tra le molte discussioni e questioni sull’amore, ha riportato in auge l’idea del matrimonio: “Just Forever (semplicemente per sempre)” propone una versione umoristica e giocosa, ma anche densa di spunti di riflessione, con molteplici variazioni sul tema, per far sorridere e pensare.

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